J.J. Abrams parla della fine di Lost e del futuro di Fringe
Uno dei creatori più ricercati di Hollywood ci parla anche del suo nuovo progetto: Undercovers. Intervista di Eric Goldman pubblicata su tv.ign.com
C’erano molte star televisive al party di questa settimana della TCA (Television Critics Association) presso FOX e ovunque si volgesse lo sguardo, si potevano vedere Katee Sackhoff (24), Jane Lynch (Glee) e Tim Roth (Lie to Me) parlare con la stampa. Probabilmente il gruppo di giornalisti più numeroso (incluso me stesso) ronzavano attorno ad un ragazzo che la maggior parte dei telespettatori non avrebbe riconosciuto: J.J. Abrams. Dopo aver conquistato sia la televisione sia il grande schermo e con molti progetti in lavorazione, Abrams è diventato una delle più grandi figure ad Hollywood e c’è sempre un mucchio di gente, in qualsiasi occasione, occupato a parlargli.
Abrams era presente al party FOX per supportare la serie Fringe, parlare delle trame dello show e dei dati di audience. Abrams ha parlato anche dell’imminente fine di Lost, serial di cui è co-creatore, e di altri suoi progetti come il nuovo pilot per la NBC Undercovers, che riporta il creatore di Alias nel mondo dello spionaggio.
I due universi di Fringe inizieranno finalmente a collidere?
J.J. Abrams: Ci sono molte cose interessanti che accadranno alla fine della seconda stagione. Poi non posso dirvi nulla perchè Jeff [Pinkner] e Joel [Wyman], che stanno realmente portando avanti lo show, hanno minacciato di uccidermi se avessi rivelato qualcosa. Posso solamente dire che il primo episodio che avevano in mano agli inizi di questa stagione – e del quale abbiamo parlato con Akiva Goldsman – finirà con una bella conclusione. Sono molto entusiasta del prodotto.
Verrà dato molto più spazio a William Bell [interpretato da Leonard Nimoy]?
Ci sarà chiaramente un ampio spazio anche per lui. Non posso darvi sicurezze a riguardo ma ci potrebbero essere buone possibilità.
A che punto sei con il nuovo pilot per la NBC Undercovers?
Inizieremo le riprese lunedì. Dunque siamo più avanti di quanto effettivamente potessimo pensare.
E’ un altro progetto sci-fi?
No. E’ un telefilm romantico, un comedy-drama che ruota attorno a una coppia di spie.
In Lost, serial che terminerà con questa sesta stagione, dirigerai l’ultimo episodio?
Abrams: No. Jack Bender è realmente stata la persona che ha prodotto e diretto questo show dunque sarebbe un errore arrivare e dire “Oh, spostati, l’ultimo episodio lo dirigerò io”.
Ma hai realizzato il primo episodio.
Lo so ma andrei a rovinare tutto questo bellissimo lavoro che è stato fatto da Jack. Il fatto è che lui ha vissuto alle Hawaii con il cast, dunque effettuerà anche l’ultimo episodio.
Ma tu dirigerai il tuo nuovo show?
Farò il pilot di Undercovers, sì.
La NBC sembra improvvisamente il posto migliore per i nuovi drama ora che stanno per liberare 10 ore di programmazione.
Era un posto accogliente anche quando hanno comprato il pilot dunque sono entusiasta di poter far parte del loro team. Ci sono improvvisamente molte più ore libere alla settimana e questo è un bene ma non pregiudica la migliore o peggiore accoglienza del canale. Ci sono persone alla NBC che si sono dimostrate straordinariamente carine e ci hanno dato grande supporto per questo pilot. E’ l’inizio di una nuova relazione ed è una cosa strana. Quando realizzi un pilot con un nuovo network o anche con un canale di “famiglia”, con attori con i quali non hai mai lavorato prima, è sempre una questione di fede. Stai correndo per concludere un matrimonio con delle persone che tu credi possano essere i partner perfetti ma non ne sei sicuro al cento per cento e non lo puoi sapere con certezza. L’unica cosa che puoi fare, giorno per giorno, è dire “Come va? Sembra bene. Questo non mi piace, parliamone”. E’ letteralmente come trovarsi in una relazione. Finora non abbiamo avuto disaccordi, siamo ancora nel periodo della luna di miele.
Hai qualche idea su chi sarà la protagonista femminile di Undercovers?
Se non lo saprò nelle prossime 24 ore, mi ucciderò.
Con i terroristi di tutto il mondo e le guerre attualmente in atto, riesci a realizzare dei telefilm drammatici seri dedicati al terrorismo e alla paura o è secondo te meglio realizzare qualcosa di più leggero?
Una delle cose “cool” di questa nuova serie è che stiamo facendo cose divertenti, leggere rispetto ai pesanti e intricati drama dalle trame complesse. Secondo me, con tutto questo terrorismo al mondo, un serial drammatico sul terrorismo penso che non lo guarderei. Non sto dicendo che è una cosa che non vorrei guardare se qualcuno la realizzasse, ma è qualcosa su cui attualmente non mi focalizzerei.
E’ una grande scommessa provare a realizzare qualcosa di simile vedendo il modo in cui il mondo si sta sviluppando?
