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Luke Cage: Recensione dell’episodio 1.01 – Moment of Truth

Rendere umano ciò che umano non è. Questo è il primo ostacolo che Luke Cage doveva superare per riuscire ad essere un telefilm credibile. A differenza dei suoi predecessori, infatti, Luke è praticamente la versione Marvel di Superman, dotato com’è di super forza, resistenza ai proiettili e tutto il resto delle cose che lo rendono praticamente immortale. Eppure se Superman è sostanzialmente un alieno, Luke a prima vista lo si potrebbe scambiare per uno di noi.

Luke CageDue lavori per poter mangiare e a stento pagare un affitto, un tragico passato alle spalle che non vuole saperne di andare via: Luke annaspa nella vita di tutti i giorni di Harlem, quartiere afroamericano di New York, dove la vita non è semplice per nessuno.
Chi non ha famiglia è costretto a cercare lavoro come criminale in strada, dove ovviamente c’è sempre qualche boss della mala disposto ad offrire dei soldi, molto spesso in cambio della vita. E, ovviamente, il detto boss è immischiato fino al collo in traffici illegali di armi, a stretto contatto con la star nascente della politica di turno.
Il classico schema, insomma, della città corrotta da redimere. Non dovremmo stupirci di ritrovare uno schema che già conosciamo bene: quello che può sembrare “già visto” è in realtà soltanto la base standard per ogni storia con un super eroe.

Il personaggio di Cottonmouth (Mahershala Ali) è ben delineato fin dall’inizio: il classico boss di quartiere che non ha problemi a sporcarsi di sangue, uccidendo uomini come se stesse schiacciando formiche. Eppure la situazione ci viene presentata in una maniera inusuale, lo vediamo subito in difficoltà. La prima vicenda che lo riguarda di cui noi spettatori veniamo a conoscenza è il fallimento di una delle sue operazioni di vendita di armi.
Nel giro di 30 minuti, insomma, lo vediamo prima troneggiare sul suo impero per poi uccidere con i suoi stessi pugni uno scagnozzo infedele, che ha mandato all’aria una vendita. Ma questo è un po’ il mood generale dell’episodio, che ci catapulta in medias res.

Luke CageImmancabile il detective di turno, Misty Knight (Simone Missick), che già dopo venti minuti fa la conoscenza (leggi: finisce a letto) con Luke. Questa e la scazzottata finale sono le uniche scene un po’ telefonate, per quanto avranno entrambe un significato importante ai fini della trama. Il nostro Luke Cage, infatti, nei momenti finali del pilot sembra già essere una persona diversa.

In Jessica Jones il personaggio non era nel suo habitat naturale, per così dire, e qui nei primi minuti lo abbiamo ritrovato che si è già lasciato alle spalle tutta l’esperienza con la povera Jessica, e tormentato da quei fantasmi del passato che non andranno mai via: la moglie e la prigione con annessi esperimenti.

La particolarità e la bellezza di questo pilot stanno proprio in questo: le risposte ci verranno date in un secondo momento, tutte. Neanche una ora. Adesso è importante per Luke capire in che modo alleviare quel senso di colpa dovuto alla morte della moglie, e anche quel senso di colpa improvviso che prova quando viene a sapere che Chico, che poco prima aveva visto andare via con una pistola carica, è ora coinvolto in un pasticcio grandissimo. In fondo è un solo senso di colpa a dominarlo: la consapevolezza di poter davvero cambiare le cose, che contrasta con una indifferenza totale per quello che gli succede attorno.

Luke CageIl pilot fa questo, mette Luke in carreggiata per poter tirare dritto verso una stagione dove si schiererà in prima linea contro tutti coloro che vogliono corrompere ancora di più Harlem. Alla fine Luke, un essere umano come tutti, decide di superare la propria indifferenza e schierarsi da una parte (e mai titolo fu più azzeccato). Superman un par di balle.

Non è un pilot esplosivo né fa gridare al capolavoro, ma è esattamente il pilot che serviva a questo personaggio per potergli permettere di non sfigurare nei confronti dei suoi cugini Daredevil e Jessica Jones. È impossibile restare delusi con i prodotti Marvel/Netflix.

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Mario Altrui

Web Content Editor per Telefilm Central dal lontano 2014. Scrivo pareri soggettivi richiesti da nessuno sulle mie serie televisive preferite.

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3 Commenti

  1. Io non sono molto convinta e magari come con tutti i prodotti Netflix dovrò ricredermi

  2. Ho visto anche il secondo episodio, finora tutto nella media e non grido al capolavoro.
    Però mi sembra comunque un prodotto guardabile, anche se (per ora) inferiore a Daredevil o Jessica Jones.

  3. Vero. Rispetto alle altre 2 serie, fa decisamente fatica a decollare nell’interesse…almeno, a mio parere.

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