
Once Upon a Time: Recensione dell’episodio 2.14 – Manhattan
Episodio di svolta per Once Upon a time: dopo quasi due stagioni di misteri e domande su Baelfire, e la sua storia in relazione con Mr Gold e alla maledizione. Bè eccoci accontentati!
Emma , Henry e Rumplestlinskin partono per Manhattan alla ricerca di suo figlio. Trovano l’appartamento giusto, ma lui scappa. Emma lo insegue e riesce a catturarlo, anche se scopre che in realtà, lui non è altro che Neal, il suo ex fidanzato nonchè padre di Henry. Dopo alcuni ripensamenti, alla fine lo stesso Bae tornerà a casa sua, parlerà con il padre e scoprirà di avere un figlio di undici anni, ignaro della sua esistenza, ma con la volontà di conoscerlo.
Sempre nel presente Regina, Cora e Hook si mettono alla ricerca del pugnale, il quale possa dar loro il controllo di Rumple. Ovviamente se attuato, il loro piano comporterà la morte di Snow, Charming e Emma.
Il finale ci spiazza: a quanto pare l’unico modo per lui di tornare ad essere un normale umano, è quello di uccidere l’ Undoing, ovvero Henry suo nipote.
La puntata mi è piaciuta molto, forse una delle più solide della stagione. I tasselli del puzzle si stanno piano piano ricomponendo: mi piace come hanno creato un tessuto familiare complesso e complicato, e come ne ironizzano attraverso la voce di Snow White. (Henry è il nipote di Tremontino e Biancaneve, nonchè figlio e nipote acquisito della strega cattiva)
Molto drammatica e d’impatto anche la parte ambientata nelle favole: grazie anche al talento straordinario di Robert Carlyle, percepiamo chiaramente la disperazione, il dolore e l’amore del personaggio, costretto dagli eventi a fare scelte difficili e disperate. La stessa protagonista con il passare degli episodi, sta acquisendo sempre più personalità e profondità, cosa che a mio parere nella scorsa stagione mancava nella sua caratterizzazione.
Quindi in conclusione, non posso che dirmi soddisfatto dell’episodio e promuoverlo a pieni voti.