
Penny Dreadful: Recensione dell’episodio 2×03 – The Nightcomers
Penny Dreadful non è sicuramente nota per la qualità dell’intreccio narrativo. Non è la storia che spinge lo spettatore ogni settimana ad accendere la tv e vedere l’episodio. Potremmo identificare il successo della serie con un giusto mix di ambientazioni e lo straordinario talento recitativo degli interpreti, una su tutti: Eva Green (qualcuno si ricorderà di premiarla prima o poi).
Un episodio “filler” di un altro livello

Già lo scorso anno avevamo notato come alcuni episodi si discostassero dalla trama orizzontale o fossero auto conclusivi, questo in parte per giustificare il titolo della serie e anche per dare giusta caratterizzazione ai suoi protagonisti. Ma questa settimana è diverso. The Nightcomers rivisita il concetto di “episodio filler” portandolo ad un altro livello, a cui a mio parere sarà difficile arrivare un’altra volta nella serie. Si tratta di elevare il concetto di episodio di passaggio, di permettere alla serie di procedere restando ferma, ma intrattenendo ed emozionando per tutti gli interi 58 minuti.
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Ed è talmente impellente il bisogno degli autori di raccontare una storia nella storia, che il pretesto del racconto viene accantonato velocemente e semplicemente, come una confidenza privata tra Vanessa e Ethan. Poi tutto vola via veloce e finisce letteralmente in una scia di fumo in mezzo alla brughiera, con un brivido lungo la schiena e la voglia fisica di lanciare contro Eva Green qualsiasi riconoscimento e premio possibile.
Il turbolento, incantevole, drammatico passato di Vanessa


Se c’è qualcosa che una serie deve saper fare bene è incantare lo spettatore e catturarlo mentre è in onda e non affidarsi troppo ad ascolti dovuti, a storie astruse o a coppie per cui tifare o a un cast troppo noto. Ed è qui che The Nightcomers riesce perfettamente. Dimentichi per un’ora di tutti i personaggi primari, completamente avulsi dalle avventure di Dorian Gray e dai problemi depressivi della creatura, veniamo avvolti dal passato di Vanessa e dal suo primo incontro con la strega Joan Clayton (Cut-Wife). Il personaggio impersonato dalla magnifica Patti Lupone, è responsabile delle conoscenze di magia e stregoneria che Vanessa ha mostrato nella prima stagione, come la cartomanzia e la conoscenza di trucchi per allontanare momentaneamente il demonio. Ed è anche l’origine del simbolo dello scorpione molto spesso disegnato da Vanessa.
Potremmo soffermarci a riflettere che tirare fuori dal cappello adesso una parentesi così importante del passato della protagonista e del presente della trama orizzontale della serie, appare un po’ affrettato ma le modalità con cui questo enorme flashback viene girato sono talmente coinvolgenti, che i possibili difetti narrativi sfumano. Così come sfuma la parentela fin troppo prevedibile tra le due streghe.
Una luce, un’ombra, un angelo che cade dal cielo e le piume che cadono insieme a lui. Il bene cede al male ogni volta che ne ha la possibilità, non impara mai la lezione, continua ad essere facile preda delle ombre. Così la cut-wife viene uccise barbaramente da tutte le persone che aveva aiutato, dopo aver fatto entrare in casa Vanessa e il demonio che abita dentro di lei. Come scacciare la cattiveria? Come rifuggire dal cuore di tenebra che tanto ci tenta?
Luci e ombre in abbondanza per personaggi secondari


L’episodio invita ad essere “true”, ad essere autentici potremmo tradurre, Vanessa dovrà capire chi è veramente e imparare a sopprimere quella parte di lei che la rende così desiderabile da parte di mezzo inferno. Persa nel racconto dei giorni passati, la risposta al macabro rituale dello scorso episodio, che finiva con una inquadratura della bambola wodoo con le sembianze di Vanessa, appare proprio quel “Be true” finale. Se avevamo paura di poter vedere nuovamente miss Ives posseduta, dopo aver conosciuto il suo passato, la sua lotta e le cose che ha dovuto subire non abbiamo più niente da temere.
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Non un filler, non riempitivo quindi ma un episodio che illumina le ombre sul passato del protagonista, rischiarando il cammino per la storia futura e che permette di godere di una fantastica performance di Green e Lupone che tirano fuori il meglio dell’altra, danzando nei dialoghi come se recitassero due monologhi comunicanti. Favolosa la chimica e la storia di Cromwell, che probabilmente tornerà utile in futuro. Finito l’episodio restano una brughiera nebbiosa disturbata dal tintinnio degli scaccia spiriti della strega, il pianto di Vanessa mentre viene marchiata a fuoco e la risata sadica di Madame Kali.
Penny Dreadful è presente, è tornato, ed è pronto a sbaragliare la concorrenza di questa estate.
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Valutazione Globale
I Put a spell on you
Valutazione Globale
Questo episodio non è una bellezza, E’ UN CAPOLAVORO!!!
All’inizio non si fa che pensare ad un episodio filler, proprio come dici tu, ma è fondamentale questo strascico di dialoghi lenti, di scenari cupi e momenti anche più cupi, in cui due grandissime figure come quelle della Greene e della Lupone reggono praticamente da sole la scena, senza il necessario supporto della McCrory – che, per quanto bravissima, qui sembra quasi un’intrusa in questo perfetto binomio che creano le due streghe.
Inizialmente mi aspettavo un ritorno alle figure di Ethan e Vanessa nel presente, come all’inizio, ma non abbiamo neanche quello, per non far disperdere quell’atmosfera asfissiante di dolore e perdita che circondano Vanessa, anche se inevitabilmente non ci si può far a meno di chiedersi come questa confessione potrà condizionare il rapporto di Vanessa e Ethan, sempre più intimo e intenso.
Un masterpiece, quest’episodio, niente da aggiungere.
Hai proprio ragione Caterina, episodio magnifico. Eva Green e la Lupone sono state straordinarie, intense e incisive per tutti i 58 minuti, sembrava quasi un’opera teatrale per la danza fluida dei dialoghi. L’episodio è oltre a queste note stilistiche e recitative, importantissimo proprio perché fintamente scopriamo cos’è Vanessa. Io, alla possibilità che potesse essere una strega potentissima non aveva mai pensato, mi ero concentrata troppo sulla possessione demoniaca nella prima stagione che mi aveva distratto dalla sua vera natura.