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Jack Reacher – Punto di non ritorno: Recensione del film con Tom Cruise e Cobie Smulders

Titolo: Jack Reacher – Punto di non ritorno

Genere: Azione, avventura, poliziesco.

Anno: 2016

Regia: Edward Zwick

Sceneggiatura: Lee Child, Richard Wenck

Cast: Tom Cruise, Cobie Smulders, Aldis Hodge, Danika Yarosh

Una nota pubblicità televisiva recita “Ti piace vincere facile?” e allude all’insita tendenza umana di scegliere le scorciatoie e le strade meno tortuose, nella possibilità che queste assicurassero il traguardo. Del resto l’organismo di cui ognuno è dotato ha come regola madre quella di garantire la massima efficienza con la minima spesa, per cui non risulta affatto insensato che ognuno di noi coscientemente si attenga a tale comandamento. Questo può però diventare un problema quando il “ti piace vincere facile” viene applicato al mondo della cinematografia della grande distribuzione.

Dopo averci stupito con gli ultimi Mission Impossible, Tom Cruise torna sul grande schermo proponendo il sequel del poliziesco del 2012 Jack Reacher – La prova decisiva, anch’esso tratto dai libri di Lee Child con protagonista il personaggio di Jack Reacher. Per chi non conoscesse tale figura vi basti sapere che avete a che fare con un investigatore con tendenze all’auto-esclusione e capacità di lotta corpo a corpo al limite dell’umano.maggiore-turner

Nel secondo capitolo di questa saga vediamo il personaggio nella sua quotidianità, a seguito alle sue dimissioni dalle forze dell’ordine. Impegnato a condurre una vita da lupo solitario alternata a qualche atto di eroismo, l’ex poliziotto intraprende una relazione telefonica con il maggiore Turner (Cobie Smulders), quand’essa viene misteriosamente accusata di spionaggio e per questo imprigionata. Nel tentativo di risolvere la situazione il protagonista si imbatte nella liceale Samantha, rimasta a suo malgrado coinvolta nel caso.

Sui personaggi in generale non c’è molto da dire. Il protagonista è il classico duro dalle mille risorse, talmente impegnato ad imporre le sue idee da ritrovarsi solo nella vita. Per quel che riguarda il maggiore Turner è un carattere assolutamente dimenticabile, privo di spessore e sprecato, visto che non viene né sfruttato per una love story né tanto meno per strizzare alla tematica della figura femminile all’interno dell’esercito. Fa sfornare più pensieri invece Samantha, che guadagna con molte probabilità un posto nella top ten degli adolescenti più odiosi della storia del cinema. Affetta da una forma di bipolarismo, che guarisce inspiegabilmente con il progredire del minutaggio, la si vede impegnata nell’insultare gli altri personaggi nella prima metà del film per poi affezionarsi intensamente al protagonista senza alcun evento che giustifichi tale cambiamento. Se almeno durante la pellicola sembrava collegata a Jack Reacher, per cui la sua presenza acquistava un misero senso, dopo la visione del finale ci si rende conto di come in fondo questo personaggio fosse inutile, fuori luogo e soprattutto fastidioso all’inverosimile.

samantha

Si può parlare meglio della trama,  il film scorre infatti molto velocemente e le scene di calma sono ben amalgamate a quelle di azione. Pregio, anche qui confermato, di tutte le pellicole con Tom Cruise sono inoltre le sequenze di combattimento corpo a corpo: il loro realismo unito al giusto livello di crudezza le rende molto veritiere e perciò valide. Resta il fatto che sono comunque presenti dei buchi a livello di sceneggiatura, in quanto molte volte non viene spiegato come si salvino i protagonisti e l’odore di deus ex machina non è mai gradito allo spettatore. Va inoltre aggiunto che la pellicola pecca di originalità. Il film è sì solido, piacevole da guardare perché adrenalinico e scorrevole, ma giunti alla fine ci si rende conto che nulla di nuovo è stato mostrato. 

Tornando al discorso iniziale, Jack Reacher – Punto di non ritorno è un film che provando a vincere facile probabilmente torna a casa con un pareggio. Pur essendo molto godibile, la presenza di una trama trita e ritrita, unita a dei personaggi non approfonditi per non dire antipatici, rendono il film molto mediocre. Tutto questo viene poi aggravato dal fatto che altre produzioni di Tom Cruise, ovvero i Mission Impossible, sono conditi da storyline più intriganti e caratteri carismatici e fuori dagli schemi. Sembra molto strano che l’attore membro di Scientology non riesca a riversare la stessa passione che ha per la storica saga di spionaggio in questo adattamento cinematografico dal sapore poliziesco. Che sia solo un riempitivo per ricordare ai fan la sua esistenza e fare qualche soldino nel frattempo? 

Giacomo Ponta

Shippatore folle e divulgatore del “Now kiss!” sogna di diventare un dottore nella speranza di non morire in un incidente aereo o durante una sparatoria. Alla ricerca della batcaverna sin dalla tenera età si destreggia nel collezionismo di manga e fumetti saltando tra cinema e serie TV. Ha un debole per i legal drama, i supereroi e tutto ciò che è trash.

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