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Limitless: recensione dell’episodio 1.02 – Badge! Gun!

Devo ammettere d’aver atteso con un misto di eccitazione e paura il secondo episodio di Limitless. Dopo un adrenalinico pilot che sembrava promettere in parte una trama che non fosse banalmente verticale, la preoccupazione era proprio di vedere queste promesse infrante e assistere all’ennesimo schematico procedural di cui proprio non sentiamo bisogno.

Il primo episodio non era bastato a definire il genere di serie tv proposta: tra la presentazione del personaggio e l’inserimento di quest’ultimo nel contesto, e soprattutto considerato proprio quest’ultimo, era necessario dover fare i conti con questa tipologia. Con il secondo episodio, invece, s’inizia a fare chiarezza quantomeno sulle intenzioni.

LimitlessEbbene, il secondo episodio sembra partire piuttosto bene, con una carrellata di scene che ritraggono il protagonista alle prese con le procedure burocratiche per entrare a far parte dell’FBI come consulente esterno. Un’ottima apertura, che si riallaccia perfettamente alla chiusura del precedente e che lascia correre su dettagli che altrimenti avrebbero diluito inutilmente la trama; inoltre il montaggio così veloce di queste scene risulta brillantemente studiato per spezzare un po’ la serietà che si respirava nell’aria dopo l’ingresso in scena di Bradley Cooper ed il suo Eddie Morra (di cui ancora non si sono ben capite le intenzioni). Senza contare che il tutto sembra studiato per adattarsi alla velocità di pensiero di Brian sotto l’effetto di NZT, come se sul piano tecnico stiano cercando di metterci addosso i panni del protagonista; devo ammettere che funziona, sembra quasi di essere tirati a forza nella scena e di essere messi in corsa insieme a Brian. In ultima battuta le trovo anche piacevoli, aiutano ad altalenare il ritmo della puntata, che altrimenti potrebbe risultare piatto.

Subito dopo infatti la scena frena bruscamente e ritroviamo un Brian annoiato, con l’NZT in circolo senza però avere concretamente qualcosa su cui lavorare per poi riprendere leggermente velocità insieme al protagonista nel momento in cui decide di “cambiare” aria e fuggire per qualche ora.

E di nuovo si alternano acceleratore e freno, carrellate e scene più estese per bilanciare il ritmo della serie.

limitlessEppure, nonostante sulla tecnica non ci siano sbavature, nella sostanza assistiamo banalmente ad un nuovo caso da risolvere con tutti gli accorgimenti più o meno tipici di un classico procedural: il primo sospettato che non è mai il vero colpevole, la vittima che risulta essere solo un danno collaterale e via dicendo.

Inizio a sbadigliare; come accennavo all’inizio una serie del genere è tutto quello di cui non ho bisogno. Il resto dell’episodio scorre più o meno liscio su questo modello ‘riciclato’, con l’unica eccezione di avere un buon protagonista dalla sua grazie alla convincente interpretazione di Jake McDorman.

Ma davvero niente di nuovo: quella del genio sfrontato al servizio della legge è vecchia scuola ed è subito ovvio che non basta un personaggio solo a tenere su il livello di un episodio o di un’intera stagione. Complessivamente l’episodio è qualcosa di già visto e nonostante regia e montaggio provino a mantenere il livello di adrenalina del pilot, il contenuto è quasi soporifero. Buona la parte riguardante Brian e la sua famiglia, l’unica a rendere la trama un po’ meno verticale e a regalare un po’ di continuità al contenuto degli episodi. E infatti non tutto è perduto; proprio mentre stavo per arrendermi, ecco la svolta: Eddie Morra continua a controllare Brian infiltrandosi anche nella casa del padre, ricordando al protagonista di essere completamente in trappola, alla mercé di questo misterioso Senatore.

LimitlessLa curiosità è tanta, ma non so se può definirsi sufficiente; diluire la vera trama in una ‘pappa’ procedurale può aiutare a tenere di volta in volta gli spettatori, ma per quanto?

Quel che invece ‘devono’ al pubblico è, prima di tutto dimostrarci di non essere l’ennesimo CSI con protagonista Sherlock Holmes.

Non mi sento completamente delusa dal secondo episodio, ma sicuramente annoiata, effetto che i procedural hanno iniziato a farmi ormai da diverso tempo. Mi devono un po’ di più nel prossimo episodio per poter riportare le aspettative lì dove le avevo lasciate con il pilot.

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3 Commenti

  1. Il protagonista ogni tanto ti fa proprio venir voglia di picchiarlo forte, ma devo dire che sono stati bravi a creare un misto di simpatia ed insopportabilità così ben dosato. Per il resto concordo con te. Il ritmo è buono e le trovate narrative, come lo sdoppiamento di Brian, funzionano… ma è pur sempre un procedurale. Vedremo.

  2. Condivido il giudizio, l’ennesima variazione sul poliziesco con un “genietto” al servizio della legge. Già visto e rivisto insomma. Discreto intrattenimento e nulla di più

  3. È tutto ‘troppo’ già visto e, come ha precisato anche Lalla nel suo commento, non può reggersi tutto sulle spalle di Brian. Per quanto geniale il personaggio è insufficiente. Che sia un procedurale poi è palese al momento. Spero si siano corretti in corsa.

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