
Outlander: Recensione dell’episodio 1.03 – The way out
Siamo giunti al terzo episodio di questa nuova serie televisiva trasmessa sul canale via cavo Starz. La serie, basata sull’0monima saga di Diana Gabaldon, ci catapulta nel fantastico mondo di Claire Beauchamp Randall, in un lontano 1743, dove tutto si svolge con assoluta lentezza e sobrietà. Vi ricordate il film Kate e Leopold, con Meg Ryan e Hugh Jackman, in cui Leopold ritrovatosi in una New York contemporanea evidenziava la frenesia della gente moderna? Ebbene vedendo Outlander quel commento appare come mai esplicato: Claire vive in un ambiente estremamente tranquillo, dove le persone riescono ad affrontare la vita quotidiana con calma e moderazione, ritagliandosi senza problemi momenti di quiete e relax: dalle serata trascorse ad ascoltare aedi con arpa, alle lunghe passeggiate nei prati a rimirar le piante. Ogni paragone rispetto ai ritmi moderni appare superfluo!
The way out si apre con un breve flashback sulla partenza per il fronte di Claire ed il suo addio al marito Frank. La scena può sembrare in parte peculiare; ripensando, infatti, ai film sulla guerra, tornano sempre alla mente quei momenti alla stazione in cui l’uomo, richiamato alle armi, saluta tristemente la propria famiglia nel timore di non rivederla ma con la speranza di tornare a casa. Qui la scena è per così dire invertita: Claire prende il treno, mentre Frank la guarda allontanarsi. Ho trovato ironica la promessa della donna di riabbracciarlo, laddove nel presente il suo ritorno fugace è stato sostituito da un viaggio assai più lungo e surreale.
In questo episodio la protagonista tenta in ogni modo di tornare a casa: immagina la reazione di Mrs Fitz nel confessarle la sua storia, cerca di guadagnarsi la fiducia di Colum e Dougle, approfondisce la sua conoscenza con Geillis. Il tutto appare però vano. Fino a quando, una vecchia leggenda ravviva in Claire la fiamma della speranza ormai assopita. È sufficiente una storia antica, tradotta simultaneamente da Jaime per far apparire sul volto di lei un sorriso compiaciuto, ricco di fiducia e determinazione per il futuro.
Ad essere del tutto sincera non ho trovato l’episodio di spiccato interesse. Oltre ad un ritmo lento e un po’ spento, ho riscontrato prevedibilità sul risvolto della storia. Fin dal primo episodio Claire ha dimostrato una naturale propensione verso le scienze e l’arte medica, caratteristiche evidenziate più volte nell’arco dei 50 minuti di show. Era prevedibile che queste sue capacità si sarebbero scontrate con le credenze popolari e religiose, facendo di lei un mostro/demone o una fata/angelo. È proprio questa duplicità di vedute ad essere analizzata ed affrontata in questo
Per non parlare del massaggio miracoloso fatto a Colum!
In più mi sono chiesta: ma è mai possibile che la stessa Claire che ci accoglie con un bottiglione di spumante in mano, che scola come fosse un muratore, sia la stessa ad ubriacarsi dopo due bicchiere di vino? Ma… per me siamo di fronte all’ennesima gatta morta della storia!
Nel complesso reputo l’episodio calmo, serafico, proprio come gli abitanti delle terre esplorate fino al 1700!
1.03 – The way out
serafico
Valutazione globale