
La felicità è un sistema complesso: Recensione del film in anteprima al Torino Film Festival
La felicità è un sistema complesso è un bel film. La felicità è un sistema complesso è una favola, un racconto canonico con finalità edificante, senza plot twist stupefacenti, anzi con una linearità a tratti disarmante che sembra ricordare quella dell’americano Tra le nuvole di Jason Reitman con George Clooney, ma la sua forza è proprio qui, è la storia che ci si aspetta, che scorre liscia, che viene gestita molto bene e girata anche meglio, con un Mastandrea che vale da solo il prezzo del biglietto.
Se vogliamo trovare un primo merito lo possiamo vedere nella regia di Zanasi, che torna a lavorare dopo molti anni e dopo Non pensarci. Zanasi si dimostra un regista capace, con regia che prende molto dal videoclip e sicuramente è più impostata su un registro che in modo un po’ semplificato potremmo definire “americano” con ritmi, qualità dell’immagine e capacità di dirigere la macchina. L’uso della musica integrato al racconto è omogeneo e le scelte musicali oltretutto convincono. Troviamo inquadrature pulite e intelligenti. Queste qualità, per una parte della critica italiana, saranno sicuramente fumo negli occhi, perché non ci sono “materassini rosa che rotolano in piazze deserte” o “nani a bordo piscina” o tutte quelle cose che possono fare andare tronfi una parte della critica che così può dire alla gente “ci sono cose che io capisco e voi no”, ma noi di questo ce ne freghiamo e quindi a noi Zanasi piace.
Il secondo merito è sostanzialmente, come detto in apertura, di Mastandrea, che fornisce un interpretazione veramente scorrevole del suo personaggio, alternando registri comici e drammatici con gran naturalezza e rendendo a tutto tondo il suo personaggio che non avrebbe potuto avere, in Italia, nessun altro interprete capace di rendere le due fasi con così tanta completezza.
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Ecco, se proprio dobbiamo trovare un termine per descrivere questa storia un po’ commedia, un po’ narrazione sociale, sostanzialmente favola è la lievità. Lieve è l’affrontare argomenti complessi, lieve è il modo di interpretare i personaggi, lievi sono i momenti di gioia e quelli di dolore.
Un film piacevole, un film da vedere, senza aspettarsi il capolavoro, ma sicuri di trovarsi una bella favola, un bel film, ben diretto e ben interpretato.
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