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La Teoria del Tutto: la recensione del film sulla vita di Stephen Hawking

Titolo: La teoria del tutto:

Genere: dramma

Anno: 2014

Durata: 124 minuti

Regia: James Marsh

Sceneggiatura: Anthony McCarten

Cast principale: Eddie Redmayne, Felicity Jones, Maxine Peake, Elaine Mason, Charlie Cox, Jonathan Hellyer Jones, Emily Watson, Beryl Wilde ,Guy Oliver-Watts, George Wilde,David Thewlis, Dennis William Sciama,Harry Lloyd, Brian, Simon McBurney

Anni sessanta, il mondo è in fermento. Cambridge, un dottorato in tasca e il mondo ai suoi piedi. Stephen Hawking è un privilegiato, dispone di un intelletto fuori dalla norma. Come tutte le menti geniali, spesso appare svogliato e superficiale agli occhi di chi non dispone di cotanta intelligenza. Tra un teorema di fisica quantistica e un party, conosce Jane (interpretata da Felicity Jones), studentessa di letteratura e sua autentica eroina. Il loro rapporto nasce tra numeri di telefono passati tramite fazzoletti, tra la timidezza tipica di quell’età e la vergogna di ballare in pubblico. Ateo risoluto lui. “Un fisico non può permettersi di credere in Dio”, dice. Lei, credente e praticante.

Stephen, dietro occhiali spessi e lavagne dipinte di formule al gesso, è felice. Un giorno, però, tra un’equazione e un assioma, la vita decide di abbatterlo. Cammina tra i giardini del campus, improvvisamente le gambe lo abbandonano e cade inerme sui ciottoli grigi. Morbo di Duchenne-Aran, questa è la diagnosi. Perderà la parola e la capacità di controllo dei movimenti volontari; ma di certo non gli mancheranno l’amore incondizionato di Jane e la passione per la scienza. Continuerà, infatti, a impegnarsi nella studio delle leggi che regolano l’universo: la teoria del tutto dove non c’è spazio per dei e religioni.

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La Teoria del Tutto

La Teoria del Tutto: tutto è possibile con l’impegno e la passione

La Teoria del Tutto, diretto da James Marsh, celebra meritatamente la figura della sig.ra Hawking. Donna capace di svolgere il ruolo di madre, amante, scienziata, infermiera e voce di un genio reso muto dalla vita.

L’attore protagonista, Eddie Redmayne, vincitore dell ’Oscar come Miglior Attore, si è dimostrato ampiamente all’altezza del ruolo assegnatogli. La protagonista femminile, Felicity Jones (candidata per il premio come miglior attrice protagonista), svolge con consapevolezza ed eleganza un ruolo difficile.

James Marsh è stato abile nel rappresentare la condizione fisica di Hawking, con scene crude e ricche di pathos. Hawking, privato della sua corporeità, è un’idea così chiara e forte che non ha bisogno di un corpo per essere spiegata, una splendida idea che merita di essere ricordata ogni giorno per sostenere tutti coloro che pensano di non farcela. Il monito che ci lascia questo film è molto prezioso: impegno e passione fervida sono i mezzi per poter scalare le vette più alte dell’esistenza umana, anche le più impervie e aspre.

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Consiglio la visione di questo film, tralasciando gli aspetti cinematografici, “La teoria del tutto” è capace di sorprendere e di commuovere in maniera autentica e genuina.

La teoria del tutto: la recensione

Struggente

Valutazione Globale

User Rating: 4.04 ( 8 votes)

Salvatore Giannavola

Esemplare ghiotto di notizie, onnivoro di contenuti con un occhio di riguardo per il cinema in tutte le sue forme.

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3 Commenti

  1. ll problema è proprio quel “cerca disperatamente di commuovere” perché il film non fa altro dall’inizio alla fine. Io capisco che l’uomo brami sentirsi raccontare storie tristi e disperate di eroi che sono riusciti nonostante mille peripezie, ma anche basta. Questo film sembra uno di quei documentari sui cuccioli di tartaruga che devono arrivare al mare senza essere sbranati da qualche gabbiano, non si può fare a meno di tifare per il “carino e indifeso di turno”. Quello che voglio dire è che ci sono storie che meritano di essere raccontate in un momento e in un modo corretto, qui è tutto troppo facile, tutto troppo semplice e patinato per risultare interessante e originale. Questa pellicola vincerà l’oscar come l’anno scorso successe con 12 anni schiavo, perché i buoni alla fine pare vincano sempre anche se è la narrazione originale a pagarne il prezzo.

  2. A me è piaciuto molto questo film, ho trovato molto realistico il modo in cui è stata tratteggiata la figura della sig.ra Hawking ed è lei, infatti, a commuovere durante il racconto! Non concordo con te Cate, perché io non ho trovato il personaggio di Hawking “cucciolo indifeso di turno” anzi il film è interessante proprio per questo, non si dice mai “poverino” e non si tifa per lui perché è malato. Hawking non è buono e quindi vince la malattia, “vince” la malattia perché è un uomo di scienza che non si arrende mai… semmai “poverina” si pensa della moglie…
    Sicuramente la narrazione non è originale, su questo vi do ragione ma tutto sommato l’ho trovato un buonissimo film con un messaggio molto bello, messaggio apparentemente banale in sé ma così difficile da mettere in pratica nella vita di tutti i giorni.
    p.s io ho visto il film il lingua originale e Eddie Redmayne è stato sensazionale!

  3. Ho guardato questo film perché invogliata dai commenti stra-postivi e incuriosita da un trailer emozionante.
    Non sapendo che è la trasposizione della biografia scritta da Jane, non capivo come mai ci fossero così tanti dettagli sulla sua vita e il rapporto con Johnatane – mentre guardavo il film – ho assurdamente pensato che quello fosse un passo del tutto inventato, giusto per dare un tocco fictional alla storia.
    Ho, poi, capito di aver dedotto una cretinata, ma comunque la faccenda non mi ha convinta.
    Il film è bello, reale, crudo, forte e interessante però se non si è preparati a seguire una storia in cui Hawking non è davvero al centro potrebbe non piacerci e deludere un pochino.
    Non dico che manchi di qualcosa, piuttosto è decisamente modesto e meno d’impatto di quel che ci si può aspettare.
    Ma questo è il problema di tutto ciò che viene spinto, pubblicizzato e bombato da trailers e sponsor, non può che deludere tutti, in fondo.

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