
Now You See Me 2: La recensione del film con Mark Ruffalo e Jesse Eisenberg
Titolo: Now You See Me 2
Genere: Thriller, Commedia
Anno: 2016
Durata: 129 min
Regia: Jon M. Chu
Sceneggiatura: Pete Chiarelli, Ed Solomon
Cast principale: Mark Ruffalo, Morgan Freeman, Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Lizza Caplan, Daniel Radcliffe, Dave Franco, Michael Caine
“Avvicinatevi. Più vicino. Perché più pensate di vedere, più facile sarà ingannarvi.”
Queste le topiche parole che avevano introdotto e concluso la prima avventura dei quattro Cavalieri. Quattro maghi dalle diverse abilità che insieme avevano guadagnato il favore del mondo, con spettacoli di magia in cui avevano ridato alla gente il denaro che spettava loro di diritto. La mente brillante dietro al loro spettacolare show era stato Dylan Rhodes (Mark Ruffalo), agente dell’FBI che con enorme sorpresa si era rivelato il loro mentore alla fine del primo film.
Un film spettacolare, meraviglioso e ammaliante, che non è riuscito a lasciare indifferente nessuno dopo averlo visto per la prima volta – quando ancora il trucco dietro alla magia non era stato scoperto. Tre anni dopo i Cavalieri tornano sul palcoscenico. Una scelta obbligata dal favore del pubblico o una storia davvero ammaliante che aveva bisogno di essere raccontata?
I quattro Cavalieri alle prese con un nuovo numero


Tanta attesa per la seconda pellicola della Lions Gate, prodotta ancora una volta da Alex Kurtzman e Roberto Orci, con Jon M. Chu dietro alla macchina da presa. Quest’ultimo è subentrato a Luois Letterrier che aveva brillantemente diretto il film precedente.
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Nel cast, in cui poco si sente la mancanza (se non affettiva) di Isla Fisher, ritroviamo Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Mark Ruffalo, Dave Franco, Morgan Freeman e Michael Caine, con l’aggiunta della nuova “cavaliera” Lizzy Caplan nei panni di Lula ed il maghetto Daniel Racliffe in quelli del figlio illegittimo di Arthur Tressler, Walter. Ad un anno di distanza dagli eventi che li avevano resi famosi, i Cavalieri sono di nuovo chiamati da dietro le quinte davanti ad un pubblico, con l’eccezione che stavolta potrebbero non avere proprio ‘tutto” sotto controllo e dover competere con un avversario ancor più ingegnoso di quelli affrontati fino ad ora.
Eguagliare la prima pellicola, per tantissime ragioni, poteva sembrare un’impresa titanica. Il primo film aveva puntato su una struttura vincente, con una trama complessa e una sequenza di scene scorrevole e appassionante. Una pellicola in cui nulla era stato lasciato al caso e in cui ogni trucco e illusione erano stati minuziosamente accostati per poi rivelare solo infine il quadro generale.
Non tutti i numeri di magia fanno “wow”


Se nel primo film ci veniva consigliato di “guardare da vicino”, in Now You See Me 2 dobbiamo invece cercare di guardare il quadro generale da un punto di vista il più lontano possibile. Questo se vogliamo avere anche solo una speranza di comprendere la storia. La magia in sé, benchè presente, è meno invadente. Invece più spazio viene lasciato alla comicità e all’umorismo. I cavalieri sono unici nella loro peculiare diversità e, come già accaduto in passato, questo non può fare altro che creare sketch divertentissimi.
Protagonista invisibile della prima pellicola, Dylan Rhodes (Mark Ruffalo) è stavolta ai margini dell’azione. Nel mentre i Cavalieri cercano di trovare un percorso indipendente e liberarsi dal guinzaglio che sentono farsi sempre più tirato dell’Occhio e del loro leader. L’azione, concentrata per buona parte negli Stati Uniti, prima si sposta gradualmente in tutto il mondo, focalizzandosi principalmente su Macao. Si tratta di un’ambientazione tanto diversa quanto esotica, che mette i Cavalieri a confronto con il primo grande numero di magia (sono due in tutto) della pellicola.
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Ribadisco: la magia non è tanto focale come lo era stata nel primo film ed è una mossa rischiosa ma giustificata. Una mera copia dello schema della prima pellicola non avrebbe fatto altro che indebolire questo filo narrativo, che al contrario si muove su un binario nuovo e uno schema indipendente.
Coppie improbabili e buona chimica di gruppo


