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Once Upon a Time: recensione dell’episodio 3.01 – The Heart of the Truest Believer

Avventura, botte, sirene, ragazzetti deviati: bentornati nel mondo delle favole.
La seconda stagione di Once Upon a Time è stata un maremoto di scelte narrative a volte dubbie e sconclusionate, a volte azzeccate e godibili, primo tra tutti l’arrivo a Storybrooke di Capitan Uncino e del suo eye-liner. Anche il ritorno di Neal, padre di Henry, ha centrato il bersaglio, pur introducendo due tra i più imbarazzanti antagonisti di sempre, i fanatici Greg e Tamara che – vale la pena di ricordarlo – girano il mondo con “le armi più tecnologiche che esistono” (vedi walkie talkie insabbiato) per combattere la magia e i suoi seguaci, secondo le indicazioni non si è ben capito di chi, perché, come, cosa, quando (‘We don’t ask questions, we just beleive in a cause’). Once upon a time 3.01 greg tamara
Siamo stati fiduciosi anche quando il buon senso ci implorava di cambiare canale e siamo stati ricompensati. La premiata ditta Kitsis&Horowitz, forse rinsavita durante l’estate a suon di cartoni animati, è partita col piede giusto e ha ristabilito l’ordine della giungla facendo fuori i due fanatici imbecilli nei primi 20 minuti. Il misterioso mandante era proprio il loschissimo Pan, ma su come abbia reclutato nel mondo comune tali escrementi narrativi non ci viene rivelato. Grazie a Dio, perché non ce ne frega niente e voltiamo pagina.

Una première che parte con una marcia in più, ma che soprattutto – sotto la solita patina di pazzie e pastiche letterari – torna alle radici profonde che spingono i personaggi, ognuno a modo suo, alla ricerca del proprio happy ever after. Per Emma significa il riscatto del suo ruolo di madre: il flashback iniziale della nascita di Henry e il suo rifiuto di tenerlo, prepara il percorso della protagonista, in perenne lotta contro sé stessa e le proprie insicurezze.
Superato il momento della rivelazione (prima serie), dell’accettazione (seconda), ora siamo avviati verso una specie di normalizzazione, in cui si profila un’ interessante ridiscussione dei ruoli e dei rapporti tra i personaggi. Non è più Emma ora a doversi inserirsi nelle dinamiche delle favole, ma sono i personaggi fiabeschi che devono accettare una nuova dimensione di esistere. Se prima una era la Mary Margaret di Storybrooke e l’altra la Snowhite della Foresta Incantata, ora a Neverland umano e fiabesco coesistono in un’unica personalità e un’unico passato (il primo a beneficiarne è Rampul, che si riprende la malefica vocina ma non l’orribile make up). Tra Emma e i genitori sono finalmente scintille: nessun conflitto generazionale qui (‘We are the same age!’), ma solo un’esplosione di insofferenza da parte di una sgamata di periferia che non tollera l’ottimismo innaturale di un Principe Azzurro e della sua Dama dal cuore puro (o quasi). Once upon a time 3.01 neal mulan

Abbiamo lasciato i nostri eroi, Rumple, Emma, Hook, Snow, Charming e Regina, nemici-amici nella disavventura, costretti a lavorare insieme per ritrovare Henry, in fuga dagli inquietanti Bimbi Sperduti di Neverland. Sulla Jolly Rogers, attaccata dalle perfide sirene e poi quasi affondata da una tempesta, si scatenano i peggio comportamenti e le meglio battute (‘You’ll win her over with your unicorn kisses and rainbow stickers?’). Nel frattempo Neal si risveglia nella Foresta Incantata con Aurora, Mulan, e un redivivo principe Philip (aiutatemi qui, ma quando l’hanno risvegliato?). Aurora tenta invano di mettersi in contatto con Emma attraverso i suoi incubi infuocati ma niente da fare, allora Neal decide di raggiungere il castello del padre Rampul per vedere di trovare un magico escamotage che gli permetta di ricongiungersi col figlio e l’amata Emma (Tamara chi?). Detto fatto – a quanto pare nella Foresta Incantata basta una mezz’ora per arrivare a piedi ovunque – ed ecco che all’allegra brigata si aggiunge un Robin Hood nascosto dietro una parete, una sfera magica che non funziona e una sottotrama con premesse deliranti. Once upon a time 3.01 henry PAN
A Neverland, Pan in persona raggira il piccolo Henry, che lo crede un amico vittima dei Bimbi Sperduti, ma che presto si rivela in tutta la sua malvagità e vuole una sola cosa: il cuore di uno che ci crede davvero!

Povero Henry che ci crede pure troppo, speriamo che Campanellino interceda per il meglio…

 

3.01 The Heart of the Truest Believer

avventuroso

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Puci

La linea comica non le appartiene. Scrive di trash e di serie in costume. Se poi sono trashate in costume, ancora meglio. Ogni tanto twitta @Lucia_Rino

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