
Les Revenants: Recensione dell’episodio 2.05/2.06 – Mme Costa/Esther
Superato il giro di boa, la seconda stagione de Les Revenants prosegue dritta verso un finale che dovrà per forza di cose riannodare alcuni dei tanti fili che si sono intrecciati nel corso degli episodi andati in onda. O almeno è questo quello che sperano in molti. La verità, secondo me, è che tutto, volutamente, rimarrà perlopiù nebuloso, perché uno spiegone generale negli ultimi episodi non lo digeriremmo a dovere, e da una serie come questa sarebbe una vera e propria caduta di stile.
Appare chiaro che agli autori non interessi dare tutte le risposte del caso. Non è questo il loro intento e non lo è mai stato fin dall’inizio. C’è poco e niente di razionale in una serie come questa. Inutile anche attendere una qualche spiegazione scientifica sul ritorno in vita dei morti. C’è invece la volontà di lasciare a chi guarda i dubbi sul concetto di morte e di vita, di trovare all’interno di se stessi le domande ai grandi interrogativi della vita, di come reagire ad un evento inspiegabile e fuori dall’ordinario (e qui le analogie con un’altra serie, The Leftovers, si sprecano).
Sarebbe inutile soffermarsi a parlare più di tanto di Victor, su quanto il suo personaggio sia il fulcro intorno al quale gira l’intera serie. Si sprecherebbero le teorie sui poteri soprannaturali che ha, sul prevedere le cose prima che accadano per molti dei revenant, quasi come fosse al tempo stesso un angelo o un diavolo della morte.
Allo stato dei fatti, non si trarrebbe una conclusione plausibile neanche sul misterioso piano ordito da Lucy. Che intenzioni ha? Qual è il suo scopo finale? È buona o cattiva? Per non parlare dell’improvviso stato di mutismo che ad un certo punto colpisce alcuni dei revenant facendoli passare “dall’altra parte” o il ritorno in massa delle donne vittime della violenza di Serge. Ogni revenant ha una sua storia ben precisa e un passato alle spalle che può servire da indizio. Ma è difficile giungere ad un disegno finale che unisca tutti i puntini.
Il secondo dei due episodi si conclude con la famiglia Seguret che, dopo tanto cercarsi, è arrivata finalmente a ritrovarsi. Ma c’è da superare l’ostacolo dei revenant muti e inquietanti prima di trovare un po’ di serenità.
La fiducia per un finale soddisfacente c’è, ma la paura di un senso di incompiutezza e un voler rimandare il tutto alla prossima stagione (per altro, a quanto so, non ancora confermata) resterà vivo ancora per qualche giorno, fin quando non scorreranno i titoli di coda dell’ottavo e ultimo episodio.
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