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Olive Kitteridge: 5 motivi per recuperare la serie tv

Tra le ultime produzioni in casa HBO, Olive Kitteridge ha ricevuto un’accoglienza entusiasta sia da parte della critica che da quella del pubblico.
Per chi ancora non l’avesse vista, ecco cinque motivi per cui non dovete perdervi una delle miniserie più interessanti dell’ultimo anno.

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Il libro

Olive Kitteridge é la trasposizione cinetelevisiva della serie di racconti omonimi nati dalla penna di Elizabeth Strout. Il romanzo  ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2009 ed è stato indicato da Alessandro Baricco nelle cinquanta letture più interessanti degli ultimi dieci anni.
La storia racconta la vita di Olive, insegnante di un’immaginaria cittadina del Maine e moglie del farmacista del paese. Lo sguardo disincanto e cinico di Olive conduce lo spettatore in un viaggio temporale in cui conosceremo lei, il suo matrimonio, il rapporto col figlio Cristopher e le vite delle persone che incroceranno questa donna burbera ma dal cuore buono.

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La storia

Non voglio aggiungere altro a quanto già scritto nel primo punto. Voglio solo prendere in prestito le parole di Italo Calvino per descrivervi come, secondo me, si potrebbe interpretare ciò che la serie racconta: “La vita d’una persona consiste in un insieme d’avvenimenti di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme, non perché conti di più dei precedenti ma perché inclusi in una vita gli avvenimenti si dispongono in un ordine che non è cronologico, ma risponde a un’architettura interna.”

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L’ambientazione e la fotografia

La miniserie è ambientata a Crosby, una cittadina immaginaria del Maine. I colori del New England e la fotografia di Frederick Elmes regalano alla storia, per quanto collocata storicamente nello scorso secolo, un senso di atemporalità ed universalità che a volte solo le pagine stampate riescono a realizzare.

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La protagonista

Basta solo lei come motivo per convincervi a vedere questa serie. Per i pochi che non sapessero chi è Frances McDormand vi elenco solo alcuni dei film a cui ha partecipato: Fargo (per il quale ha vinto nel 1997 l’Oscar come Migliore attrice protagonista), Quasi famosi, Burn After Reading, This Must Be the Place, Moonrise Kingdom e mi fermo qui. Credo che nessuna altra attrice avrebbe potuto meglio incarnare e rappresentare il cinismo e il pessisismo di Olive.

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La coppia

I loro personaggi si incrociano diverse volte durante la serie ma si condividono solo nel finale. Vi dico solo che quando Olive incontra Jack Kennison, il personaggio interpretato da Bill Murray, lui è disteso ai piedi di una panchina a riposare. Non aggiungo altro.
Anche qui, per i pochi che non conoscessero Bill Murray vi dico solo Ghostbusters, Ricomincio da capo, I Tenenbaum, Lost in Translation, Grand Budapest Hotel. La lista è molto lunga.
Ricordiamo, per dovere di cronaca, anche il resto del cast: Richard Jenkins, Rosemarie DeWitt, Zoe Kazan, John Gallagher Jr., Peter Mullan, Jesse Plemons, Ann Dowd, Zosia Mamet.

Valentina Marino

Scrivo da quando ne ho memoria. Nel mio mondo sono appena tornata dall’Isola, lavoro come copy alla Sterling Cooper Draper Price e stasera ceno a casa dei White. Ho una sorellastra che si chiama Diane Evans.

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