
Mr Robot e il peso delle conseguenze – Recensione episodio 3.07
Era difficile proporre un episodio all’altezza di quello precedente, eppure Mr Robot c’è riuscito.
In questo settimo episodio della terza stagione tutti i personaggi sono messi faccia a faccia con le conseguenze delle loro azioni. Novelli Atlante, dovranno portarne il peso sulle spalle per chissà quanto tempo. Partiamo da Elliot, il nostro protagonista.
La scomparsa di Elliot
Elliot in questo episodio scompare. Il peso per lui è troppo grande anche solo per essere immaginato, e, contrariamente alle nostre aspettative si dissolve in Mr Robot. La cui prima reazione è rabbia controllata a stento: il suo piano, la sua rivoluzione è stata sabotata. È magnifica la scena che divide con Irving verso la fine della puntata. Una lezione di vita, oserei dire, che oltrepassa lo show e la sua trama. Irving spiega che a Mr Robot è stato permesso che la sua rivoluzione accadesse perché, come tutto il resto delle cose, era permessa dai “poteri forti”. Quelli che in questo mondo possono permettersi il lusso di fare qualsiasi cosa. Anche uccidere più di quattromila persone per un semplice capriccio. Colpo del ko per Mr Robot.
Non si può non provare tenerezza per la scena di Angela davanti al televisore. Si potrebbe quasi affermare che sia scattato un meccanismo difensivo nella sua mente che l’abbia fatta regredire ad una bambina. Sembra proprio una tenera bimba quando con il telecomando, manco fosse un giocattolo, preme il tasto del rewind ripetendo a sè stessa che ecco, ora tutti stanno bene. Nessuno è morto. Darlene, che ha già il suo peso da portare, non riesce neanche ad essere arrabbiata.
Un futuro incerto
Wellick è forse quello che ha la peggio. Giocato e preso in giro da tutti fino alla fine, persino dall’agente Santiago che stava per passare un brutto quarto d’ora, ma si è salvato in calcio d’angolo grazie agli amichetti della Dark Army. Per il povero Tyrell sarà difficile andare avanti, e a questo punto il suo futuro è incerto. Riuscirà a sopportare di essere, ancora una volta, del tutto solo ed inerme?
Incerto è anche il futuro di Dom, che non si è bevuta neppure per un attimo la messa in scena del suicidio-omicidio organizzato dalla Dark Army. Anche lei, proprio in chiusura, con un fatidico “They’re actually going to get away with this” riassume il pensiero già espresso da Irving. Persino le rivoluzioni vengono pilotate da chi ha in mano il volante, e pensare di poter cambiare le cose è pura utopia. Difficile però che il personaggio della meravigliosa Grace Gummer possa arrendersi così facilmente, nonostante non ci sia problema che la Dark Army non possa risolvere.
Whiterose l’ha infatti ampiamente dimostrato: niente e nessuno le si può mettere contro. Ha ridotto lo scontro con Price ad un capriccio. Morte e devastazione per un fine materiale e atto ad alimentare un ego smisurato. I poveri Trenton e Mobley sono soltanto due dei tanti morti, anzi quelli che la Dark Army ha eletto a capri espiatori per confezionare una storia che tutti i telegiornali ripeteranno fino a quando saranno riusciti a farla diventare assoluta verità. Un meccanismo che rispecchia esattamente quello che succede nel mondo attuale.
È dunque anche questo il grande pregio molto spesso dimenticato di Mr Robot: racconta la realtà che stiamo vivendo. Non basta ripetersi la solfa che “guardare il telegiornale è importante per capire come va il mondo”. È il modo in cui lo si ascolta e si usa il proprio giudizio per discernere quanto c’è di vero e quanto c’è di falso, che conta. Anche se, a volte, capire non fa la differenza.
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