Michael Nankin parla di Battlestar Galactica e Terminator The Sarah Connor Chronicles
Michael Nankin, che ha diretto otto episodi di Battlestar Galactica, compresa la premiere di mezza stagione di quest’anno “Sometimes a great notion”, oltre all’episodio “Mr. Ferguson is ill today”, di Terminator The Sarah Connor Chronicles, scherza “io so tutto quello che volete sapere”. Di seguito un’intervista di qualche mese fa pubblicata su iF Magazine e dedicata a Michael Nankin (Attenzione Spoiler).
iF MAGAZINE: Grande! Cosa ci puoi dire?
MICHAEL NANKIN: Proprio nulla.
iF: Figurati
MICHAEL NANKIN: In realtà non volete saperlo. E’ molto più divertente scoprirlo durante lo show.
iF: Hai episodi preferiti di Battlestar?
MICHAEL NANKIN: Il mio preferito è quello intitolato Maelstrom. E’ quello in cui Starbuck muore e noi scopriamo poco più avanti che non è effettivamente morta. Io e Katee Sackhoff abbiamo fatto un’esplorazione molto intensa ed emozionale del personaggio. Ho cercato di spingerla verso luoghi che erano dolorosi, luoghi personali verso i quali voleva in realtà andare. Sul piano del rapporto tra attore-regista è stato decisamente gratificante, un gran bel lavoro. Per cui ho un punto debole per quell’episodio. E il lavoro che abbiamo fatto è tutto lì sullo schermo.
iF: Cosa cercavi di tirar fuori dagli attori per la premiere di midseason?
MICHAEL NANKIN: Beh, come sai, l’ultima immagine che abbiamo visto in Battlestar – prima della pausa di midseason – è che sono arrivati alla Terra, una terra disabitata e nuclearizzata. La season premiere parte dallo stesso punto
e fa i conti con la ricaduta emotiva. Trentamila e rotti che cercano di arrivare alla Terra, ci arrivano, e il loro desiderio più profondo, un albero di natale pieno di luci, è invece un incubo. Ho un debole per i drammi velati di tristezza. Adoro le tragedie, ma non quelle solamente deprimenti, ma quelle che ti nobilitano, in definitiva, catartiche. Che è proprio ciò che rappresenta l’apertura della stagione. Se tutti stessero lì a deprimersi sarebbe noioso. Quindi devono accettare il fatto di essere lì e di andare avanti in qualche modo, trovare la via, trovare lo spirito, la vita. Quello che ci ha avvantaggiato è che questo episodio è stato girato durante lo sciopero degli sceneggiatori. Nelle fasi di preparazione, non sapevamo se l’avremmo girato o meno, e proprio prima di iniziare gli sceneggiatori iniziarono lo sciopero, i produttori lasciarono la città e noi ricevemmo il via libera per produrre l’episodio.
In quel momento nessuno sapeva se stessimo girando l’ultimo episodio di Battlestar Galactica o meno. Perché sapevamo che se lo sciopero fosse durato sei mesi non saremmo mai tornati. Non avrebbe avuto senso, economicamente. Quindi anche se stavamo girando poteva essere benissimo l’ultima volta, per cui ognuno ha giocato le sue carte. Tutti volevano realizzare il lavoro migliore della loro vita e tutti questi meravigliosi attori hanno lavorato al loro meglio.
iF: Pensi ci siano delle similitudini, da un punto di vista tematico o pratico, tra Battlestar e Sarah Connor?
MICHAEL NANKIN: Entrambi hanno delle robot molto sexy [ride]. Beh, ovviamente, quando hai robot umanoidi che vivono “ai piani alti” dell’umanità, devi porti il problema “cos’è l’umanità”? Possono essere considerati umani? Siamo umani come lo sono loro? E cosa significa essere umano? E’ l’esperienza, è l’essere fatti di carne e sangue, cos’è? Quindi queste domande sono il punto centrale di entrambi le serie.
iF: E’ più facile dirigere Battlestar perché non hai punti di riferimento con la cultura contemporanea, o è più facile Terminator perché invece li hai?
MICHAEL NANKIN: Battlestar è facile da dirigere, soprattutto perché è scritto in base al budget a disposizione, quindi le storie, la sceneggiatura, si adatta perfettamente alle risorse per la produzione, mentre invece Sarah Connor è sempre alla ricerca di qualcosa di particolare e questo cozza con i limiti di risorse economiche a disposizione. Abbiamo il modello con tutte le caratteristiche di un terminator, e ci sono questi pezzi enormi. Come fai a farlo in modo seriale? E però ci proviamo.
iF: Aiuta il fatto che Summer Glau, che interpreta il terminator Cameron, sia così abile nelle scene d’azione?
MICHAEL NANKIN: Lei è fantastica. L’altra cosa che le due serie hanno in comune è che hanno dei cast veramente incredibili. L’episodio che ho diretto per Terminator, a dire la verità, aveva poche scene con Summer Glau, e nessuna scena d’azione con lei. Tutta l’azione era con il terminator Cromartie (Garrett Dillahunt), Thomas Dekker e Levin Rambin. E’ stato divertente. Mi è piaciuto il modo di raccontare la storia in stile Rashomon (differenti punti di vista degli stessi eventi). Ogni volta che si torna indietro in una scena già vista, ho cercato di girarla in maniera condensata. Appena ti rendi conto “questo viene da una scena precedente”, poi ti vengono date nuove informazioni da un altro punto di vista. Volevo che nel momento in cui lo si capisce, poi si va oltre. Volevo dei riferimenti molto veloci.
iF: Su cosa stai lavorando adesso?
MICHAEL NANKIN: Sto scrivendo un pilot per la Fox e devo girare un episodio di CSI.
iF: Sei contento di lavore con Laurence Fishburne?
MICHAEL NANKIN: Scherzi? Certo. Ha prodotto e ha lavorato come attore in uno dei miei film preferiti Always outnumbered. E’ un bellissimo film della HBO basato sul libro di Walter Mosley. Non vedo l’ora di dirgli quanto mi sia piaciuto.
iF: Senti che ti mancherà Battlestar e avrai qualche parte in Caprica?
MICHAEL NANKIN: Battlestar mi mancherà disperatamente. E spero di essere in Caprica, in un modo o in un’altro. Battlestar ha cambiato il modo in cui faccio qualsiasi cosa. Ha cambiato il mio modo di scrivere, perché ora quello che scrivo deve essere molto meglio di quanto non lo sia mai stato, perché ho l’esempio di questa serie. E ha cambiato il modo in cui dirigo, perché avevo molta libertà sul set, una libertà mai sperimentata prima, che mi ha permesso di crescere come regista. Sono un regista due volte migliore rispetto a quando ho iniziato con Battlestar Galactica.