
Mr Robot : Recensione dell’ episodio 1.09 – eps1.8_m1rr0r1ng.qt”
You knew all along, didn’t you ? You’re gonna make me say it, aren’t you ? I’m Mr Robot
Come le stelle di un jingle pubblicitario di tanti anni fa, le serie tv sono tante. Ed ognuna è scritta pensando ad un certo pubblico di riferimento. Individuato il target che si vuole conquistare, ogni singolo episodio viene poi pensato, scritto, diretto, interpretato con in mente l’obiettivo primario di offrire a chi guarda proprio ciò che vuole vedere come se gli autori fossero chef stellati che raccolgono un’ordinazione sottointesa. Certo, il creatore della serie è libero di decidere il menù e solo chi pensa di poterlo gradire si siede a tavola. Ma, siglato questo contratto immaginario, lo spettatore si aspetta di essere accontentato finendo alle volte per degenerare in episodi che possono sembrare poco più che dei fan service. E poi arriva il nono capitolo della prima stagione di “Mr Robot” e scopri che si può scrivere anche per un altro invitato sempre presente, ma spesso considerato un mero fine per raggiungere uno scopo. Perché “eps1.8_m1rr0r1ng.qt” è realizzato da Sam Esmail pensando non ai fan della serie rivelazione di USA Today, ma al suo protagonista. A quell’Elliot di cui lo spettatore è l’amico immaginario e di cui sa molto più di quanto Elliot stesso sappia.
Mr Robot è Elliot. È questa la rivelazione di questo episodio. Ma a chi serve questa scoperta? Come Elliot domanda al suo amico immaginario, “lo sapevi già”. Si, lo sapevamo già ormai. Perché nell’episodio precedente abbiamo scoperto che Mr Robot è il padre di Elliot ed Angela ha sempre detto di aver conosciuto Elliot quando i loro genitori sono morti. Perché Mr Robot non ha mai interagito con altre persone quando Elliot era presente e quando questo è successo (in qualche discussione con gli altri membri della FSociety) i due si sono alternati come se non potessero parlare insieme. Perché Elliot era in cura da Krista che, fin dal pilota, gli ha chiesto se continuasse a vedere persone immaginarie. Perché Mr Robot è andato a recuperare Romero facendo una scenata furiosa in cui gli ha ricordato che lo sanno tutti che lui è completamente pazzo e i cambi di personalità sono il modo migliore di renderlo evidente. Perché Darlene, sconvolta dall’aver Elliot dimenticato che sono fratello e sorella, gli ha chiesto se stesse succedendo “ancora” e Mr Robot sulla tomba lo ha ammonito che “cercheranno di separarci un’altra volta”. Perché Mr Robot vola giù dalla finestra senza farsi niente, mentre le ferite appaiono sul volto di Elliot. Perché più e più volte la serie ha fatto riferimento a “Fight Club” e Tyler Durden nella scena finale (omaggiata ancora una volta qui dalle stesse note di “Where is my mind” dei Pixies suonate al piano in sottofondo nel finale di questo episodio) urla al protagonista “hai bisogno di me” e “ehi! tu hai creato me! Io non ho creato un alter ego perdente per potermi sentire meglio! assumiti la responsabilità!” in un catartico dialogo rivelatore. Troppi indizi per non arrivare ad una verità che, quindi, avevamo già quantomeno intuito se non proprio compreso del tutto. Per questo motivo, l’inesorabile crescendo che porta Elliot a quella fatidica frase non serve a noi. Non è un episodio scritto e diretto per sconvolgere chi guarda o per accontentarlo (anche se quel “you’re gonna make me say it” fa pensare anche ad un dialogo con l’autore stesso). Niente fan service, ma piuttosto un Elliot service. Perché è Elliot a dover scoprire la verità. A dover comprendere che il suo problema non è che sta parlando con un amico immaginario la cui non realtà assume a priori, ma che piuttosto è sul punto di realizzare una grande impresa (perché un piano geniale resta tale anche se è stato ideato da una mente disturbata) che ha sempre creduto opera di una persona che non esiste. Che la responsabilità è tutta sua ed è lui l’autore unico delle sue scelte. Che non è vero che “this cant’be happening, this cant’be happening” come dice la sua voce in preda al panico al cimitero perché invece tutto sta accadendo davvero (“it’s happening, isn’t it?”). E noi lo sapevamo, si. Perciò, questo episodio potrebbe essere paradossalmente quasi una delusione perché non ci dice nulla di nuovo, ma è invece un piccolo capolavoro perché, per la prima volta, non siamo noi al centro del bersaglio ma il protagonista della serie. Quel nostro amico immaginario a cui siamo noi a dovere un favore e questo episodio è il nostro modo di renderglielo.
Arrivati ad un solo episodio dal finale, possiamo dire con maggiore sicurezza quanto già avevamo capito fin dal pilota (si, Elliot, anche questo lo sapevamo già). Quando sarà il momento di pensare alla top ten delle serie dell’anno, un nome leggeremo di sicuro nei primissimi posti: “Mr Robot”.
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