
Person of Interest: Recensione dell’episodio 2.17 – Proteus
Oggi parleremo delle proprietà camaleontiche di Person of Interest. Sì perché, oltre ad una storia solida ed interessante, a colpi di scena sempre ben fatti e a personaggi profondi attorno ai quali è stata costruita un’ottima interazione e ottime relazioni, con l’episodio di questa settimana questa serie tv riesce a sottolineare in maniera più evidente la sua capacità di reiventarsi. Infatti, nel corso di quasi due stagioni, abbiamo assistito prima a dei normali case of the week, poi gli autori hanno cominciato a mostrarci le tante trame orizzontali con i diversi antagonisti dei protagonisti, poi con la puntata 2.16 ci è stata mostrata un’avvincente storia in cui casi rilevanti ed irrilevanti si sono mischiati tra loro, mentre ora , con la 2.17 “Proteus”, siamo arrivati ad una rivisitazione del caso della settimana: abbiamo visto un episodio di genere “giallo” ben costruito e sembrava di essere dentro ad un libro di Agatha Christie!!
Tutto l’episodio si svolge sotto un temporale molto forte e ciò è metafora della tempesta che pare proprio si stia abbattendo sulla macchina: sono già tre giorni che essa non fornisce numeri a Finch e la ragione non è sicuramente l’abilità dei due nel “ripulire le strade” come dice Reese, ma la causa è una cosa molto più preoccupante: il virus che Kara è riuscita a caricare nel sistema. Ovviamente Finch da lontano non può accedervi visto che questa possibilità è stata bloccata in passato proprio da lui e l’unica cosa che ai due resta da fare è attendere e vedere cosa accadrà e quindi capire quali sono gli scopi dei capi di Kara. I due non hanno più avuto notizie neanche dell’agente Shaw, ma mentre parlano di tutto questo ecco che la macchina gli fornisce i numeri di ben 6 persone. Tutte scomparse.
Indagando (anche con l’aiuto della Carter), seguono le tracce dell’ultima persona scomparsa, così Reese e Finch si ritrovano su Owen Island. Secondo ciò che hanno scoperto, è vario tempo che un assassino uccide alcune persone per poi rubargli l’identità. L’isola sta venendo evacuata a causa del temporale quindi le poche persone rimaste si radunano tutte nella stazione della polizia. Ed è qui che parte la caccia all’uomo: tutto le persone sono insospettabili (una coppia, un imprenditore, un pescatore, una poliziotta, due abitanti del luogo, un ragazzo in cerca di lavoro e un agente dell’FBI che sta indagando sullo stesso caso di Reese), ma uno dei presenti è sicuramente il killer. Quindi, come in un vero “giallo”, partono i sospetti, gli interrogatori e le indagini, in cui chiunque viene, almeno per un momento, accusato di essere il colpevole.
L’episodio termina con la fine della tempesta reale, ma non di quella metaforica: la macchina non ha funzionato correttamente, cosa che non era mai avvenuta, quindi sembra proprio che per essa la tempesta sia appena iniziata… Sono molta curiosa di scoprire cosa accadrà e capire quali saranno le conseguenze del virus lanciato da Kara e chi sono i suoi capi.