
OTP Weekly: L’angolo delle shipper vol. 30 – Blindspot
Fisher sa evidentemente trovare i punti deboli di tutti. Anche il nostro, che questa settimana dedichiamo l’OTP Weekly proprio a Blindspot.
Bè, era chiaro. In fondo lo sapevamo tutti. Quando un bacio si è palesato giunti ad appena metà prima stagione (credo sia una sorta di record per questo genere di telefilm), la puzza di bruciato era ovunque tanto che ci lacrimavano gli occhi… o forse era commozione? I protagonisti erano precipitati uno verso l’altro a velocità considerevole e, visto il naturale svolgimento di un telefilm, era difficile sperare che le cose andassero lisce così facilmente. Ed effettivamente sono andate lisce per circa mezzo secondo. Il tanto atteso ritorno di Blindspot ci ha dato un bel calcio nel di dietro e ci ha rispedito a casa con un niente di fatto.
Certo, sarebbe stato improbabile aspettarsi una serena relazione di coppia tra due persone in una situazione così complicata, ma, non so voi, io spero sempre che gli sceneggiatori mi stupiscano con effetti speciali, portando sullo schermo una relazione romantica che riesca a sostenere il confronto con tutti i mesi passati a sperare e a fare il tifo. Secondo voi è impossibile?
Forse. Meglio quindi rintanarsi su terreni più tranquilli e tracciare nuove intrecci. Kurt da uomo generoso quale è si reca all’appuntamento nel parco deciso a chiarire le cose e magari a iniziare qualcosa di prezioso e ci resta per ore e ore ad aspettare Jane, con la speranza che qualcosa di buono possa finalmente nascere da tutto quel casino. Ma Jane è altrove ad affrontare i suoi demoni. Impossibile biasimarla, impossibile pretendere che possa gestire con razionalità e ordine i propri sentimenti ora che sta scoprendo la verità sul suo passato e questa verità non fa altro che complicare ulteriormente le cose. Era sicuramente più semplice per lei trovare qualcuno su cui scaricare le proprie frustrazioni e le colpe di tutto quello che le era capitato. Immaginate l’orrore di scoprire di essere lei stessa l’artefice dei tatuaggi e della perdita di memoria, senza ancora riuscire a capirne le ragioni. Decisamente disorientante. E poi c’è tutta quella faccenda spinosa del non potersi fidare di nessuno. Quando te lo dicono gli altri è un conto… ma quando sei tu stessa a dirtelo?
Ma non è tanto il problema di potersi fidare o no di Kurt a questo punto (chi non si fiderebbe?), quanto il potersi fidare di se stessa. Cosa contiene la sua vita passata? Come stabilire se sia lei dalla parte del giusto oppure tutto il contrario?
E poi c’è il problema Oscar. Fantomatico fidanzato. Tizio che per ora si meriterebbe soltanto un bel pugno sul naso per tutti i suoi giochetti e i suoi trucchetti ingarbugliati.
Così Kurt, il giorno dopo l’appuntamento mancato, decide di metterci una pezza grossa come una casa, prendendosi la colpa di tutto. Convinto di essere uno sciocco ad aver abbassato la guardia ed aver sperato troppo e troppo presto e desideroso di allontanare l’imbarazzo che una situazione del genere inevitabilmente genererebbe. E’ Jane che non si è presentata all’appuntamento, ma lui le fa credere di aver fatto altrettanto. Un po’ per liberarla da possibili sensi di colpa, un po’ perché probabilmente si sente un povero sciocco per essersi illuso di poter trovare un porto sicuro in mezzo alla tempesta. Meglio metterci una pietra sopra. Meglio dedicarsi al lavoro importante.
E così siamo da capo. Torniamo ai lunghi sguardi e alle silenziose incertezze. Riuscirà Jane ad accettare il fatto che Kurt Weller è l’unica persona di cui possa fidarsi veramente? E che la cosa giusta da fare sia appoggiarsi proprio a lui ora che non può fidarsi di se stessa?
Cari e care shipper ci attende un percorso travagliato. Kurt e Jane, è chiaro, hanno fatto tutto tranne che mettersi il cuore in pace. Ne è chiaro segno la strillata di Kurt a sua sorella: più uno sfogo personale che un vero rimprovero a lei e alle sue scelte amorose. Ha ritrovato Taylor dopo così tanto tempo, dubito si aspettasse di riunirsi a lei in una situazione così complicata.
E va bene, ammettiamolo pure, noi siamo fan delle situazioni complicate, quindi avanti così! Dateci angst, dateci pathos, dateci lacrime. Noi ce ne nutriremo avidamente.
PS: lo sapete che c’è una scena tagliata da Authentic Flirt in cui si vede che Jane ha disegnato sul suo quaderno un ritratto favoloso di Kurt?? Ecco. Ciao.