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New Girl: Recensione dell’episodio 3.11 – Clavado en un bar

Per qualche motivo a me completamente oscuro gli autori di New Girl devono avere una qualche fissazione per Manà, musicista messicano di un certo successo che suona un pop rock latino discutibile. Dico fissati, magari solo un po’, per il fatto che il titolo dell’episodio è un titolo di una sua canzone, la stessa che si può sentire anche in chiusura di puntata. Letteralmente significa “bloccato in un bar”.

Non che il titolo non sia adatto all’episodio. Anzi, più che mai, per tanti motivi diversi. Prima di tutto, quello se vogliamo più evidente, è quello di Jess: inchiodata al bancone a prendere una decisione importante di vita lavorativa. Smettere di fare la maestra in quell’orrida scuola in cui si trova oppure dedinewgirl-311-02carsi ad un lavoro al museo, meno ispirato ma più stabile e ben pagato? Ovviamente i suoi companeros porteranno ognuno la propria esperienza, cercando così di chiarire le idee a Jess. Senza riuscirci. L’unica che sarà davvero in grado di farlo è Cece. La sua amica storica che le ricorderà come lei stessa è il primo successo di Jess come maestra. Vediamo un simpatico flashback di loro due da bambine. Cavolo, hanno trovato una bambina che ha la stessa identica faccia di Cece da grande. Paura.

Bloccato in un bar è anche Kevin-97, ubriacone che ormai ha fissa dimora sempre lì, sul fondo del bancone, come tanti di quei frequentatori dei locali che in effetti sai sempre dove rivederli. Diamine, anche nei bar ci sono.

L’episodio gira intorno al concetto di scelta e decisione. Per cosa prendiamo una decisione di vita? O al contrario, perché facciamo o non facciamo qualcosa? Nick è il vero “bloccato in un bar”, perché è il suo mestiere. Ha sempre detto che gli piaceva, ma fino a ieri abbiamo sempre pensato che in fin dei conti era un po’ un fallito rispetto agli altri. E invece scopriamo che Nick ha scelto volontariamente la vita del barman, anche dopo aver dato l’esame di stato per entrare nell’albo degli avvocati, passandolo. E allora Nick è il meno bloccato di tutti nel bar. Ma forse… non è che magari sconewgirl-311-03priamo che essere clavado en un bar alla fine è una bella cosa? Questo è il messaggio che arriva alla fine della puntata. Kevin-97 non sembra affatto triste (nonostante l’evidente problema di familiarità con i superalcolici), Nick ci sta benissimo, gli altri lo vivono come una seconda casa dove svagarsi e addirittura Cece decide di provare a fare la barman a sua volta (31 anni modella? Ormai sei finita!).

Tutto sommato un episodio estremamente tranquillo, che ci racconta un po’ di ogni personaggio, senza scavare troppo a fondo, forse con un filino di retorica qua e là, quel senso di voler fare un pochino i seri. Ma neanche troppo in fin dei conti. La comicità è nella media e non si smuove quasi niente. Oh, che sia chiaro, ci sono momenti da sghignazzo libero. Winston in versione Denis Rodman in Latvia ma che è un giocatore fallito. Il boss di vendita di alberi natalizi di Schmidt e la parodia con Gangsta Paradise. Winston che non riesce nemmeno a fare un ordine. Tutta la storia di Nick al college. C’è da ridere, dai.

Interessante vedere come per una volta si è tentata la coralità assoluta mettendo insieme contemporaneamente Nick, Schmidt, Winston, Jess, Cece e Coach, tutti intorno ad un unico tema. Il risultato è sicuramente positivo e mi fa ben sperare. Potrebbe rivelarsi una grandiosa risorsa. Se calibrata bene permette una varietà costante, cosa molto importante nelle comedy che dopo un bell’inizio e dopo aver approfondito i personaggi, rischiano di non sapere più che cosa dire. Un rischio più che realistico per New Girl, che però per ora si tiene bene.

3.11 - Clavado en un bar

Carino

Valutazione Globale

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Alessandro

Pianoforte a 9 anni, canto a 14, danza a 16 anni. Poi recitazione. Poi la scuola professionale di Regia Cinematografica. Poi l'Accademia di teatro di prosa. Anche grafica, comunicazione, eventi di spettacolo. Ma qui soprattutto un amore sconfinato per le serie tv americane e inglesi, con la loro capacità di essere le vere depositarie moderne della scrittura teatrale antica anglosassone.

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