
Into the Badlands: Recensione dell’episodio 1.01 – The Fort
Into the Badlands è un esperimento per AMC, che non era abituata a produrre programmi di questo tipo, è una serie che è a metà tra il post-apocalittico e il racconto cinese, con ambientazioni distopiche e arti marziali coreografate, un impatto visivo pittorico ma anche fumettistico e dalla tradizione del fumetto sembrano prese anche tutte le caratterizzazioni dei personaggi principali.
Di cosa parla Into the Badlands? Sostanzialmente in un futuro devastato dalle guerre l’umanità ritorna all’epoca feudale, con pochi signorotti a controllare il territorio, alla guida di eserciti di guerrieri fedeli e che dominano su un mare di schiavi. All’interno di questo pittoresco quadro si inserisce la storia di un potente guerriero che si intreccia a quella di un ragazzo con caratteristiche “speciali”.
La parte più riuscita del pilot è sicuramente l’impatto visivo, perché sia le ambientazioni che i personaggi riempiono lo schermo e la cura con cui ci vengono mostrati è fortemente caratterizzante. La pienezza dei colori che rispecchiano le ambientazioni, questa presenza invadente del rosso del forte, delle bandiere e dei papaveri che parla di un epoca in cui il sangue è legge, la violenza è quotidianità, il buio e la pioggia che esternano sentimenti. A volte, forse, sembra fin troppo carica o caricata la parte visiva, tanto che bisognerà vedere in seguito come la sapranno usare, ma per ora è sicuramente apprezzabile.
Il tono fumettistico si mischia alla narrazione orientale. Into the Badlands si ispira liberamente, almeno a sentire gli autori, ad un racconto tradizionale cinese (Il viaggio in Occidente) del 16° secolo, che è, in salsa orientale, il classico topos di tutti i racconti di formazione, il viaggio come metafora della maturazione (e dell’illuminazione essendo in oriente) tra mille difficoltà e perigli, che però AMC decide di spostare in un futuro regredito al feudalesimo e che caratterizza con personaggi che hanno le classiche “esagerazioni” da fumetto.
Lo show ci butta addosso una marea di informazioni in questo pilot, forse anche troppe, nel tentativo di farci vedere quanto potenziale può esserci nella serie, rischiando però di strafare, perché in 40 minuti e poco più vediamo veramente di tutto: duelli, mercanti di schiavi, campi d’addestramento, relazioni amorose, un po’ di plot familiare da telenovelas, oggetti misteriosi, poteri ferali, gravidanze inattese, tradimenti. Insomma, un po’ di cose le si derubrica a “scarsamente importanti” proprio per avere una gestione più fluida del tutto.
I combattimenti in stile coreografato molto orientalieggante sono fatti sicuramente molto bene ma corrono il rischio di rendere lo show molto di nicchia, perché sono anche difficili da farsi piacere per chi non ci è avezzo.
Into the Badlands, insomma, ha tantissime opzioni su quale strada vuole prendere e, alla fine del pilot, se le lascia aperte tutte anche se non proprio tutte potranno essere portate avanti con lo stesso interesse, per questo lo valutiamo al momento come sul filo del rasoio (o sulla lama per stare in tema), visto che saranno le decisioni che prenderà nelle prossime ore di narrazione a determinarne il futuro. Sicuramente ha del potenziale, speriamo che non lo sprechi.
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