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Inside Being Erica di Valentina Patrono

Chi non ha mai desiderato rivivere alcuni momenti chiave della propria vita? «Se allora mi fossi comportato così… forse avrei… o non avrei… e adesso…». Sono frasi che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo detto a noi stessi. Col senno di poi è tutto più semplice… o no?
Una deliziosa serie televisiva canadese, Being Erica, ci mostra i pro e i contro della possibilità di rivivere il passato e modificarlo. In Italia è inedita, come molti prodotti di qualità, ma mi auguro possa arrivare presto anche sui nostri schermi televisivi.

La protagonista è Erin Karpluk, che i series addicted conoscono per il ruolo di Alice in Life Unexpected. Dopo numerose partecipazioni a singoli episodi di altre serie, Erin ottiene il ruolo principale in Being Erica e, fin dall’inizio, caratterizza il personaggio di Erica Strange con estrema naturalezza. Sembra davvero creato su di lei. A farle compagnia l’altro personaggio principale, il Dottor Tom, interpretato da Michael Riley.
Ma andiamo con ordine.

Erica Strange è una trentenne con ottima formazione, poche certezze e molti rimpianti. Nonostante un Master in Letteratura, lavora in un customer service dal quale viene licenziata perché troppo qualificata. Si ritrova, così, senza punti di riferimento: gli amici di una vita si sposano, comprano casa, fanno carriera, mentre lei è single, senza lavoro e con il denaro appena sufficiente per tirare avanti.

Erica inizia a riflettere sulla propria vita e sui traguardi che ha raggiunto, giungendo alla conclusione di aver reso la propria vita un fallimento con scelte continuamente sbagliate. É a questo punto che incontra il Dottor Tom, uno specialissimo terapista che le chiede di scrivere un elenco dettagliato dei suoi rimpianti.

La lista è lunghissima e ricorda, nell’idea narrativa, l’elenco delle malefatte di Earl Hickey in My name is Earl. In ogni episodio, Erica rivivrà uno degli avvenimenti nei quali, col senno di poi, si sarebbe comportata diversamente e avrà l’opportunità di cambiare il passato per migliorare il suo presente. Non dovrà nemmeno spostarsi: sarà il terapista a “chiamarla”. Mentre vive situazioni problematiche e imbarazzanti, Erica si ritrova magicamente nello studio al Dottor Tom, semplicemente aprendo una porta (quella dell’ascensore, del bagno, della propria casa). Proprio quando l’occasione di imparare qualcosa deve essere colta: Erica non ha il potere di decidere i tempi della terapia. Inoltre, fa sempre ritorno alla situazione di partenza nel momento preciso in cui l’ha lasciata: non ci sono, dunque, comportamenti strani o assenze ingiustificate della protagonista. In questo telefilm, non esiste il problema di tenere nascosto un potere segreto, e questo è senz’altro un alleggerimento dell’intreccio narrativo.

Sarebbe tutto esageratamente comodo, se non esistessero alcune condizioni insindacabili poste dal terapista. Durante le sessioni (così si chiamano gli eventi rivissuti), Erica tornerà ad essere fisicamente adolescente, giovane dottoranda, addirittura bambina, ma avrà la mente e le esperienze della persona che è oggi. Ricorderà quanto accaduto, ma dovrà anche dimostrare di aver imparato qualcosa. Soprattutto, non potrà in alcun modo cambiare il percorso che il destino ha disegnato per altre persone: potrà farlo solo con il proprio o incorrerà in gravi conseguenze. Non potrà, quindi, come aveva sperato, riportare in vita il fratello maggiore Leo, morto tredici anni prima.

Il personaggio di Leo ricorre in numerosi episodi e si nota, ogni volta, l’emozione e la commozione di Erica nel rivederlo e poterlo abbracciare di nuovo. La sua morte è il rimpianto più grande e sgradevole per lei. Il fratello era infatti morto in un incendio accidentale; si era nascosto nel granaio per fumare uno spinello dopo una lite con i genitori e si era addormentato.

Erica non affronta questo rimpianto fino alla fine della prima stagione; imparerà – a proprie spese – che cambiare il destino degli altri non è parte della terapia e che non si può giocare a impersonare Dio. Tenterà, infatti, di salvare la vita a Leo, rompendo una promessa fatta al Dottor Tom, ma questo porterà a una concatenazione di eventi persino più drammatica di quella originale.

Being Erica è davvero un gioiellino. Un mix di ingredienti, superbamente dosati e mescolati, rende questo telefilm brillante e divertente.

Innanzitutto, la ricorrenza della letteratura: Erica ha una formazione letteraria e finirà per lavorare in una casa editrice; il Dottor Tom parla spesso per citazioni colte, coerenti con la tematica di ogni episodio. Per questo, i dialoghi sono raffinati e mai banali.

