
Oasis: Supersonic: la recensione del documentario sulla band dei fratelli Gallagher
Titolo: Oasis: Supersonic
Genere: documentario musicale
Anno: 2016
Durata: 122
Regia: Mat Whitecross
Cast principale: Noel Gallagher, Liam Gallagher, Bonehead, Guigsy, Tony McCarroll, Alan McGee
1996, una folla oceanica a Knebworth Park e gli Oasis che la sorvolano in elicottero, appena prima del concerto – evento che segnerà la storia della musica britannica. Inizia con questa immagine il documentario Oasis: Supersonic, per poi andare indietro di qualche anno, fino alle origini della band dei fratelli Gallagher. Se siete fans, o anche solo appassionati di musica o più in generale di Brit Pop, non potete perdervi questo docufilm, diretto da Mat Whitecross (The Road to Guatamano, Scott Walker: 30 Century Man, Spike Island) e prodotto fra gli altri dal regista di Amy Asif Kapadia. Presente nelle sale italiane solo il 6,7 e 8 novembre, a breve la pellicola sarà senz’altro reperibile in dvd o sui servizi di streaming on demand.
In un susseguirsi di materiale inedito e filmati casalinghi veniamo catapultati nella Manchester operaia, dove Noel e Liam crescono insieme al fratello maggiore Paul e alla madre Peggy, fuggiti da un padre violento oltre ogni limite. Fin da subito Noel viene descritto come un lupo solitario, chiuso in camera a scrivere canzoni e suonare. L’idea di sfondare nella musica invece arriva per Liam solo più tardi, quando con alcuni amici mette insieme una band. Da li in poi il resto è storia: Liam e Noel Gallagher, Bonehead, Guigsy e Tony McCarroll sono gli Oasis.

Senza mai riprendere i diretti interessati, siamo guidati dalle loro voci in un costante voiceover: volendo riassumere possiamo dire che quello che si vede appartiene al passato, mentre quello che si sente sono le riflessioni nel presente dei protagonisti di quello che è stato il fenomeno musicale più importante degli ultimi 20 anni. Li vediamo passare dalla sgangherata sala prove di Manchester, al palco di un pub di Glasgow, dove vengono notati dal discografico Alan McGee, che decide di scritturarli subito.
Grazie a preziosi filmati inediti veniamo portati dietro le quinte dei primi due album degli Oasis – Definitely Maybe e (What’s the Story) Morning Glory? – in un pericoloso percorso tra droga, risse violente, liti e sfrontatezza che Liam e Noel non rimpiangono. Ed è proprio questo mostrarsi senza filtri ciò che rende questo docufilm appassionante: un racconto onesto, schietto e senza retorica, tre qualità che hanno accompagnato la band in tutto il suo percorso e che hanno in parte contribuito a renderli dei fenomeni per un’intera generazione. Se pensiamo a qualsiasi cantante arrivato al successo negli ultimi 15 anni, nessuno ha avuto o avrebbe il coraggio di rappresentarsi in modo così limpido probabilmente.

Fermamente convinti di essere i più forti del mondo, gli Oasis in pochi anni conquistano le classifiche mondiali e uno status di vere rockstar e per il momento nemmeno gli scandali che li hanno coinvolti e la rivalità tra Noel e Liam li riesce a fermare. Arriviamo quindi alle immagini di apertura: Knebworth Park e due concerti che entreranno nella storia. Davanti a 250.000 persone si consuma l’apice della loro carriera, Noel Gallagher parla, a ragione, dell’ “ultimo assembramento spontaneo di persone di questa entità, prima che subentrasse internet”. E poco importa se il film si ferma qua, senza raccontare di Be Here Now (tutt’ora l’album più venduto in Inghilterra nel primo giorno d’uscita), senza raccontare il declino e la fine dell’avvenuta nel 2009. Perché alla fine l’essenza di questo gruppo è racchiusa proprio negli anni che li hanno portati nell’olimpo della musica.
Oasis: Supersonic si focalizza sulla band e nient’altro (non c’è nemmeno un cenno ai Blur, per esempio), ma soprattutto sul rapporto tra Noel e Liam, Caino e Abele fin da piccoli come racconta la madre. Una rivalità e una gelosia che è stata la loro forza negli anni d’oro ma che li ha portati alla loro fine, com’era prevedibile e come loro stessi dichiarano spesso anche in alcuni filmati di repertorio. Il film coinvolge, commuove e soprattutto diverte, i fratelli Gallagher sono bravi a buttare la loro arroganza sul ridere, in un irresistibile mix di sfrontatezza e ironia.
Regia e Fotografia: 3/5
Coinvolgimento Emotivo: 5/5