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Life in Pieces: Recensione dell’episodio 1.01 – Pilot

lifeinpieces_date Una grande famiglia. Quattro piccole storie: questa la tagline che ci introduce una delle novità del palinsesto invernale targato CBS. Creata da Justin Adler, già produttore di Perfetti… ma non troppo e di Better Off Ted, Life in Pieces vanta un cast di eccezione, capitanato da James Brolin e Dianne Wiest.

Che sia chiaro, non che ci sia molto di nuovo in quello che vediamo in questo pilot. La serie segue le vicende di una grande famiglia americana, gli Short, alle prese con le vicissitudini della vita, delusioni, amori e gioie. Lo stile e la regia ricordano molto Modern Family, ma qui a fare la differenza è proprio il cast e quell’alchimia tra gli attori che si avverte sin dalle prime battute.
L’episodio si divide in quattro parti, ognuna delle quali presenta un membro della famiglia e la fase della vita che sta attraversando. Dall’adolescenza alla paternità fino a quel momento a cui non si può sfuggire.
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The First Date. Il primo appuntamento a volte può essere traumatico, specie se nel bel mezzo di una pomiciata sul divano della donna che stai corteggiando ti accorgi che il suo ex vi guarda singhiozzando.
Ma la serata può diventare ancora più imbarazzante se decidi di portare la tua amata a casa dei tuoi fingendo di vivere da solo e ti ritrovi i vecchietti comodamente seduti sul divano a guardare un film di Steven Seagal. Ma, ovviamente, al peggio non c’è mai limite, come all’imbarazzo..

The Delivery. Uno dei giorni più belli per una famiglia è l’arrivo, o la consegna, di un nuovo membro. Un’onda di gioia invade i cuori dei neo-genitori, pronti a regalare tutto il loro incondizionato amore al loro piccolo. Eppure non è così: gli equilibri in casa vengono improvvisamente stravolti, distrutti. E non sono l’unica cosa a rompersi..
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The College Tour. Il tempo corre veloce e tu non te ne accorgi. Ed è così che tuo figlio è finalmente pronto a prendere il volo e andare al college, tua figlia ha il suo primo ciclo e la più piccola di famiglia, quella che speravi rimanesse ancora per un po’ pura ed innocente, scopre che Lui non esiste. Ma non preoccuparti, ci penserà tuo marito a ricordarti che sei vecchia.

The Funeral. Tutti (forse non tutti) abbiamo almeno una volta fantasticato sul suo nostro funerale. Per quanto sia macabro come pensiero, ognuno di noi (ok, forse qualcuno no) ha pensato almeno una volta a cosa potrebbero dire sulla sua persona. Allora perché non festeggiare il compleanno con una bella bara e mettere in scena una veglia a cui non potremo mai partecipare?

LifePieces_pilot101Siamo ancora alle prime battute ed è ancora presto per dire se effettivamente sia una serie da seguire o meno. Di certo le premesse non sono poi così male. Tra tutte  le storie sicuramente la seconda e la quarta sono quelle più originali e più esilaranti.  Ma è alla quarta che è affidato il compito di non solo di far ridere ma anche quello di far sorridere. Riunita intorno ad una bara, per ora fortunatamente vuota, la famiglia Short si trova a ragionare su quanto la vita sia breve e quanto sia importante apprezzare anche quei piccoli pezzi di vita che nel momento in cui li viviamo ci sembrano inutili ma che fanno parte di un grande bellissimo puzzle di cui non scorgiamo la vita.

Una fetta di ottimismo, quattro o cinque gocce di goffagine e un bel cucchiaio d’amore: questa potrebbe essere in sintesi la formula magica proposta da Life in Pieces. Perché non c’è niente che non si possa superare con un sorriso. O con un cucchiaio di gelato.

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Valentina Marino

Scrivo da quando ne ho memoria. Nel mio mondo sono appena tornata dall’Isola, lavoro come copy alla Sterling Cooper Draper Price e stasera ceno a casa dei White. Ho una sorellastra che si chiama Diane Evans.

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