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Minority Report: Recensione dell’episodio 1.01 – Pilot

Minority Report (2002) è stato un gran bel film. Tom Cruise, Spielberg, fantascienza. Un ottimo mix di azione e misteri con la giusta dose di interrogativi morali e tanti begli effettini speciali che all’epoca erano un vero gioiellino. Ma cosa abbia spinto la FOX a farne un seguito televisivo, proprio ora, è un bel mistero. Disperazione? Crisi creativa? Io voto per il riciclo intelligente (??). Possiamo infatti individuare un certo schema nella produzione FOX: suo era quella meraviglia di Fringe e suo è stato quella sciatteria di Almost Human. E’ un futuro prossimo ad accomunare tutti questi telefilm (in Fringe era un universo alternativo ma più progredito) e quindi una fantascienza blanda che si basa su trucchetti più o meno facili da mettere in scena: qualche skyline luccicante, vestiti vagamente eccentrici, ologrammi come se piovesse, interfacce super cool. Alla FOX avranno pensato che fosse uno spreco buttare via tutto l’armamentario.

Purtroppo se dobbiamo continuare con i paragoni, è molto più facile accomunare questo Minority Report a Almost Human (che come sappiamo è stato stroncato senza appello) che a quella meraviglia di Fringe. Dopo la vMinority_Report_101-02isione di questo pilot resta infatti quel blando senso di insoddisfazione che proveremmo nel mangiare un omogeneizzato dal sapore indefinito.

Ma affrontiamo prima di tutto un super concentrato della trama del film originale (che si ispira liberamente ad un racconto di Dick) per chi lo avesse dimenticato o non lo avesse proprio visto. Siamo nel 2054 e un programma all’avanguardia usa tre poveri ragazzi cerebralmente danneggiati e riaggiustati per prevedere gli omicidi e arrestare chi li commetterà. Il programma sta per essere allargato su scala nazionale, ma c’è un problema che viene tenuto nascosto: le visioni dei Precog non sono sempre precise e in alcuni casi esiste una versione alternativa dello stesso evento e in questa il crimine non viene commesso. Questa versione, prontamente scartata dai fautori del programma, è appunto un “minority report”. Per crimini interni e anche per via di questa incertezza nel prevedere il futuro, alla fine del film il programma viene smantellato e i Precog vengono liberati.

Ed è proprio da qui che riprendiamo con il telefilm. E’ trascorsa una decina di anni dalla chiusura del programma e i Precog hanno scelto ognuno il proprio modo per affrontare il mondo. Agatha vive ancora nella sua casetta lontana dalla civiltà, Arthur ha fatto delle sue capacità precognitive un mezzo per avere successo e ricchezza, mentre Dash è tormentato dalle visioni e dalla necessità di cercare di risolvere i crimini ancora prima che vengano commessi. Si unirà a lui le bella (ma va?) detective Vega e insieme se ne andranno in giro a risolvere crimini.Minority_Report_101-03

Tristemente è tutto qui. E la struttura caso-della-settimana pende sulla nostra testa irrimediabilmente. C’è un po’ di Person Of Interest, un pizzico di Medium e molto di qualsiasi procedurale abbiate già visto. La coppia di protagonisti non ci regala nulla di nuovo: lei è bella, testarda e determinata e ovviamente ha un genitore morto alle spalle (padre e pure poliziotto), lui ha il cuore tenero ed è tormentato ed è pure socialmente inetto (ma a corrente alternata quando fa comodo). Insieme combatteranno il crimine più o meno alla luce del giorno. Quando è apparsa la madre di lei a fare i commenti sulla vita sentimentale della figlia e fraintendendoli per una coppietta, una roteata di occhi c’è stata alla grande.

Purtroppo neanche il caso della giornata, che fa uso di piccioni viaggiatori assassini, brilla per originalità o si rivela particolarmente emozionante, ma anzi mette subito in luce la tendenza degli sceneggiatori a prendersela comoda e a piegare la logica alle proprie necessità: il ricovero di ex-carcerati pazzi che permette ai pazienti di vagare liberamente, Dash che prevede o non prevede a seconda delle necessità del momento, Vega che si aggira per le scene del crimine portandosi dietro uno sconosciuto senza che nessuno si faccia due domande.
Per ora resta dimenticato anche l’interrogativo sull’esistenza del libero arbitrio e l’incertezza delle visioni precog, che sono il vero cuore di questa storia.  E’ possibile farlo grazie ad un episodio che porta i protagonisti ad intervenire su dei crimini che si stanno svoMinority_Report_101-04lgendo proprio in quel momento, piuttosto che crimini che accadranno nel futuro. Sarà sempre conveninentemente così?

Ma siamo solo al pilot e si sa che alcuni network ritengono che il primo episodio debba essere il più innocuo possibile per suscitare anche solo una vaga curiosità, piuttosto che una forte impressione positiva o negativa.

Destano qualche motivo di interesse gli altri due precog, specialmente Arthur che risulta essere il meno definito anche se il suo aspetto mi ha creato qualche disagio. Solo a me è parso piallato a computer come se non fosse del tutto “naturale”? E’ stato un tentativo di renderlo più simile a Dash visto che gli attori non sono chiaramente gemelli? Anche il progetto Hawkeye potrebbe rivlearsi interessante, ma sì, è davvero un po’ pochino. Gli concediamo un altro paio di episodi nel caso non ci fosse proprio niente di meglio?

PS: alcuni effetti speciali funzionano anche, così come alcune idee di tecnologia futura sono abbastanza interessanti. Però totalmente senza senso e incoerenti sono stati il robot al fast food, o l’ologramma gonfiabile… really? Semplicemente orribile il braccialetto volante da selfie.

PPS: nessuno di noi ha notato il petto prosperoso della protagonista, vero? Io lo avrei sottolineato meglio.

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Lalla32

Dopo tanti anni di telefilm americani e inglesi ho scoperto i Drama Coreani e me ne sono innamorata. Hanno tutto quello che cerco in una serie: grande cura per i personaggi, una punta di magia e romanticismo e grande sensibilità. Qui su Telefilm Central cerco di tenervi aggiornati su quello che di meglio arriva dalla Corea del Sud.

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