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Humans: Recensione dell’episodio 1.07 – Episode 7

humans.1x07-odiAd un passo dal finale, Humans ci regala un episodio forse non all’altezza degli altri ma che comunque mantiene carico quel bagaglio di domande e interrogativi che questa serie si porta dietro. Siamo ancora qui a chiederci cosa sia umano, cosa ci rende umani, fino a che punto la scienza e la tecnologia dovrebbero spingerci. Quando è giusto fermarsi quando giochiamo a fare Dio?
Dopo diversi episodi che hanno accelerato (forse anche un po’ troppo) il ritmo della narrazione rispetto alla prima parte della stagione, questa puntata inizia capovolgendo di nuovo le carte per poi rintanarsi in una stanza, una casa in realtà, e mettere in pausa per un attimo gli eventi e concentrarsi sull’aspetto più interessante della serie, il rapporto tra uomo e synth.

humansCi chiedevamo da un po’, dal momento in cui l’abbiamo vista “ricaricarsi”, chi fosse K e perché si trovasse dall'”altra parte”, da quella del cacciatore e non della preda come tutti gli altri synth coscienti. Se fino a questo episodio, alla luce dei loro racconti e dei loro comportamenti, l’idea di considerare un synth come un abominio della natura, come un errore creato da un uomo con manie di onnipotenza, non c’era passata per la testa, K o meglio Beatrice potrebbe rompere quel sottile filo che divide giusto e sbagliato, lecito e illecito, morale e immorale. Lei non è soltanto un synth, ma lei è l’incarnazione del desiderio umano, umanissimo di non voler dire addio a chi amiamo. E lei, robot senziente, sente tutto il peso della scelta del dottor Elster di riportare in vita una moglie che di vivere non ne aveva la benché minima voglia.

È lei a rompere gli schemi di un quadro che avrebbe portato ad un potenziale happy ending per una famiglia in fuga che da anni tenta di ritrovarsi. Lei pone fine alla vita di un personaggio che sinceramente avremmo voluto conoscere meglio. (Troppo poco ci hanno raccontato di George Millican, ma se la serie dovesse essere rinnovata è molto probabile che lo ritroveremo in qualche flashback dedicato al Dottor Elster.) Lei gioca con i sentimenti e inganna un figlio non suo per consegnare alla polizia altri errori come lei.

humansPrima del colpo di scena finale (un po’ scontato e forse anche arrivato un po’ troppo presto) quella atipica famiglia che sono Leo, Mia, Niska, Fred e Max si ritrova riunita intorno a quest’ultimo semi-morente sotto l’ala protettiva degli Hawkins. Le due famiglie si ritrovano inevitabilmente a confrontarsi l’una con l’altra, scoprendo alla fine che poi tante differenze tra loro non ci sono. Perché in entrambe chi ne fa parte non fa altro che amare e proteggere gli altri. Mamme chiocce (a tratti un po’ saccenti), figli ribelli. Se volessimo proprio trovare una differenza tra le due, potrebbe essere l’assenza in una di una figura paterna. Un episodio con un ritmo incostante, che alterna momenti poco interessanti a rivelazioni ad alto contenuto emotivo. Aspettiamo di vedere cosa gli autori ci racconteranno nel finale, con la speranza che questa serie, tra le novità più interessanti di questa estate, venga rinnovata.

Valentina Marino

Scrivo da quando ne ho memoria. Nel mio mondo sono appena tornata dall’Isola, lavoro come copy alla Sterling Cooper Draper Price e stasera ceno a casa dei White. Ho una sorellastra che si chiama Diane Evans.

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