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Once Upon a Time, la gallina dalle uova d’oro (finto). Recensione della sesta stagione

Pensavamo di riuscirci. Pensavamo davvero di riuscire a liberarci una volta per tutte di Once Upon a Time dopo questo doppio finale della sesta stagione. Complici i bassi ascolti e l’alto numero di membri del cast principale che non sarebbe tornato per una eventuale nuova stagione (Jennifer Morrison, Ginnifer Goodwin, Josh Dallas, Emily de Ravin, Rebecca Mader e Jared S. Gilmore), il rinnovo della serie è stato in bilico per qualche tempo. Ma pochi giorni fa è arrivata la decisione di continuare a cavalcare l’onda di un brand che porta soldi nelle casse di ABC, ma che non arricchisce per niente la qualità della televisione. Nè tanto meno l’esperienza televisiva di chi ne usufruisce.

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L’inutile reset

Ecco quindi l’idea di una sorta di “reset” nella storia, ossia l’intenzione di spremere fino alla buccia una storia che aveva finito di avere qualcosa da dire e da dare già molto tempo fa. Le vicende si svolgeranno nel futuro dove ci sarà bisogno di innesti nel cast perchè gli unici che torneranno sono Lana Parrilla, Colin O’Donoghue (senza la sua Emma chissà cosa si inventeranno) e Robert Carlyle le cui storie si intrecceranno con quella di Henry adulto. Di tutto ciò ne abbiamo già avuto un assaggio in questo season finale di Once Upon a Time dove una bimba che dice di essere la figlia di Henry lo va a cercare con un libro in mano per compiere un’importante missione. Proprio come lui fece con Emma.

Once Upon a Time

La storia quindi si ripeterà davvero, ma tenuto conto di ciò che abbiamo visto fin qui, siamo sicuri che dal lato qualitativo non ci fosse l’esigenza di ricalcare un plot già trito e ritrito. Anche perchè senza i minuti iniziali e quelli finali questo sarebbe stato un appropriato series finale per un prodotto che è andato a peggiorare nel corso degli anni.

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Pochissimi pregi consolatori…

Partiamo da un piccolo pregio che ha avuto questa sesta stagione di Once Upon a Time. Il racconto ha visto lo svilupparsi di una trama orizzontale lungo l’arco di tutti e ventidue gli episodi, dando almeno l’idea di un’unità di pensiero e di un obiettivo da raggiungere. Ci sono state parentesi come quella di Jasmine e Aladino, ma non sono state ingombranti. Questo è avvenuto differenziandosi dalle ultime stagioni che erano divise in due tronconi ed ogni metà presentava due filoni narrativi diversi con annessi personaggi di diverse storie protagoniste di questa o di quell’altra metà. Il tutto risultava troppo spezzettato come se fossero più stagioni e si percepiva la trama come un unico grande episodio filler.

Altra nota positiva è stata, come detto, l’aver chiuso tutte le storie in modo chiaro e soddisfacente, senza tralasciare nulla. In questo modo si dà una chiusura ottimale del cerchio a quegli spettatori che hanno seguito faticosamente la serie fino ad ora solo per vedere, dopo molti anni, come si sarebbero concluse le vicende di tutti i personaggi, permettendo loro di non sorbirsi il reset.

…e tanti difetti

Per il resto vedo solo tanti difetti, sia per quanto riguarda la parte tecnica che quella narrativa. Gli effetti speciali sono stati di livello davvero basso, con costumi esagerati e ripetitivi: anche se siamo nel fantastico si poteva fare uno sforzo per migliorarli e modificarli. Le musiche sempre uguali a se stesse (questo deriva un po’ dal bisogno di rimanere nelle melodie da favola, ma alla lunga stancano), la fotografia ha lasciato molto a desiderare ed il montaggio in alcune parti ha spezzato un po’ il racconto.

Once Upon a Time

I dialoghi sono imbarazzanti, molto piatti e scontati e sempre improntati sul buono/cattivo, sulla speranza, l’amore ed il lieto fine. Perchè va bene che siamo nel mondo delle favole e che tutto ciò è rivolto anche ad un pubblico molto giovane che ha ancora bisogno di sognare e di avere speranza nelle cose belle, però il troppo stroppia e all’ennesimo discorso smielato dei Charmings, alle parole hope, happy ending, love e good ripetute fino allo sfinimento si capisce che non si sa più che pesci pigliare. Una serie troppo buonista in ogni suo aspetto che aveva solo da guadagnarci in qualità se avesse osato un po’ di più. E che dire del cast? Alcuni attori bravi ed in parte come Lana Parrilla e Robert Carlyle che sono una spanna sopra gli altri che, al contrario, lasciano molto a desiderare, tra tutti Josh Dallas.

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I personaggi si sono evoluti ben poco rimanendo bene o male quelli che erano all’inizio, ad eccezione di Regina, l’unica che davvero ha subito un cambiamento interiore sia nella versione Storybrook, (ma l’unica che non ha trovato l’amore, una sfigata proprio visto l’happy ending dilagante), che in quella Evil Queen. Altra piccola eccezione Emma, che ora non ha più paura di mettere radici. Metterei sullo stesso piano Hook, Tremotino e Zelena che, nonostante le loro trame siano state chiuse con una nota positiva, ho visto oscillare troppo tra il voler fare la cosa giusta e quella sbagliata, quindi poco è cambiato ed è ancora forte in loro l’ambiguità. I Charmings sempre sdolcinati allo stesso modo, come sempre uguale è stato l’atteggiamento di Belle ed Henry.

Narrativamente parlando, la trama è molto ripetitiva (un sacco di cambi di fronte su chi fosse the savior e chi dovesse combattere The Final Battle – Gold, Emma, Gideon, Balck Fairy -) e a volte decisamente bizzarra  (l’episodio musical o la mamma di Gold che diventa non si sa come Black Fairy) con alcuni avvenimenti capitati senza una vera ragione. Per questo in alcune parti la nostra la sospensione dell’incredulità ha dovuto raggiungere picchi molto alti (ad esempio, perchè Gideon torni neonato o cosa succeda ad Emma colpita dalla spada non è dato sapere, bisogna accettarlo e basta). Apprezzo sempre poco anche tutti quei segretucci che non vengono rivelati (Emma tra tutte che non rivela a nessuno il sogno in cui muore) e la preoccupazione eccessiva dei personaggi (come Hook sempre in pensiero di come possa reagire Emma scoprendo il suo passato).

Once Upon a Time

Conclusioni

Dopo questa disamina, vorrei tornare al punto di partenza. Once Upon a Time è una serie che doveva terminare già da tempo, ma questa era l’occasione migliore per farlo vista la conclusione soddisfacente. Ma l’ABC la considera una gallina dalle uova d’oro in quanto a guadagni e non ha ancora intenzione di liberarsi di un prodotto che purtroppo dimostra sempre più di essere oro finto, qualitativamente parlando. Ora la storia ripartirà da zero, ma presentando le stesse dinamiche e bisognerà vedere come risponderà il pubblico americano al terremoto. Ma il pubblico nel nostro piccolo siamo anche noi e quindi la domanda è aperta: continuerete a seguire Once Upon a Time? Io non lo farò di certo.

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Jessica

Innamorata di serie tv fin da piccola quando la Vita Vera illudeva di poter continuare ever after a dedicare tutto il tempo a questa passione, il suo primo amore telefilmico è stata Buffy, che ha dato il via a lunghe ore passate davanti allo schermo, seguita a ruota da Battlestar Galactica, Lost e Fringe. Nel quotidiano invece... sì, ok, lavoro, teatro, sport... ma sempre con la testa alle serie tv!

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