fbpx
CinemaRecensioni Cinema

Maria Regina di Scozia: Recensione del film con Saoirse Ronan e Margot Robbie

Titolo: Maria Regina di Scozia (Mary Queen of Scots)

Genere: Storico, drammatico

Anno: 2018 (Italia 2019)

Durata: 125 minuti

Regia: Josie Rourke

Sceneggiatura: Beau Willmon

Cast principale: Saoirse Ronan, Margot Robbie, David Tennant, Guy Pearce, James McArdle, Jack Lowden, Gemma Chan, Joe Alwyn

“L’intero ordine sociale… si schiera contro una donna che aspiri a raggiungere la reputazione di un uomo.” diceva Madame de Stael. Quasi duecento anni prima, due donne sognavano un mondo che non si appoggiasse più unicamente sulle spalle di un uomo. Vicine ma lontane, Elisabetta d’Inghilterra (Margot Robbiet) e Maria, regina di Scozia (Saoirse Ronan), hanno guidato due potenti nazioni, ciascuna nella speranza di aver dato il proprio meglio nel garantire il benessere del proprio popolo.

Gli adattamenti che hanno parafrasato per lo schermo la loro storica faida sono stati tanti: dall’Elizabeth di Shekhar Kapur fino al più fantasioso Reign sulla CW, passando per il film omonimo nel 1971 con protagonista Vanessa Redgrave. Ma come succede ormai per gran parte dei film a sfondo storico, non è la storia ad essere il cardine della pellicola. È la novità a rendere un film storico o in costume più interessante di altri. Quindi la domanda, prima di addentrarci in questa recensione di Maria Regina di Scozia, è una sola: quanto è riuscito Maria Regina di Scozia ad essere innovativo?

LEGGI ANCHE: Reign – Una fine affrettata (ma degna) per Mary. Recensione quarta stagione

Una storia già vista e (ampiamente) raccontata

La pellicola, girata dall’esordiente regista teatrale Josie Rourke, si focalizza più sulla personalità di Maria che sulla rivalità o amicizia tra le due donne/regine. Dopo la morte dell’amato Francesco, Maria torna in Scozia per riprendersi la corona ed il trono che le spetta. Un trono tenuto caldo dal fratellastro, James (James McArdle), e indirettamente influenzato dal protestante John Knox (David Tennant), il cui amore per Maria non è più profondo di quello per un sassolino nella scarpa.

maria regina di scozia film 2018
Recensione Maria Regina di Scozia, Credits: Focus Features

Desiderosa di assicurare un erede al trono scozzese e inglese, dal momento che la cugina Elisabetta è ancora senza marito o eredi, sposa Lord Darnley (Jack Lowden), scoprendo ben presto di aver scelto come consorte un uomo dipendente dall’alcool e dall’amore verso altri uomini. Ma Darnley fa (con fatica) il suo compito e Maria partorisce un figlio, James, che vedrà per l’ultima volta quando il bambino ha appena dieci mesi.

Tra una congiura e l’altra, Maria cerca di aggrapparsi al suo trono, che considera un diritto concessole dalla divina provvidenza. A differenza di Elisabetta, che è certa soltanto del proprio dovere verso la corona e l’Inghilterra, incapace di focalizzare l’attenzione su cose come un uomo che possa tradirla o un figlio che possa distrarla.

Due regine ai vertici opposti dei libri di storia

Le differenze tra le due donne/regine emergono con prepotenza in Maria Regina di Scozia, come è giusto che sia. Tutto alimenta il confronto fra Maria e Elisabetta, Scozia ed Inghilterra. Se da una parte c’è una corte giovane ed ingenua, casa di una regina altrettanto istintiva ed inesperta, dall’altra c’è la raffinata, erudita, colta corte inglese con l’elegante intelligenza di Elisabetta in cima alla piramide del potere. Sebbene le due donne continuino a chiamarsi “sorelle”, in verità non potrebbero essere più distanti. Hanno ambizioni diverse, un modo di guardare al futuro diverso. Anche le priorità sono diametralmente opposte.

maria regina di scozia film 2018
Recensione Maria Regina di Scozia, Credits: Focus Features

Maria, con un carattere più volubile della marea, ora desidera la pace con Elisabetta ora si impone come sovrana inglese. Il carattere della protagonista, sebbene interessante e a tratti anche ammirevole, è troppo impetuoso e incerto per suscitare vera empatia nello spettatore. La regina scozzese non è simpatica, è una ragazzina adolescente con una corona troppo pesante sulla testa che gioca a fare il bello e il brutto tempo.

LEGGI ANCHE: 10 libri riadattati per lo schermo nel 2018

Al contrario le scelte di Elisabetta sono sofferte, spesso più brutali delle ferite inferte al suo corpo e ad una mente già sufficientemente provati. Quando spedisce Dudley (Joe Alwyn) in Scozia lo fa consapevole di abbandonare un uomo che ama. Ma, proprio come dice al proprio consigliere, William Cecil (un eccezionale Guy Pearce), ormai è più “uomo che donna”, resa mascolina dal trono alle sue spalle.

