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Inferno: Recensione del film con Tom Hanks e Felicity Jones

Titolo: Inferno

Genere: azione, drammatico

Anno: 2016

Regia: Ron Howard

Sceneggiatura: David Koepp

Cast: Tom Hanks, Felicity Jones, Ben Foster, Sidse Babett Knudsen, Irrfan Khan e Omar Sy

A tutte le persone che si approcciano a leggere questa recensione viene fatto un monito: se siete venuti a cercare un confronto tra film e il libro di Dan Brown sia chiaro che non lo troverete. Questo avviene non perché chi scrive non abbia letto il libro (anzi, se l’è pure divorato), ma semplicemente perché si è stufato di un paragone il cui risultato è già chiaro in partenza.

sinskey_langdon_convertedInferno riprende le vicende del personaggio di Robert Langdon (Tom Hanks). Svegliatosi privo di memoria in un ospedale fiorentino, il professore fa subito la conoscenza della dottoressa Sienna Brooks (Felicity Jones) per trovarsi immediatamente coinvolto in un mistero da risolvere per salvare buona parte della popolazione umana.

La partenza della pellicola è molto esplosiva, l’azione si rende infatti manifesta sin dai primi minuti e viene condita da una serie di visioni del protagonista inerenti l’inferno dantesco. La sequenza di inizio è effettivamente molto accattivante, il montaggio e la rivisitazione moderna dei gironi immaginati dal Sommo Poeta colpiscono lo spettatore rendendo molto bene lo stato di confusione che affligge Langdon.

Tuttavia, finita questa parte iniziano i problemi. Con questo non si vuole dire che il film non sia avvincente, anzi fa il suo lavoro dignitosamente tenendo lo spettatore sulle spine e facendo passare la durata della proiezione molto velocemente (mi è quasi dispiaciuta la pausa che di solito attendo con grande livore), però quando si vanno a vedere i dettagli il castello di carta inizia a traballare.

Alcuni dialoghi sono infatti al limite della telenovela: rimangono impresse le conversazioni nell’appartamento tra Langdon e Sienna, così come il flirt tra il professore e la Dr.ssa Sinskey in aereo probabilmente è stato rubato a una puntata di Un posto al sole. Non si menzionano i momenti Wikipedia della dottoressa Brooks assolutamente incredibili (chi va a studiarsi l’affluenza annua di turisti a Venezia?!). Altra scena probabilmente, ispirata alle pubblicità della vernice Saratoga, è quella girata nella sala delle carte geografiche degli Uffizi, in cui il personaggio interpretato dalla Jones esordisce con un “Ma quante ne sa professore?” con un tono molto erotico. Non è chiaro se sia stato un problema del doppiaggio o altro, ma resta il fatto che i brividi sono arrivati.

langdon_convertedUn’altra incongruenza del film, da prendere con le pinze in quanto non si conoscono le volontà degli sceneggiatori, sono gli spostamenti dei personaggi. Pare un po’ forzato che Robert Langdon conosca tutti i cunicoli di Firenze, così come la presenza di un’uscita in ogni luogo (anche i bagni dell’ospedale!) pare un po’ troppo comoda ai fini della trama.

E dimentichiamo il teletrasporto Boboli – Uffizi o Padova – Venezia assolutamente utopici per chi ha un minimo di conoscenza dei luoghi in questione. Si chiude un occhio solo perché si sta parlando di un film e quindi la distorsione della realtà a favore della finzione è comprensibile.

Per quel che riguarda i personaggi della pellicola non c’è molto da dire. Vuoi per il genere o la velocità con cui si svolge l’intreccio non viene dato molto spazio all’approfondimento dei singoli, ma vengono almeno spiegate le ragioni dei vari comportamenti con piccoli flash-back. Buono il tentativo di instaurare anche una sorta di love story tra Robert e la Sinskey, tuttavia per accontentare gli shipper in sala serve molta più carne al fuoco.

Tornando al capitolo sceneggiatura, come si diceva sopra il film fa il suo lavoro di intrattenimento pur con i suoi difetti. La tensione accompagna lo spettatore per tutta la durata della pellicola, i colpi di scena non mancano e seppur numericamente scarsi ci sono dei rompicapi da risolvere. Peccato per alcune battute che facevano perdere di credibilità alla situazione e per tutte le fazioni chiamate in causa che forse potevano essere introdotte con maggiore ordine e cura.

langdon_e_sienna_2_convertedPiù e più volte non si riusciva a capire chi parteggiasse per quale ente. Dispiace anche per la gestione della tematica inerente la sovrappopolazione. Chi scrive non si è informato circa la veridicità dei dati proposti dalla pellicola, però sicuramente è un argomento attuale che forse meritava una maggiore attenzione senza venire relegato a semplice obiettivo del villain di turno, ammesso che fosse lui il vero cattivo.

Per tirare le somme si può dire che Inferno ripropone il genere dei film precedenti, ponendosi come un prodotto che punta tutto sull’azione e il thriller, facendo trascorrere due ore in velocità allo spettatore. Resta il fatto che si porta dietro troppi difetti per essere definito un film di qualità. Consigliato ai fan dei prequel e a chi cerca dell’intrattenimento a sforzo zero.

Giacomo Ponta

Shippatore folle e divulgatore del “Now kiss!” sogna di diventare un dottore nella speranza di non morire in un incidente aereo o durante una sparatoria. Alla ricerca della batcaverna sin dalla tenera età si destreggia nel collezionismo di manga e fumetti saltando tra cinema e serie TV. Ha un debole per i legal drama, i supereroi e tutto ciò che è trash.

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