
Mr. Robot: Recensione dell’episodio 2.04 – eps2.2_init1.asec
Durante la partita a scacchi che Elliot ha giocato contro sé stesso (o se preferite, contro Mr. Robot) abbiamo assistito ad una nuova struggente discesa nell’interiorità del personaggio interpretato straordinariamente da Rami Malek. La guerra che Elliot ha intrapreso per confinare via una parte di sé che fino a poco tempo fa era sconosciuta, ha preso una piega inaspettata: quella dell’armistizio in nome di Darlene.
È proprio con Darlene che bussa alla porta dell’appartamento di Elliot che inizia questa puntata. Non si tratta della scena che tanto aspettiamo, che farebbe chiarezza su uno dei tanti punti oscuri (ancora per poco, si spera) della trama, ma dell’inizio di tutto. Il seme dell’idea di distruggere la E Corp, avviando una rivoluzione senza precedenti, è stato piantato proprio in questa scena, dove viene spiegato cosa facevano l’Elliot e la Darlene prima dei fatti raccontati nella prima stagione. È anche suggestivo immaginare Elliot che va in giro con la tuta di suo padre mentre effettivamente impersona Mr. Robot, quando cioè non è in controllo delle proprie azioni, e che mette su il team che si sarebbe riunito alla sala giochi. Il filo conduttore che lega questa scena/ricordo agli eventi attuali è la situazione disperata in cui si trova Darlene, alle cui calcagna c’è una FBI rappresentata da una giovane e perspicace detective rossa. È per lei che Elliot capisce che deve deporre le armi contro Mr. Robot: non può vincere una partita a scacchi contro di lui/se stesso, e allora perchè non collaborare in modo da poter realizzare tutti i propri sogni? La sequenza del sogno è un’altra chicca di questa puntata, un sogno talmente perfetto che persino Elliot capisce l’irrealtà totale della cosa.
Eppure, basta un solo campanello d’allarme (Darlene in pericolo) a farlo rinvenire da quella noncuranza nella quale si è rifugiato sia interiormente sia come luogo fisico. Continuano a moltiplicarsi ipotesi, infatti, su quale possa essere il luogo in cui Elliot davvero si trovi. Si parlava di una prigione, eppure Mr. Robot si mostra impaurito quando crede che Elliot stia per confessare i suoi crimini informatici. Che si tratti di un manicomio dove il ragazzo si è volontariamente isolato creandosi un castello mentale che possa proteggerlo? Trasfigurando, ad esempio, il secondino nella madre e il direttore della costruzione in un amabile signore che porta a spasso il cane di nome Ray. Un modo sottile per stabilire una metafora tra la sua impotenza fisica e quella mentale. È evidente che qualcosa non torna riguardo all’ambiente che circonda Elliot, rinchiuso in un luogo che gli vieta l’accesso al mondo fisico.
Seppellire l’ascia di guerra con Mr. Robot non sarà certo così facile, ma può essere un passo verso un altro sogno di Elliot: riappropriarsi totalmente del proprio io. Né dobbiamo aspettarci che la scena lato rivoluzione si faccia più chiara: sebbene ci sia stata presentata l’origine di tutto, ad oggi non si percepisce chi tiene in pugno i giocatori. Tra FBI, Philip Price, Dark Army, Joanna Wellick e il ritorno di Whiterose non si sa chi è in controllo degli altri né se ci sia un solo piano ben preciso.
Personalmente ho trovato un po’ confusionario questo groviglio di trame che si accartocciano su se stesse, ma il modo in cui Mr. Robot sa scandagliare la psiche del suo protagonista è eccezionale ed è in questi momenti che raggiunge la vetta del monte Capolavoro.
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Fantastico! 🙂 Non ci capisco nulla ma è tutto bellissimo <3
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