
Nikita – 3.01 3.0
Dopo il finale inaspettato della seconda stagione, Nikita torna sul network americano The CW con la premiere dal titolo 3.0. Si è trattato, però, di un inizio di stagione alquanto deludente per la serie creata da Craig Silverstein, che ha registrato bassi ascolti nonostante risultasse fra le favorite.
Ed anche se è prematuro parlare di flop o di rischio cancellazione, questi dati danno da pensare e viene da chiedersi cosa non abbia funzionato quando sembrerebbero esserci tutti i presupposti per un nuovo avvincente capitolo della serie. Oltre ad essere uno dei migliori show della CW in termini di scrittura, recitazione e produzione, Nikita ha tutto quello che un thriller di spionaggio richiede: azione, suspense, colpi di scena e quella giusta dose di romanticismo che non guasta mai. Tutte cose che non sono assolutamente mancate in questa premiere.
La morte di Percy ha cambiato tutto e la Divisione sembra essere finita finalmente nelle mani giuste, quelle di qualcuno che possa gestirla a fini benefici; adesso è Ryan Fletcher a capo dell’Organizzazione, l’ex analista della CIA la cui vita è stata salvata da Nikita e che ha più volte aiutato quest’ultima nella sua battaglia personale contro quel Sistema che le ha distrutto la vita. E benchè non sia la nostra Nikita a trovarsi dietro la postazione di comando, è lei che continua a condurre questa battaglia, avendo adesso al suo fianco una schiera di alleati.
Il nuovo team si è assunto l’impegno di ripulire il casino lasciato dalla vecchia Divisione. La loro prima missione nel quadro del nuovo regime è infatti quella di catturare tutti gli agenti disertori che non hanno accettato la nuova leadership e i suoi nobili intenti. Missione che porta Michael e Nikita ad Hong Kong dove facciamo la conoscenza del primo cattivo secondario della stagione, uno dei trenta agenti addestrati da Percy, attualmente in fuga e a cui la Divisione dovrà dare la caccia.
Tuttavia le tensioni non mancano all’interno della squadra, e lo vediamo quando in seguito alla cattura di Michael ad opera della polizia locale, viene fuori la Nikita istintiva che discute gli ordini dei suoi superiori, in questo caso quelli di Ryan che dà assoluta priorità alla missione invece che al recupero di un loro uomo. Fortunatamente la nostra agente dal temperamento ribelle può contare sulla complicità di Alex, che sfruttando il suo alter ego di viziata principessa russa, fa in modo che si possa mettere in atto un piano per liberarlo evitando di compromettere la missione.
I nostri agenti riescono così a portare a termine l’operazione rimanendo nell’ombra e senza lasciare nessuno indietro, anche l’anello di fidanzamento destinato a Nikita viene recuperato da Michael sotto lo sguardo di lei che rimane letteralmente senza parole. Ho trovato questo momento molto più romantico della proposta ufficiale che le fa successivamente seguendo le tradizioni, anche se è stato un bel modo di chiudere l’episodio.
Ma se in apparenza le cose sembrano essere cambiate, in realtà non è così e risulta chiaro dal confronto tra Ryan e Nikita, dove quando lei dice che il Paese per il quale rischiano la vita non sa neanche che esistono, lui ribatte: “Dobbiamo farlo rimanere così”.
Continuano ad essere invisibili.
Sul finale di episodio veniamo a conoscenza del rischio che corrono nel caso il programma venisse alla luce, informazione che Ryan sta tenendo per sé. Quanto a lungo potrà mantenere il segreto?
In conclusione, una premiere abbastanza buona nonostante gli ascolti.
Uscito di scena Percy, il cattivo principale di questa terza stagione sarà Amanda come si può ragionevolmente intuire e come è stato confermato dagli stessi autori. E anche se il produttore esecutivo Craig Silverstein ha ammesso che si è trattato di un mettere le mani avanti per dare una fine nel caso non ci fosse stato un rinnovo della serie, questa scelta – a mio avviso – non pregiudicherà lo sviluppo della trama.
Io credo ci siano tutti i presupposti per un’ottima stagione in linea con le precedenti, e mi auguro che si sia trattato soltanto di una partenza a rilento in quanto è uno show che merita.