
Il Viaggio di Arlo: la recensione del cartone Disney Pixar
Cosa sarebbe successo milioni di anni fa se quel meteorite responsabile dell’estinzione dei dinosauri non fosse mai caduto sul pianeta Terra? È da questa premessa che parte Il Viaggio di Arlo, il nuovo film targato Pixar che per la prima volta in assoluto da vent’anni a questa parte regala ai suoi fan due lungometraggi animati a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro.
Arlo è il cucciolo di dinosauro più giovane di tre fratelli e vive insieme alla famiglia in una fattoria dove però non riesce a stare al passo con il duro lavoro di “contadino”. Arlo è un dinosauro impacciato, che ha paura di innocui pennuti ma che cerca un riscatto che lo possa portare ad avere la fiducia del padre. Un episodio drammatico lo allontanerà da casa dove incontrerà un cucciolo di essere umano allo stato primitivo, ribattezzato Spot. I due affronteranno insieme un viaggio che porterà Arlo alla maturazione.
È ancora fresco nella memoria il ricordo di Inside Out, il più bel capolavoro che la Pixar sia riuscita a sfornare nei suoi primi vent’anni di vita (e di grandi film, loro, se ne intendo eccome). Vuoi perché si parla di un film uscito poco più di due mesi fa, vuoi perché Inside Out era arrivato a raggiungere un livello molto difficile, se non impossibile da superare. Il Viaggio di Arlo, in questo senso, partiva svantaggiato. Ma della Pixar non ci si può non fidare, e allora attenzione a chi vi dirà che questo film è un Pixar minore, che sia stato buttato là a poca distanza di Inside Out per non dargli troppo risalto. Niente di più sbagliato.
The Good Dinosaur (il titolo originale del film) riesce a toccare vette molto alte e intense e finanche commoventi. Il rapporto che nasce tra il piccolo bambino ringhioso e il dinosauro imbranato Arlo tocca con onestà le corde emotive, in un viaggio che vede un vero e proprio ribaltamento dei ruoli: il bambino si “trasforma” nell’animale e Arlo si umanizza affrontando una sorta di coming-of-age. Il passaggio dall’adolescenza impacciata al diventare adulti si compie grazie ad una serie di sfide che Arlo si trova ad affrontare: dal costruirsi da solo un riparo dalla pioggia all’aiutare un gruppo di dinosauri a trovare una mandria di bufali, fino allo scopo che gli sta più a cuore: riportare sano e salvo Spot dalla sua famiglia, sfidando tutti gli imprevisti della natura.
Al contrario di altri film Pixar, i personaggi comprimari che Arlo e Spot incontrano nel loro cammino sono poco incisivi ed entrano ed escono di scena senza lasciare traccia.
Poteva essere un film migliore di questo? Sì, sicuramente. Ma senza alcuni stilemi narrativi e delle intuizioni capaci di dare alla pellicola un quid in più, Il Viaggio di Arlo sarebbe stato un cartone come tanti. Ben vengono, allora, film inediti Pixar, in attesa dei prossimi che vedranno tornare in scena personaggi già conosciuti come le macchine di Cars, la famiglia de Gli Incredibili e i giocattoli di Toy Story.