Un cast straordinario per una pellicola meritevole

Il cast di Maria Regina di Scozia è uno dei punti clou della pellicola. Saoirse Ronan è una forza della natura, una regina guerriera, con un’armatura sia visibile che non. Aveva già dimostrato tanto in Brooklyn ma si conferma una professionista nei panni di Maria Stuarda. Margot Robbie, sebbene non faccia parte della rosa delle mie attrici preferite, è un’Elisabetta I d’Inghilterra sorprendente. Il suo sguardo è magnetico, la sua gestualità regale. Tutto fa di lei un punto essenziale per la buona riuscita della pellicola.

maria regina di scozia film
Recensione Maria Regina di Scozia, Credits: Focus Features

Il pantheon di attori che circonda le due regine e popola le rispettive corti, come due schieramenti su una scacchiera, sono straordinari. In particolare risaltano Jack Lowden, David Tennant e Guy Pearce. Se proprio bisogna puntare il dito contro una delle scelte stilistiche della pellicola, senz’altro si può notare come lo sforzo di rendere la corte inglese “poliedrica” sia eccessivo. Nazionalità e culture diverse rappresentano qui un progresso che forse non era poi così accentuato nel periodo storico interessato. Niente da dire su Gemma Chan nei panni di Bess, se non il fatto che c’entrasse poco con la scena, in generale.

Si distingue Guy Pearce, ottimo come William Cecil. Buona la sua prova nei panni del ministro deciso ma non irrispettoso della propria sovrana. Un bastone su cui appoggiarsi, se e quando la sua regina ne ha bisogno. La sua “controparte” scozzese non è da meno, con un David Tennant quasi irriconoscibile.

L’aspetto tecnico degno di un Oscar

A differenza degli attori, che possono piacere o meno, giudicare l’aspetto tecnico di una pellicola è, al tempo stesso, più semplice e più difficile. Difficile in quanto, trattandosi proprio di un film in costume, è impossibile non notare le scelte stilistiche effettuate dal team dei costumisti, dei truccatori, degli sceneggiatori e scenografi. Diventa quindi obbligatorio volgere lo sguardo a questi dettagli e analizzarli. Ma per un film come Maria Regina di Scozia diventa anche incredibilmente semplice.

maria regina di scozia film 2018
Recensione Maria Regina di Scozia, Credits: Focus Features

Alexandra Byrne (già costumista di diverse pellicole della Marvel, tra cui Avengers e Thor, nonchè delle due pellicole con Cate Blanchett nei panni di Elisabetta) riesce nel non semplice compito di rendere i costumi di un’epoca storia già ampiamente esplorata incredibilmente originali. Gli abiti delle due corti sono differenti per materiali, colori e texture, certo. Eppure in entrambi c’è l’attenzione anche al più piccolo dei particolari, con colori sgargianti nel caso dell’Inghilterra e tonalità bluastre per la Scozia. La luce e l’ombra, ying e yang.

LEGGI ANCHE: I, Tonya – Recensione del film con Margot Robbie

Spettacolare anche la minuzia nel realizzare gioielli e acconciature, impossibile da far passare inosservata. Sebbene abbia delle riserve sulle “cozze” in testa alle dame di Maria, le parrucche di Margot Robbie sono dei capolavori di artigianato, con evidente tempo e cura dedicati alla loro produzione. Lo stesso si può dire per i gioielli, in cui anche la minima collana o diadema sembrano usciti dritti dritti da un museo.

Una scenografia mozzafiato e dialoghi ben calibrati

Altro punto a favore della pellicola di Josie Rourke sono le scenografie. Con uno studio particolare della luce, che evidenzia o nasconde a seconda della necessità gli intrighi o i tradimenti delle rispettive corti, vediamo interni ed esterni straordinariamente accattivanti. La corte inglese, quasi sempre rappresentata con un castello, è pulita ma non immacolata. Gina Cromwell (già nota per il suo lavoro con Downton AbbeyOutlander) fa uno splendido lavoro con l’allestimento dei set. Proprio come Sean Barclay trova nei paesaggi sconfinati delle montagne e colline scozzesi delle location perfette per le scene all’aperto di Maria e del suo entourage.

maria regina di scozia film 2018
Recensione Maria Regina di Scozia, Credits: Focus Features

Se il castello di Maria è immerso in un paesaggio che cambia continuamente e da cui lei si muove, quello di Elisabetta è invece un castello isolato, una corte immobile nel silenzio, proprio come la sua regina, pilastro di un popolo per il quale ha scelto di essere un leader, sacrificando felicità e gioie.

Ultimo dettaglio da non sottovalutare assolutare per Maria Regina di Scozia sono i dialoghi. Si comincia con dialoghi forse troppo articolati, che sembrano scappati dalle pagine di un drama di Shakespeare, ma che man mano si rilassano in un’umanità indispensabile per le due figure intorno alle quali ruota l’azione. Beau Willmon adatta egregiamente la storia della biografia di John Guy su schermo, rendendo le parole il motore principale del racconto e non una parte secondaria.

Maria Regina di Scozia – quando un film storico sa ancora stupire

maria regina di scozia film 2018
Recensione Maria Regina di Scozia, Credits: Focus Features

Avevo poche aspettative per questa pellicola. Forse perchè pensavo di non potermi più stupire davanti ad una storia già vista. Forse perchè dal trailer mi sembrava “il solito film”. Mi sbagliavo, per fortuna. Maria Regina di Scozia è una buona pellicola, con un cast soddisfacente e un’evidente cura ai particolari che distingue un film qualsiasi da un bel film.

Le scenografie e i costumi sono senz’altro la parte più interessante del film, proprio come un’utilizzo della luce molto incisivo. Si vede che Josie Rourke è una regista teatrale senz’altro per le scelte che fa, come gli spazi ampi anche in esterna, con una fotografia che predilige anche larghe vedute dell’architettura di scena, con un sacrificio spesso anche troppo marcato dei personaggi che le popolano.

Una pellicola che non delude, che senz’altro sa sfruttare al meglio quello che possiede in termini di budget e talento. Da guardare!

Kat

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio