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La Porta Rossa: il ghost mistery di Rai Due conquista il pubblico

Il successo della prima stagione aveva aperto al mercato internazionale grazie a una produzione dal linguaggio innovativo per la fiction italiana.

La fiction italiana trova la via dell’esportazione. E’ dai tempi de La Piovra – esclusa la saga di Montalbano – che in Italia non si realizzano serie TV di una certa presa e dal linguaggio internazionali. E il caso vuole che la crescente fame di serialità televisiva trovi proprio in un certo regionalismo la chiave del successo.

La Porta Rossa, un linguaggio innovativo per la fiction italiana

E’ stato il caso di Gomorra, probabilmente il debutto più eclatante degli ultimi anni con grande acclamazione di critica e pubblico, ed ora è il turno de La Porta Rossa. Con una differenza di non poco conto: che il primo è un prodotto realizzato da una TV a pagamento – pensato quindi per un pubblico “di nicchia”-, il secondo dalla TV pubblica.

Gomorra trova il suo mood in una Napoli cupa e frenetica, La porta rossa in una Trieste notturna e liquida. Due città di mare, con due identità molto diverse, quasi agli antipodi non solo in quanto sud e nord.

La Porta Rossa

La tecnica di ripresa è “sporca” fatta di camere a mano, piani sequenza, chiaroscuri molto netti e improvvisi squarci di luce. La scuola americana della fiction di qualità ha insegnato qualcosa, e sembrano lontani anni luce le telecamere fisse, i teatri di posa, la pulizia del doppiaggio, il tappeto musicale banalotto. Il crescendo di fine episodio, ad esempio, per arrivare al cliffhanger sulla settima sinfonia di Beethoven è un’ottima trovata. A scapito di una certa incomprensione delle battute (nel caso di Gomorra si opta per il dialetto napoletano, ne La Porta Rossa alcuni dialoghi sono sussurrati) l’audio in presa diretta accoglie i rumori di fondo e registra le espressioni più autentiche dell’attore.

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La storia convince anche con qualche sbavatura

Qualcosa in realtà dal punto di vista recitativo in La Porta Rossa non ha funzionato come avrebbe dovuto, indebolendo a mio parere la parte sentimentale. In relazione all’intreccio poliziesco, ben strutturato e con efficaci colpi di scena, quello riguardante la storia d’amore fra i due protagonisti e il rapporto della ragazza medium con la madre e la zia ha avuto momenti altalenanti.

Nel complesso la storia avvince e tiene incollati allo schermo, con la ferma sensazione a fine puntata di non voler perdersi la successiva. Inoltre il battage dei social ha contribuito a formare una sorta di comunità e la presenza di un numero costante di spettatori ne è la prova.

I motivi del successo

I motivi del successo sono dovuti soprattutto nella ricerca da parte degli autori di un target più giovane e smaliziato, e non mi stupirebbe che così come nel mio caso, molta parte dell’audience sia tornata alla TV generalista dopo anni di visioni “alternative”. Non è solo la verve creativa di Lucarelli & Rigosi a garantire l’originalità della scrittura, è anche una strizzata d’occhio a prodotti già noti ad arricchire il piatto, quasi un citazionismo così caro a cinefili e serial-addicted. Viene citato esplicitamente Il Sesto Senso, l’incipit è molto simile a Ghost, la sigla pare quella di True Detective, mentre lo svolgimento ricorda il videogame Murdered: Soul Suspect, nel quale un ispettore fantasma indaga sulla propria morte aiutato da una ragazza medium che deve ritrovare la madre…

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La Porta Rossa

Il citazionismo che ha conquistato Cinefili e serial-addicted

Che il “citazionismo” sia un elemento fondante della comunicazione postmoderna, lo dimostrano successi planetari come La La Land. Nulla di dirompente, quindi, ma di sicuro rivoluzionario per una TV pubblica che dopo 40 anni torna a raccontare di fantasmi, di morti cruente… (e di poliziotti cattivi!). Qualcosa di simile mancava dai tempi de Il Segno del Comando o Ritratto di donna velata, sceneggiati in bianco e nero di grandissimo successo all’epoca, che indagavano il mondo del paranormale.

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A questo punto, visto il finale aperto, come nella miglior tradizione delle TV series americane, ci aspettiamo una seconda stagione che potrebbe – stando agli sviluppi da videogame e alle apparizioni di un altro misterioso fantasma – riservare all’aspetto gotico un ruolo ancora più sorprendente.
Per chi si fosse perso la visione della prima stagione, questa sera 13 gennaio, andrà in onda la replica su Rai due.

Stefano Scarpa

Digital designer e autore. Ha pubblicato il giallo "Il cimitero" con Porto Seguro Editore nel 2020. All'attivo altri romanzi editi su Lulu.com. Nato a Trieste nel 1968 vive a Roma dove si è laureato in Lettere a La Sapienza nel 1995 e sposato nel 2018.

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