Domina la pellicola l’improbabile coppia Woody Harrelson – Dave Franco, più uniti che mai, mentre da il giusto contrappeso la figura di Lizzy Caplan. I villain, se così li vogliamo definire, sono poco convincenti, se non altro perché non è sul binomio buono – cattivo che si concentra l’azione quanto sul volere – potere o, ancora meglio, dovere – libero arbitrio. I cavalieri lottano prima di tutto contro se stessi, sfidando le proprie capacità ed i propri limiti, spinti sicuramente dalla figura di Walter (Daniel Radcliffe) che tuttavia è una macchietta talmente ironica e inverosimile da rendere poco credibile la sua malvagità.
Meravigliosi gli effetti speciali e le scenografie, che di certo rendono la pellicola tanto accattivante e mozzafiato. I numeri di magia sono più rischiosi, più audaci e più innovativi di quanto già non fossimo abituati dalle nostre aspettative. Un pizzico di imprevedibilità in più non avrebbe guastato – due su tre si poteva indovinare il trucco ancor prima che venisse svelato – ma dato che il resto funziona tanto bene direi che possiamo anche chiudere un occhio. Se proprio vogliamo trovare alla pellicola un difetto è proprio questo: gli eventi sono quasi tutti scollegati tra di loro, il ‘grande piano’ è del tutto inesistente e viene da chiedersi se il tutto non sia poi troppo dispersivo. Ci si diverte, si viene costantemente sorpresi da qualcosa ma, malgrado questo, continua a mancare un ‘di più’ che di certo il primo film aveva. Ce l’aveva eccome.
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Un film meno “magico” ma convincente


Nel complesso Now You See Me 2 convince. Convince per il modo anomalo in cui segue la trama, per il totale (o parziale) distacco dalla precedente tipologia di trama, per l’unità di un cast che insieme fa scintille e per tutto quello che li circonda. All’inizio ero propensa a pensare che mancasse quel pizzico di magia in più ma, dopo qualche ora di riflessione, sono convinta che il film ingrana la marcia giusta proprio per quello stesso motivo per cui ero pronta a scartarlo, all’inizio. Sorprendente, entusiasmante e, cosa più importante, magico. Almeno quanto basta.
Ottima recensione, ho trovato molto interessante il parallelismo tra il guardare vicino e da lontano che durante la visione del film non mi era sovvenuto.
Detto ciò condivido a pieno il fatto che la trama seppur vada avanti non ingrana mai a pieno, nel corso di tutta la proiezione infatti ho sempre avuto la sensazione che mancasse qualcosa che facesse accendere la scintilla che tanto ci aveva abbagliato nel primo film. Un’altra nota che mi sento di fare è inerente ai personaggi, mi discosto un po’ dalla tua opinione dicendo che al di fuori delle scene di magia/azione i quattro cavalieri non sembravano molto in sinergia fra di loro così come nelle scene di dialogo spesso le battute apparivano un po’ forzate o comunque mal amalgamate, forse dovute al fatto che gli Horsemen sono più degli stereotipi di personaggio che identità a 360° sviluppati in toto.
Resta comunque il fatto che il film porta a casa il suo scopo, ovvero quello di intrattenere e stupire lo spettatore, e considerato che ciò avviene spiegando ogni passaggio e non lasciando nulla al caso lo fa con stile per cui non apprezzarlo sarebbe un peccato.