
Dov’è Mario: la nuova serie di Corrado Guzzanti dal 25 maggio su Sky Atlantic HD
Un horror psichedelico, questo il commento che gira sulle bocche del cast di Dov’è Mario durante la conferenza stampa al Teatro Ambra Jovinelli di Roma. Corrado Guzzanti torna in tv – e per la precisione su Sky – a ben quattro anni di distanza dal suo ultimo lavoro televisivo, Aniene, con una mini-serie di quattro puntate in cui conosceremo un nuovo personaggio che ha tutte le carte in regola per entrare di diritto nel grande circo umano che il comico ci ha regalato in questi anni.
Il suo nome è Mario Bambea – anzi il Dottor Mario Bambea – scrittore, filosofo, opinionista, come si legge nel comunicato stampa. “Mario è uno degli esponenti di spicco dell’intellighenzia di sinistra. Uomo d’incredibile cultura e profondo rigore professionale, Mario sta attraversando, insieme a tutto l’ambiente culturale italiano, un momento di profonda crisi.”
Una notte, di ritorno da una conferenza, Mario è vittima di un brutto incidente automobilistico e finisce in coma. Al suo risveglio l’intellettuale si ritroverà cambiato, diviso tra quella persona che conosce bene e una parte di sé che non credeva esistesse. Il suo alter-ego è tutto quello che Mario non è e non vorrebbe essere, a partire dal modo e dai toni in cui si esprime. Bizio, il nome che l’altro Mario sceglierà, notte dopo notte (è questo il momento in cui si palesa) acquisterà sempre di più una sua autonomia vitale di cui il suo “ospite” non avrà piena coscienza fino a quando le due vite non si intrecceranno.
Scritta da Corrado Guzzanti e Mattia Torre (Boris, Ogni maledetto Natale) e diretta da Edoardo Gabbriellini, Dov’è Mario porta sul piccolo schermo il tòpos del doppio declinandolo con la cifra stilistica che ha reso l’attore romano uno dei punti di riferimento della comicità italiana. E il terreno fertile per raccontare questa nuova storia è l’attuale panorama culturale italiano di sinistra, a detta di molti privo di personalità realmente preparate in grado di incarnare appieno la figura dell’intellettuale guida. Guzzanti ci tiene però a precisare che questa serie non è un requiem del mondo intellettuale. “Ci divertiva raccontare un momento di crisi degli intellettuali, che magari tra cinque anni ritornano come The Walking Dead. Ci piaceva raccontare una storia in un arco storico e politico in cui c’è stato Berlusconi, ci sono stati i girotondi e poi ad un certo punto arriva il nuovo che mette fuori gioco un certo personaggio che una volta era autorevole, guida morale del Paese, oggi un po’ chiuso nel suo solipsismo intellettuale, un po’ in imbarazzo, odiato da sinistra e da destra”. La caratterizzazione di Mario parte da qui, da quel mondo fatto di “intellettuali accusati di essere degli azzecca-garbugli a cui interessa solo il suono della propria voce”, sempre più la caricatura di se stessi, buoni solo ad occupare le poltrone di un salotto televisivo.
La serie incrocia e analizza anche un altro mondo, quello della stand-up comedy e della comicità televisiva e teatrale spicciola, spesso considerata degna solo di una fetta di pubblico ignorante e caciarone. “Se la tv leggera è per i celebrolesi, allora anch’io ne faccio parte” ha commentato il comico, tagliando alla radice ogni possibile pensiero di una sua visione critica di questa modalità di intrattenimento.
Dov’è Mario è una comedy come non ce ne sono state e ce ne sono poche in Italia – ed è lo stesso Guzzanti ad auspicare che ci sia più comicità in Italia, magari lontana “dai classici binari – ma è anche un momento di riflessione. Il progetto, come gli stessi creatori sottolineano, non prende posizione a favore di uno o dell’altro fronte. Si ride dell’intellettuale come del comico, delle loro ingenuità e del loro essere incastrati in quel ruolo, consciamente e non. Ma non è mai un sorriso amaro, è più una specie di catarsi, in cui ognuno di noi potrà scorgere quel lato buffo del suo essere o troppo serio o troppo ridicolo.
Corrado Guzzanti, Conferenza stampa “Dov’è Mario”
Corrado Guzzanti, Conferenza stampa “Dov’è Mario” (parte 2)