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Il Commissario Ricciardi: Il noir che conquista, Recensione della seconda stagione

Sembra che tutto quello che tocca Lino Guanciale diventa oro: dopo la Porta Rossa, l’Allieva, adesso il suo Commissario Ricciardi ha conquistato definitivamente il pubblico di Rai 1.

Merito un po’ suo, un po’’’ del suo autore, Maurizio De Giovanni, dalla cui penna hanno preso vita le indagini di questo commissario che attraversa la Napoli degli anni del fascismo. In un’ambientazione, non a caso in bianco e nero, cupa come lo sguardo del suo protagonista.

Il Commissario Ricciardi è il “bello e maledetto” degli anni ‘30: portatore nei suoi occhi di un dono, allo stesso tempo fonte di sventura, di vedere le vittime di morte violenta che tentano per tutta la durata della puntata di indicargli il colpevole.

Gli omicidi, però, non sono il fulcro della storia; i personaggi, le vie, i giochi di potere sono il vero centro vitale della trama, attorno al quale ruotano le vite dei protagonisti, ognuno dei quali si ritaglia un ruolo ben definito e sviluppato compiutamente.

Premiata, oltre l’interpretazione calibrata e credibile dei protagonisti, anche l’estrema fedeltà della narrazione al romanzo.

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Il triste ciclo della vita

Se non fosse per la scenografia ( molto più curata rispetto alla prima stagione), a volte, potrebbe risultare difficile comprendere in quale epoca storica ci troviamo, con Ricciardi vittima suo malgrado delle discriminazioni sessuali che subivano gli omosessuali, o portavoce dell’integrità di chi cerca il vero colpevole e non il facile capro espiatorio.

Il Commissario Ricciardi 2 recensione

Uno “sciupafemmine” involontario

Il Commissario Ricciardi ha solo l’imbarazzo della scelta: la cantante mora, la contessa bionda, la maestra dirimpettaia; poco importa se a ciascuna delle tre, il Commissario ripeta che “non può dare loro quello che cercano”, perché nessuna molla la presa!

Chi riuscirà nell’impresa di fare ricredere il bel Ricciardi, che almeno nella seconda stagione ha dato una smussata al suo carattere oltre che al ciuffo ribelle? Chi ha letto i romanzi sapeva già da tempo la risposta, e adesso anche i telespettatori hanno visto coronare il sogno d’amore della “ragazza della porta accanto”: paradossalmente, serviva al Commissario guardare in faccia la morte, questa volta la sua, per capire che certi treni non devo essere lasciati andare via, altrimenti si rischia che non ripassino nella vita di una persona.

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Cosa il destino riserverà ai due innamorati, è presto per dirlo, solo la terza stagione potrà svelarlo, anche se a parere di alcune indiscrezioni dovremo aspettare un po’ per vederla, e considerando che per Lino Guanciale tre è il numero perfetto, possiamo immaginare che l’attore vestirà nuovamente i panni del Commissario Ricciardi, anche se magari per l’ultima volta.

Rita G.

Il suo primo amore sono le serie televisive, sin da quando bambina guardava (rigorosamente di nascosto, perché mamma non voleva) Twin Peaks ed X-Files. Poi un giorno, vide sulla copertina di Ciak proprio X-Files (1^ film) e lo comprò. Da allora il binomio telefilm–cinema non l’ha più abbandonata. Le piace raccontare questo mondo meraviglioso, dove ama nascondersi e sognare e, magari, scrivendo riuscire a fare sognare anche gli altri assieme a lei!

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