Le scelte narrative sono un altro punto vincente: la vita passata di Erica si compone di eventi capitati a chiunque. La normalità non mediocre rende il personaggio simpatico, vicino a noi. E il fatto che la protagonista riviva avvenimenti simili a quelli che possiamo trovare tra i nostri ricordi permette anche a noi spettatori una riflessione. Inoltre, gli autori riempiono ogni episodio di riferimenti a quelli precedenti, rendendo la narrazione fluida e continuativa.

Erica cresce, migliora, diventa consapevole e si libera di pesi interiori non indifferenti trasformando le esperienze spiacevoli in insegnamenti costruttivi. Tutto questo accade senza ombra di buonismo, ma con radici saldamente ancorate al realismo e, talvolta, anche al cinismo. Quindi Erica non ha sempre successo, non riesce sempre a cambiare il suo destino; anzi, spesso pasticcia con il passato e incasina di più il presente. Tuttavia, ha la capacità di imparare sempre una lezione, indipendentemente dall’esito delle sue azioni.

Un altro punto di forza sono i personaggi intorno a Erica, tutti resi con coerenza e realismo. Conosciamoli:

Ethan: amico di Erica dai tempi del college, sta divorziando dalla moglie Claire, anch’essa compagna di studi. È un tranquillo insegnante elementare e vive nell’appartamento di fianco a quello di Erica. Questa vicinanza produrrà non pochi problemi, soprattutto quando le cose con lei si evolveranno.

Gary e Barbara: i genitori di Erica, separati da poco dopo la morte del loro primogenito, ma in fondo ancora solidali nel prendersi cura delle figlie.

Samantha: sorella minore di Erica, da questa protetta e coccolata. È fidanzata da sempre con Josh, ma Erica sente che qualcosa, tra i due, non funziona e cerca di convincere la sorella a non sposarsi, fallendo e incrinando i rapporti con “Sam”.

Leo: il fratello maggiore di Erica e Sam, deceduto da molti anni. Ribelle e poco incline allo studio, ha rapporti tesi con il padre, che lo vorrebbe al college. La sua morte cambia tutti gli equilibri della famiglia Strange.

le amiche di Erica: Katie, Judith e Jenny sono protagoniste di molte sessioni, poiché Erica ha parecchi rimpianti risalenti al periodo del liceo e del college. Katie è una scrittrice di successo; Judith è brillante avvocato e madre di famiglia; Jenny è rimasta uno spirito libero.

Kai: entra in scena nella seconda stagione. Erica scopre che Kai sta seguendo la sua stessa “terapia” e che si trova nel mezzo di una sessione dalla quale non vuole più rientrare: egli appartiene, infatti, all’anno 2019, dove ha circa trent’anni ed è un’affermata rockstar. Il rapporto tra i due, inizialmente teso, si farà più stretto producendo qualche problema nella vita sentimentale di Erica.

Julianne Giacomelli: il capo di Erica alla casa editrice. Inizialmente è ostile, poi si rende conto delle qualità e del talento di Erica e le assegna incarichi sempre più importanti. È un personaggio divertentissimo e nevrotico, con un cuore d’oro e tanta sensibilità.

Con queste caratteristiche, sarebbe facile cadere in tranelli narrativi con l’effetto di svilire e stereotipare la storia di Erica. Invece, gli autori riescono a rendere interessanti le vicende, creando suspense e intrigando lo spettatore. Partendo da un’idea tutto sommato non originalissima, riescono a ottenere un prodotto brillante.

Le prime due stagioni si compongono di tredici episodi ciascuna e, al momento, ne sono stati ordinati altrettanti per la terza stagione in partenza a settembre. Chissà che sorprese ci riserverà…

Being Erica è un telefilm per tutti, cultori della lunga serialità e amanti di storie leggere. Diverte e fa riflettere. È una serie consigliata a chi non la conosce: speriamo sia solo questione di tempo, prima che un canale italiano decida di trasmetterla.

Curiosità su Erin Karpluk
–       è nata in Canada a Jasper, Alberta, il 17 ottobre 1978
–       Ha conseguito una laurea in recitazione alla University of Victoria
–       Per il ruolo di Erica Strange ha vinto nel 2009 un Gemini Award nella categoria “attrice protagonista di una serie drammatica”; nella stessa categoria aveva ricevuto nel 2006 la nomination per il suo ruolo in “Godiva’s”, senza tuttavia vincere.

Curiosità su Being Erica
–       L’attore Sebastian Pigott, che interpreta Kai, nasce come concorrente di “Canadian Idol”. Ha scritto due canzoni per “Being Erica” e Kai le canta in alcuni episodi
–       La sigla di apertura del telefilm è “All I ever want to do”, scritta appositamente per la serie e interpretata da Lily Frost

Fonti
Wikipedia
erin-karpluk.com
www.cbc.ca/beingerica

Mara D.

Founder e Admin di Telefilm-Central.org. Amante delle serie tv, del cinema e dell'universo Internet :-)

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