Pensando a quello che hanno visto le persone al cinema, è stato difficile realizzare delle storie incentrate sulla guerra. Ma una delle più grandi cose che la tv ti permette è la possibilità, non solo di apprendere delle notizie, ma di capire ciò che sta accadendo adesso e ovunque nel mondo, oltre a come potervi scappare.. La divertente evasione è una cosa che i fan della televisione possono capire ora più che mai.
Trovi difficile passare da un serial drammatico sci-fi a uno più sobrio?
No, è sempre un sollievo saltare da un genere all’altro perchè non è importante su quale lavori, è divertente potervi lavorare e come potrebbe funzionare il prodotto. Dopo aver lavorato un po’ su uno stesso genere, è una ventata d’aria fresca poter lavorare su qualcosa di diverso e con diversi punti di vista.
Come gestirai il nuovo show? Pensi di lanciarlo come hai fatto con Lost e Fringe e poi affidarti al tuo team o pensi di seguirne lo sviluppo di persona e giorno per giorno?
La mia ipotesi è che all’inizio lo seguirò giorno per giorno. Dirigerò il pilot ma spero che Josh Reims, con cui ho già lavorato in Felicity, possa condurre lo show maggiormente e giorno per giorno. Ma è stato importante per me impostare insieme a lui il tono così da ottenere la giusta energia e dinamica con i personaggi.
Ti piacerebbe dirigere un episodio di Fringe?
Mi piacerebbe moltissimo. Nonostante vi sia ora Undercovers, non diminuisce questo mio desiderio di dirigere un episodio di Fringe. Non ho mai avuto l’opportunità di lavorare con Josh [Jackson], Anna [Torv] e John [Noble] ed entrare nello show, dunque lo desidererei moltissimo. Una cosa non esclude comunque l’altra.
Credi che FOX ordinerà una terza stagione di Fringe nonostante la messa in onda dello show sia di giovedì?
Nonostane la sua programmazione, che è sempre stata alquanto frustrante, la FOX ci ha sempre dato un meraviglioso sostegno. Non ho lamentele di alcun genere relativamente a come il network ci abbia sostenuto e trattato. Sebbene non ci siano notizie ufficiali, spero che nonostante tutto potremo continuare a lavorare insieme.
La stagione sta per finire con un cliffhanger?
Non finirà con un episodio conclusivo.
Che cosa pensi del clamore suscitato dalla possibilità che Lost possa essere interrotto dal Presidente Obama?
Ridicolo. Era una sciocchezza. Amo la tv come tutti ma a certi livelli ci sono delle priorità. E’ un po’ sciocco.
Con Lost, sapevi cosa i produttori Damon [Lindelof] e Carlton [Cuse] stessero facendo mentre realizzavano l’ultima stagione o ci sono stati dei veri momenti di gioia ed eccitazione in quanto hai appreso cosa stesse per succedere proprio durante le riprese?
Con questa stagione si stanno realizzando cose incredibili, robe intricate realmente inaspettate e viste sotto molti punti di vista. Il modo in cui finirà la serie sarà coerente alla narrazione brillante e sino ad ora realizzata. Parallelamente è davvero sorprendente quanto sia stata scervellotica e questa caratteristica penso sia stata realizzata da Damon e Carlton in modo meraviglioso.
La fine della serie era quello che ti aspettavi sin dagli inizi?
Oh, no assolutamente! Ci sono sempre state delle discussioni a riguardo ma quando abbiamo iniziato, detto sinceramente, non sapevamo esattamente cosa ci sarebbe stato nella botola. Avevamo delle idee ma non sapevamo come si sarebbero sviluppate e come sarebbe stato realizzarle. L’idea degli Altri c’era ma non sapevamo esattamente cosa avrebbe significato. Damon non pensava all’idea dei flash nel futuro. Vedere dove siamo arrivati e quello che abbiamo creato è follemente gratificante ed è un qualcosa che nessuno avrebbe potuto prevedere all’inizio della nostra avventura. La sua evoluzione è una parte del glorioso esperimento di Damon e Carlton che ha portato lo show a questi livelli. E dobbiamo ricordare che all’inizio ci dicevamo “Come fai a rendere questa storia una serie tv?”. Vedere cosa hanno fatto Damon e Carlton è stato per me incredibile.
Hai però avuto l’idea di base in Lost, giusto?
Ci sono state moltissime idee, ma la specificità del prodotto era solo ua questione di fede soprattutto mentre il lavoro andava avanti. Ciò non significa che si pianifica tutto, hai grandi idee e quando ti si rivelano bisogna seguirle.
Che cosa hai potuto imparare da Lost che ti è stato utile con gli altri show e generi televisivi?
Lost è un esempio speciale, difficile da capire. Si potrebbe dire che i serial non dovrebbero essere troppo complicati perchè, ad un centro punto, risulta difficoltoso ma la verità è che non so se Lost avesse funzionato, se sarebbe diventato qualcosa di diverso e non so come Lost potrebbe applicarsi in altri show.
Se la minuzia e la mitologia non avessero funzionato con i telespettatori, avresti cercato di cambiare Lost?
