
Mr Robot: Recensione dell’episodio 2.05 – eps2.3_logic_b0mb.hc
Per tanti aspetti questa seconda stagione di Mr. Robot è stata, fino a questo punto, molto più complessa e difficile da seguire della prima. La narrazione, così come l’alto livello emotivo, sono di certo rimasti invariati ma è il desiderio di spingersi ancor più a fondo in quella deviata quanto intrigante mente di Elliot a continuare a rendere la serie così strepitosa. È come camminare intorno ad un palazzo pieno di murales: girando l’angolo ti aspetti di trovare determinati colori, forme, disegni e, invece, te ne trovi di fronte degli altri, magari più complessi e più fantasiosi di quelli che avresti mai potuto sperare di incontrare. È tutta una questione di equilibrio, un equilibrio talmente fragile che questo episodio lo sconvolge in poche, semplici e astute mosse.
La doppia vita di Eliot pare giunta ad una svolta, sia per quanto riguarda il suo lavoro per Ray che per la sua posizione con la F-Society. Che Ray non fosse un semplice e ingenuo personaggio in cerca di supporto informatico lo si era capito da tempo. Ne è stata dimostrazione l’arrivo del precedente informatico picchiato a sangue e, dopo, una volta che il suo tradimento è venuto a galla, della sua conseguente morte. Proprio come dice Mr Robot, Elliot non sa quando fermarsi ed è pronto a scavare e scavare per arrivare in fondo a quello che lo interessa, tanto più se ci sta lavorando direttamente. Scopre che il sito di cui si sta occupando non è altro che un sito per riciclaggio di denaro, armi, assassini professionisti e ragazze, perfino e soprattutto minorenni. Elliot apre quel vaso di Pandora che gli era stato vietato perfino di socchiudere, lo apre e viene investito dal male che vi scopre. Un male prima morale e poi fisico, quando viene trascinato fuori dal suo letto e pestato dagli stessi scagnozzi di Ray che hanno già fatto fuori il suo predecessore. La scena è in se forte, forse tra le più forti dell’intera stagione, mentre la camera si restringe su quel piccolo pezzo di cute insanguinata, i rumori attutiti di Elliot in sottofondo ci lasciano intendere che non è finita, che quello è solo l’inizio.
Proprio come un nuovo inizio lo trova la F-Society con il suo nuovo membro, una riluttante quanto risoluta Angela. La reunion tra Elliot e Angela è stata una scena senz’altro toccante, primo sinonimo del ritorno ad un gruppo unito, qualcosa che la seconda stagione aveva ancora mancato di presentare. È come se dopo l’attacco tutti avessero trovato un cammino e avessero cercato di mantenersi in carreggiata, salvo poi scoprire di non essere in grado di superare quella strada spericolata senza l’aiuto degli altri. Per Angela, che si ritrova schiacciata dal peso dei sospetti dell’FBI e delle pressioni di un ex alla ricerca di lavoro (non commenterò neppure la depressione di un curriculum piegato in quattro), l’aiuto arriva da Darlene, in grado di aiutarla se e solo se Angela sarà in grado di aiutarli ad hackerare l’FBI e salvare così entrambi il suo amico e tutti loro. Non mi aspettavo neppure lontanamente che Angela accettasse. Sia chiaro, non penso sia cattiva ma tutto il suo percorso dei precedenti episodi sembrava mirare a presentarla come una persona fredda, insensibile alle realtà esterne e decisa a proseguire per la sua strada. Un’amazzone, una guerriera che non avrebbe più accettato altra legge se non la propria. Penso che si renda conto, ora più di prima, di non essere in grado di sopportare tutto quel peso da sola, e qui entra in gioco Darlene. Benchè Elliot la voglia fuori dalla F-Society a tutti i costi, è evidente che non può restare in disparte.
Le indagini di Dom la portano in Cina, dove una serie di trattati noiosi si conclude con una sparatoria ammazza-tutti da cui esce indenne per miracolo. Il personaggio di Dominique è interessante perché, proprio come era accaduto con Elliot, si tratta di una voce fuori dal coro. Certo, vuole giustizia e sta cercando di ottenerla, ma non lo fa in quanto devota alla Evil Corp ma piuttosto al suo lavoro e a quello che il suo lavoro rappresenta. Si tratta di un personaggio onesto, paradossalmente, anche se la sua fazione non è ancora quella giusta. Posso solo ipotizzare che, alla fine, si tratti di un’infiltrata della F-Society o che addirittura si converta alla loro causa. Mi sbaglio? Non sarebbe la prima volta.
Un episodio che intenso è dire nulla o dire poco, ricco di quei monologhi da lasciarti a bocca aperta a meravigliose inquadrature degne di Emmy. Siamo quasi a metà di questa seconda stagione e l’hype non fa che aumentare. Che aggiungere? Si vede che la serie sta facendo bene il suo lavoro.
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