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Manhattan : Recensione dell’episodio 1.01 – You always hurt the one you loved

Dal 1942 al 1945 le migliori menti della fisica teorica e furono messe al servizio di quello che era noto in codice come progetto Manhattan con un solo obiettivo: fare uscire il genio dalla lampada. Espressione favolistica per alleggerire l’opprimente peso del suo vero significato. Perché il genio da liberare non è il simpatico e istrionico mago della versione disneyana della fiaba di Aladino, ma il distruttivo potere dell’energia atomica. Decine di libri sono stati scritti per raccontare ogni dettaglio di ciò che avvenne a Los Alamos, ma spesso si dimentica che anche la Storia con la S maiuscola è fatta di uomini che hanno vissuto quegli eventi senza percepirne immediatamente il significato epocale. E’ da questa premessa che prende spunto “Manhattan” , seconda serie prodotta da WGN dopo i buoni risultati ottenuti con Salem.

Manhnattan1x01frankVa subito detto che, a parte un breve cameo di Oppenheimer, tutti i protagonisti della serie sono personaggi di fantasia (anche se i due progetti alternativi per la realizzazione della bomba sono quelli che realmente furono presi in considerazione) il che lascia agli autori la libertà di partire da zero con la costruzione delle loro personalità. Un vantaggio che, tuttavia, non sembra essere sfruttato a pieno. È il caso di Frank Winter, direttore del team ideatore del progetto perdente (almeno in questa fase), e del suo antagonista Reed Akley (a cui viene dedicato, in realtà, poco spazio in questa premiere). John Benjamin Hickey interpreta con la giusta intensità un personaggio ossessionato dall’importanza vitale del suo difficile compito e tormentato da una situazione familiare sull’orlo di una crisi dovuta a quella rigida segretezza che lo obbliga ad un silenzio foriero di mille tensioni e spiegazioni irrisolte. Solo che quel che si vede assomiglia troppo a quel che ci si aspetterebbe con il capo tanto severo quanto buono che difende a oltranza i suoi simpatici sottoposti e accetta i saggi consigli del vecchio mentore. Altrettanto può dirsi per il suo antagonista Reed Akley che ha i modi fintamente gentili e l’espressione odiosa che invita subito lo spettatore a parteggiare per il suo avversario chiunque esso sia. Difetti questi che possono anche non essere considerati tali a patto che non si indulga troppo in scene che vogliono sottolineare ancora di più questo prevedibile gioco degli opposti (come la scelta di mostrare Frank e i suoi al lavoro di notte su tavoli ingombri di libri nervosamente consultati e lavagne compulsivamente scritte e cancellate, mentre di Akley e del suo gruppo vengono mostrati solo eleganti ed ordinati uffici dove tutti svolgono asetticamente il proprio compito quasi fossero meri burocrati della ricerca).

Manhnattan1x01charlieUna serie che si trovi a parlare della realizzazione della prima bomba atomica non può esimersi dall’affrontare anche il tema etico del confine tra ciò che la scienza può fare e ciò che è giusto fare e della moralità di creare un’arma capace di sterminare intere città con i loro innocenti abitanti con il pretesto di salvare vite altrettanto incolpevoli. Domande alle quali non è mai stato facile rispondere e che rischiano di fare della serie lo scomodo bersaglio del fuoco incrociato di esagitati sostenitori di tesi avverse. Sarà, forse, per questo che gli autori delegano questa incombenza al personaggio di Charlie Isaacs, il brillante giovane appena assunto il cui incontenibile entusiasmo per la Shangri – la in cui si trova a vivere è quasi pari solo alla riluttante accettazione di una moglie scontenta tanto della nuova situazione quanto della sua segretezza. Da questo primo sguardo alla sua storia, sembra di capire che non saranno i dilemmi etici a tormentare Charlie quanto piuttosto il rischio di perdere la serenità familiare appena costruita e sottolineata da dialoghi che riecheggiano troppo quelli di una poco originale soap opera. Tuttavia, Charlie sembra troppo intelligente e troppo tormentato per essere credibile. Gli basta un semplice sguardo ad una asciutta pagina di formule astratte per comprendere che è lì per realizzare una bomba atomica quando solo una minima parte delle persone coinvolte nel progetto Manhattan erano in realtà a conoscenza dello scopo finale della missione. Al tempo stesso, la sua profetica preoccupazione per un futuro in cui più paesi possano essere in possesso di armi così letali (e l’accenno alla Cina è davvero troppo in anticipo sui tempi) appare una forzatura stonata se si tiene presente che quasi nessuno dei fisici coinvolti (nemmeno gli stessi Oppenheimer e Fermi) avevano intuito il vero potenziale degli ordigni atomici che stavano realizzando e le conseguenze geopolitiche e per nulla si fecero influenzare da queste remore.

Manhnattan1x01lizaLos Alamos era una struttura sicuramente omocentrica coerentemente con la società dell’epoca dove alle donne era riservato principalmente il ruolo di moglie devota e madre amorosa. Ma Los Alamos era anche un’enclave separata dal resto dell’America e proprio questo suo essere nascosta al mondo consentiva alle donne di evadere dalle convenzioni imposte per sperimentare nuove forme sociali. In Manhattan vediamo, quindi, non solo le classiche mogli interessate a fare comunella tra loro per compensare le assenze di mariti troppo impegnati, ma anche una donna scienziato trattata alla pari dai suoi colleghi (la Helen Prins del gruppo di Frank) e una decisa consorte che non esita a mostrare la sua cultura e a rifiutare una presunta debolezza (quel “non sono un fiore” detto da Liza al marito Frank). Stona, da questo punto di vista, la presenza della ribelle figlia di Frank perché (almeno per ora) sembra una aggiunta non necessaria.

Manhattan si pregia di una location di eccezione (con il deserto del New Mexico che restituisce la Los Alamos dell’epoca ed offre lande assolate spazzate dal vento con cieli limpidi che sono una gioia per gli occhi) e di una quasi maniacale attenzione nel riprodurre la moda, la musica e gli arredamenti degli anni 40. Ma il tutto rischia di essere solo una confezione tanto luccicante quanto deludente se la serie non saprà riempire questa sontuosa scatola con un altrettanto interessante regalo. Questo pilot suggerisce che le premesse ci sono, ma il rischio di scadere in una soap opera con bomba atomica è comunque alto. Proprio come con ogni esplosivo, il consiglio è uno solo: maneggiare con cautela.

1.01 - You always hurt the one you loved

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User Rating: 2.65 ( 1 votes)

Winny Enodrac

Vorrei vedere voi a viaggiare ogni giorno per almeno tre ore al giorno o a restare da soli causa impegni di lavoro ! Che altro puoi fare se non diventare un fan delle serie tv ? E chest' è !

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1 commento

  1. Sono completamente d’accordo con te, Winny! Fotografia molto curata, regia ben fatta e ambientazioni interessanti, ma… La prima cosa a cui ho pensato quando ho visto i prefabbricati in cui vivono è stato il progetto Dharma (sigh!). Tornata in me ho cercato il più possibile di vedere se effettivamente dentro questa “confezione luccicante”, come scrivi tu, ci fosse del contenuto interessante. Per ora la mia risposta é nì.
    Qualche spunto qua e là c’è ma il rischio che diventi davvero una soap opera, e riprendo di nuovo le tue parole, è molto molto alto. Mi riservo almeno un paio di puntate per capire se vale la pena o no seguirla..

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