
I Medici: Recensione episodi 1.05/1.06 – Tentazione / Predominio
“Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l’arco de lo essilio pria saetta.
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.”
(Dante, Paradiso, XVII, vv. 55-60)
Così si esprime Cacciaguida, antenato di Dante Alighieri, nel XVII canto del Paradiso, preannunciando l’esilio da Firenze a cui sarebbe stato condannato il sommo Poeta nel 1302. Una sorte simile toccò anche al nostro Cosimo de’ Medici nel 1430, anno in cui l’uomo venne allontanato dalla sua amata città per evitare la pena di morte. In entrambi i casi, questi due grandi fiorentini furono costretti a chiedere ospitalità presso alcuni signori dell’Italia settentrionale e provarono sulla propria pelle, quanto fosse dura la vita di chi per sopravvivere, non poteva che supplicare l’aiuto altrui. Se nel caso del poeta, tuttavia, l’esilio durò fino alla fine dei suoi giorni, in quello di Cosimo invece, le sue peregrinazioni ebbero fine in tempi relativamente brevi.
Nella quinta e sesta puntata de I Medici, assistiamo alla parabola di discesa ed ascesa di Cosimo e della sua famiglia.
Discesa che inizia a Venezia, quando Cosimo si trova ospite del Doge e deve confrontarsi con le fragili alleanze di potere che sussistono nel nord della Penisola. Tra una macchinazione e l’altra, spinto da un unico, grande desiderio – quello di far ritorno a Firenze – il nostro protagonista si dimostra un uomo risoluto, tenace, capace di volgere a proprio favore anche i complotti originariamente orditi a suo danno.
Dopo sei puntate, è ormai chiaro come la serie intenda proporci la figura di Cosimo de’ Medici, ovvero come un uomo di odissiaca memoria, un eroe “dal multiforme ingegno” interessato solo ad un disegno più grande: ottenere l’appoggio dei Fiorentini per consolidare la posizione della propria famiglia all’interno della politica cittadina. L’unica tentazione a cui Cosimo cede, l’unico momento di debolezza di un uomo che a tratti sembra quasi monolitico (forse anche a causa della recitazione di Richard Madden, qui non proprio eclettica), vengono personificati da una donna, Maddalena, l’ennesima bellezza povera di mezzi. L’attrazione tra i due – dipinta come fatale nella serie ma piuttosto forzata tra i due attori, tra cui non c’è quasi chimica – porterà Cosimo ad accogliere la schiava in casa propria, una volta revocato l’esilio.
Ovviamente, la prima a soffrire di questa presenza inaspettata sarà Contessina de’ Medici, che ancora una volta si è dimostrata essere, nonostante un breve momento di titubanza, una donna profondamente leale al marito ed alle cause da lui sposate.
E se Cosimo, lontano da Contessina, può serbare un’aura di eroismo e di grandezza, negli scontri verbali con la moglie finisce inevitabilmente per perdere tutto il suo fascino ed apparire come un uomo ingrato ed ottuso. Un uomo che a tratti crediamo quasi un illuminato del periodo, soprattutto per le sue opere di mecenatismo artistico e per la sua intelligenza politica, ma che all’interno delle dinamiche familiari, non sembra capace di provare un affetto autentico. A questo proposito, possiamo citare le parole di Lorenzo de’ Medici, fratello di Cosimo: “Sei sempre più simile a nostro padre.”
E se ben ricordiamo, all’inizio della serie, il giovane Cosimo tutto avrebbe desiderato, meno che di somigliare al freddo e calcolatore Giovanni de’ Medici.
Questo insieme di considerazioni non permettono al pubblico di identificarsi nel protagonista o di approvare le sue scelte, almeno non fino in fondo. Infatti, come ha dimostrato il sesto episodio, incentrato sulla prigionia di Rinaldo Albizzi, nonostante Cosimo ci venga idealmente presentato come “il buono della situazione”, egli ha spesso idee mutevoli, persino riguardo ad i propri nemici.
È così davvero difficile dare un giudizio univoco su questo personaggio, che spesso risente, insieme agli altri protagonisti, del ritmo della serie, ora lento ora rapido, e che quindi non sempre gli permette di mostrarsi in tutte le sue sfaccettature. Dal momento che però la conclusione della serie si avvicina, mi auguro che le ultime due puntate siano capaci di portare a termine i percorsi intrapresi dai vari personaggi, in modo che al grande puzzle finale non manchi nessuna tessera.
Momento leggerezza:
- Gli sceneggiatori de I Medici hanno trovato l’elisir dell’eterna giovinezza, visto che in questa serie nessuno cresce mai, nemmeno per sbaglio, e che Cosimo, Contessina, Lucrezia e Piero hanno praticamente la stessa età.
- La ship Marcobello/Maddalena è salpata con successo!
- Ogni apparizione di Alessandro Preziosi, per quanto piccola, merita sempre.
- Enzo Contarini ha meno espressività di una pallina di pongo.
- L’unico vero amore di Cosimo sarà sempre e solo la Cupolona Autoportante.
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