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Masters of Sex: recensione episodio 2.05 – Giants

Al centro di Giants c’è un enorme problema di messa a fuoco sulle varie situazioni, un’incapacità di inquadrare bene gli eventi con la quali ci si scontra come con un cazzotto diretto al proprio zigomo, come sa bene Bill, nuovamente preso a pugni in questa seconda stagione dopo che la puntata precedente si era chiusa con il dottor Masters che mollava cazzotti a destra e a manca.

Non è l’unico ribaltamento all’interno di questa puntata. Il primo a non capire il contesto nel quale si sta cacciando, menomazione o non menomazione, è proprio Bill, che, tra l’altro, dovrebbe rappresentare proprio colui che riesce sempre ad avere la spiegazione giusta per quanto sta accadendo; egli è la conoscenza, contrapposta al credo popolare della moglie basato tutto su “ho letto un libro dove spiegano; ho sentito dire che; ho visto cose che”. Bill è talmente incarnato nella propria conoscenza, da non riconoscere differenze fra bianchi e neri quando invece l’intera società è spaccata; la moglie incarna la deriva razzista e Gini li tratterebbe in maniera diversa nella ricerca per le loro doti fisiche non comuni agli altri uomini. Per Bill, invece, sono sovlcsnap-48461lo persone con una dose diversa di melanina.

Di fatto, nell’ospedale precedente avevano accettato la ricerca di Bill giusto per dare vita ad un night club esclusivo; nell’ospedale del quartiere nero, Bill e la ricerca sono stati accolti per forzare il processo di integrazione, facendo arrivare le pazienti bianche all’interno dell’ospedale nero, e non certo per il prestigio che lo studio potrà dare al policlinico. Insieme a Bill, a non inquadrare bene quanto sta accadendo è Gene, ignaro di trovarsi in casa l’ex amante della moglie, in realtà, non solamente sterile ma anche omosessuale. Le due donne mirano alla scalata sociale, con buona pace dei rispettivi compagni. E la stessa Betty non capisce fin da subito i motivi dell’arrabbiatura del marito, spingendosi a proporre un’adozione (processo fondato sulla fiducia). Chi invece inquadra bene le contingenze del rapporto fra Gini e Bill è la DePaul, ma Lillian, al momento, è anche il personaggio che necessità più di tutti di fiducia, di dare fiducia a qualcuno e, benchè stigmatizzi il comportamento di Virginia, non può fare a meno di aggrapparsi a lei. Anche lo stesso Bill parla di fiducia, ma al contrario della DePaul, il dottor Masters chiede la fiducia degli altri nei propri confronti. La chiede a Virginia, trovando dall’altra parte una certa qual resistenza; la chiede all’ospedale mettendo la propria parola per l’assunzione di Virginia; la chiede ai pazienti, costringendoli ad entrare in un quartiere dove non hanno la minima fiducia a recarsi. E la ripone, malamente, in Charles.

Chi invece non dispensa fiducia negli altri è Libby; caduta ormai in una fase da nazista-casalinga, continua costantemente a diffidare di Coral ricevendo in cambio due bei cazzottoni morali da mandarla al tappeto, ma non ancora ko. Da una parte il marito le da torto su tutta la linea, esortandola a scusarsi per aver costretto Coral al lavaggio dei capelli, anche se Libby, che come tutti non ha ben chiaro il quadro di quanto successo e del proprio maltrattamento, si scusa con Robert ma si rifiuta di scusarsi con Coral, colpevole di non aver eseguito un ordine e quindi d’ora in poi persona a cui dare poco credito. Dall’altra è proprio Coral a rifilare un gancio da sotto il mento alla propria datrice di lavoro, spiegandole che rimane in compagnia del proprio ragazzo solamente per le sue arti amatorie, argomento che Libby non può che ignorare visto il comportamento suo e del marito, a cui inutilmente si cerca di porre rimedio, producendo un risultato a dir poco peggiore.

vlcsnap-88944E poi c’è Betty, che di fiducia proprio non meriterebbe neanche l’ombra dopo aver riempito il marito di scemenze dalla mattina alla sera. Ma nonostante lo sbaglio, perdura in questo comportamento, finendo col baciare in bagno l’ex compagna a cui aveva chiesto di svanire.  Un gesto d’affetto a cui Gini e Bill non sono ancora arrivati, impegnati in albergo a rivoltare come un calzino la psiche del protagonista maschile, che invece di spogliare la propria donna, viene nuovamente messo a nudo nel giro di tre episodi e costretto a masturbarsi, una scena che si interrompe solo quando diventa cristallino il desiderio di Bill per Virginia. Una Virginia che all’inizio dell’episodio veniva accusata di correre dietro al proprio capo ad un minimo richiamo e che ora cerca di riprendere il controllo della situazione e di elevare sè stessa al comando. Altro ribaltamento.