E’ difficile immaginare la versione alternativa dell’universo di Lost, “Oh, questa è la versione secondaria, l’altro modo per raccontare la storia”. Sembra veramente che la storia non potesse giungere da altre parti. Nel corso del tempo, Damon e Carlton hanno realizzato un racconto fantastico che è in realtà tale solo in seguito alla fede e alla fiducia nello show che gli stessi personaggi ci hanno dimostrato. Damon e Carlton hanno realmente fatto un lavoro incredibile.
L’annuncio così anticipato, da parte della ABC, della data di fine dello show vi ha dato un enorme aiuto con la narrazione?
Questo è un qualcosa su cui Damon e Carlton hanno insistito fortemente. Hanno detto “Dicci quanto stiamo andando veloci così sappiamo qual è la fine e dov’è il traguardo”. Sono entusiasta nel vedere gli spot che dicono “L’ultima stagione”. Non se ne vedono di spot simili così spesso. Sapere se c’è uno show che sta per finire secondo i suoi termini significa che ci sarà un senso di inevitabilità in esso e non ci si troverà davanti a una serie che sta per finire a causa della reazione del prodotto sul mercato e ai dati di audience. Questo è realmente figo.
Quanto sarà soddisfacente quest’ultima stagione per i fan che hanno seguito lo show sin dal suo inizio?
Penso che sarà una fine agrodolce. Credo che sarà molto soddisfacente, però parallelamente penso anche che sarà la fine di un qualcosa che, per il cast e le persone coinvolte, è stato magico. Ll’idea della fine è un po’ triste ma è molte meglio finire così piuttosto che dover sentire frasi del tipo “Avresti dovuto finire due anni fa”. Credo che sarà un finale soddisfacente.
Vorresti avere dei pani simili anche per Fringe e finire lo show in una data specifica?
Penso che sarebbe meraviglioso. Alcuni show non richiedono informazioni di questo genere perchè sono divertenti e non vorresti che finiscano mai. Ma con uno show come Fringe a un certo punto vuoi avere un senso di quanto la storia potrebbe durare.
Avete già idea di dove vorreste portare lo show?
Oh, yeah. Abbiamo avuto delle buone idee sin dagli inizi.
Che cosa è accaduto in questa stagione che non vi aspettavate?
Ci sono state alcune storie, specialmente quella tra Walter e Peter, e qualcosa con Olivia che erano effettivamente pianificate più avanti ma che abbiamo anticipato mentre altre sono state posticipate. Ci sono altre cose poi di cui abbiamo parlato, come il patrigno, ma che sulle quali stiamo “girando intorno”. Ci sono moltissime opportunità su dove potremmo andare con questa stagione e sono ottimista. Mi sento come se avessimo una lunga strada davanti a noi ma l’evoluzione è la chiave di tutto. Lo show ha trovato un ritmo che è davvero bello da vedere, sono realmente orgoglioso di tutti quelli che vi hanno lavorato.
Lo sapevate che la gente ha avuto problemi ad affezionarsi al personaggio di Olivia?
Yeah. Questo ha sempre fatto parte della trama. Il suo personaggio rispecchia qualcuno che si ritrova in questo strano mondo con personaggi e situazioni diverse ed è un po’ difficile per lei, nel ruolo che si ritrova, affezionarsi a qualcuno oltre a farsi amare. Quindi si trattava di darle alcune vulnerabilità e incertezze proprie della sua vita, sia relativamente al suo passato sia su quello che fa oggi.
Pensi un arco di sei anni per Fringe, così com’è successo per Lost?
Con Lost non sapevamo che saremmo arrivati alla sesta stagione sino all’arrivo della terza quando abbiamo detto “Necessitiamo di sapere dov’è la metà del percorso”. Credo che sia un qualcosa che, se fossimo fortunati abbastanza per continuare, sarebbe intelligente da dire “Okay, cerchiamo di capire la data così da sapere sino a quanto possiamo spingere le cose”.
Ma tu non sei ancor a metà strada giusto?
Abrams: Non ancora.
Hai sempre dedicato cuore e anima in televisione e ora ti stai dedicando anche ai film. Come stai bilanciando le due cose?
Parte del mio lavoro è lavorare con persone impressionanti, il cui lavoro ti fa scoppiare la testa, sia che si tratti di Jeff e Joel in Fringe, o Damon e Carlton in Lost. Ci sono produttori che trovano materiale, aiutano a trasmetterlo on air e poi controllano e hanno un team che lavora con loro. Questo è quello che faccio io e alcune volte scrivo e dirigo. A prima vista potrebbe sembrare che abbandoni le cose ma quello che cerco di fare è farle stare in piedi con le loro forze. Posso non avere la pazienza di persone come Joss [Whedon], David Kelley, Damon o Chris Carter – che seguono i loro progetti sin dagli inizi – perchè sono più dentro nei progetti di quanto sembra, ma non potrei mai lasciare uno show senza sapere che è nelle brillanti mani di qualcuno e onestamente credo che ci sia gente che sa fare un ottimo lavoro. Non so mai esattamente come stanno andando le cose ma è così che vanno le cose.