E infine,  a non avere assolutamente fiducia, sono le stesse pazienti che preferiscono evitare il quartiere nero della città dove si inventano succedere le peggiocose di questo mondo. Eccoli i giganti contro i quali dovrà combattere la ricerca del dottor Masters: l’arretratezza della cultura americana e i seguaci di Martin Luther King, disposti a tutto pur di non dover più installare nel proprio ospedale una cartellonistica che divida i pazienti in attesa in categorie.

2.05 – Giants

Un episodio senza infamia e senza lode

Valutazione globale

User Rating: 3.42 ( 3 votes)

Federico Lega

Fra gatti, pannolini, lavoro, la formazione del fantacalcio e qualche reminiscenza di HeroQuest e StarQuest, stare al passo con le serie tv non è facile ma qualcuno lo deve pur fare

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2 Commenti

  1. Fede mi dispiace ma non sono d’accordo con la recensione e non tanto per il giudizio sull’episodio in sé che effettivamente, esclusa la parte della scena tra bill e virginia in albergo, è stato un po’ sottotono. Quanto per alcune cose che secondo me non sono così nette e delineate come le hai descritte tu: Libbie non è razzista, è una neo-mamma dell’america degli anni 50 che deve fare i conti con un marito che l’ha abbandonata a sé stessa e che non vuole toccare suo figlio, è insicura e necessita dell’approvazione di qualcuno sempre, la povera babysitter è l’unica persona su cui può sfogare tutte queste cose represse, io credo che anche se fosse stata bianca le avrebbe dato lo shampo ugualmente. Quello che voglio dire è che c’è una differenza tra l’atteggiamento di Libbie e quello dell’uomo che colpisce Bill nella sala d’aspetto, il razzismo è discriminazione Libbie non è intenzionalmente cattiva. Anche Ginny quando vuole spiegare a Bill che esistono delle differenze fisiche tra bianchi e neri non è razzista, ma figlia del suo tempo. Masters of sex in questo è una fotografia disarmante su un tempo, in cui molti uomini e donne credevano e pensavano cose che poi il progresso scientifico ha smentito (ricordate l’episodio sulla “ninfomane”?).
    Lo stesso vale per betty, non è una arrampicatrice sociale, proprio no. é una ex-prostituta talmente disgustata dal suo lavoro da essersi fatta sterilizzare, che ha sposato un uomo che le vuole bene e che rappresenta per lei l’unica via d’uscita in un mondo, ancora non pronto ad accettare la sua vera natura di donna omosessuale. La scena del bagno è drammatica, mostra tutto il dolore represso che betty si porta dentro, ma questo non vuol dire che non voglia bene e rispetti suo marito. L’arrampicatore sociale lo fa per profitto personale, per raggiungere mire proprie di guadagno, non per fuggire da situazioni di miseria umana…
    Bisogna fare attenzione ai personaggi, che in questo show sono molto più complessi di quanto sembrino…

  2. Sono stato un po’ sbrigativo nello scrivere. Comunque, Libby non è razzista in quanto nazista. E’ razzista poichè nonostante nell’episodio precedente Bill le dica che Carol, essendo nera ha i capelli crespi e quindi è altamente improbabile che possa avere i pidocchi, lei è comunque convinta che sia Carol il problema, in quanto nera (quindi inferiore, probabilmente sporca e quindi coi pidocchi, nonostante l’aspetto di Carol comunichi che sia tutt’altro che una ragazza sporca). L’America degli anni ’50 è un’America profondamente razzista. E molte volte anche da ambo le parti. E’ nazista invece per la svolta autoritaria che ha preso in casa (per le problematiche che hai sottolineato tu, per esercitare un controllo sulla propria vita) dove non tollera nemmeno che una persona possa avere difficoltà a pronunciare una parola.
    Gini non è razzista, o almeno per ora non c’è dato saperlo, ma fa comunque una distinzione di tipo razziale: sono neri, hanno doti diverse, forse bisognerebbe trattarli a parte nella ricerca.
    Betty invece è profondamente un’arrampicatrice sociale, ma questa non vuole essere un’accusa stigmatizzante. Ma è oggettivamente un dato di fatto. L’hai detto anche tu, Gene è la sua unica via d’uscita e lei ci si aggrappa con tutto. Non dico che non può essere affezionata a lui o che questo fa di lei il cattivo della situazione. Ma di certo la sua condizione sociale non è uguale a prima (mi pare in prima puntata c’è quel siparietto dove si meraviglia che l’abbiano chiamata signora) e dubito fortemente che avrebbe mai potuto/voluto sposare qualcuno al di fuori dell’alta società. E, come lei stessa dice in prima puntata, non ha sposato Gene per fare un favore a lui, ma per fare un favore a sè stessa. E’ una rivincita sociale la sua. Se lo merita? Probabilmente sì, ma solo perchè è un personaggio positivo e comico, non vuol dire che dobbiamo giudicare le sue azioni in maniera differente.

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