
Humans: Recensione dell’episodio 1.06 – Episode 6
Gli Inglesi ci sanno fare!
Quando si tratta di proporre temi distopici e disfunzioni della società non li batte nessuno, basta pensare a Black Mirror ma anche a In The Flesh e per certi versi Orphan Black. Humans, sin dall’episodio pilota, ricorda un po’ di tutte queste serie messe insieme, non brilla, infatti, per originalità e almeno nelle batutte iniziali la serie aveva deluso un po’ le mie aspettative: un basso budget (troppo basso per una serie come questa!), una sceneggiatura che faticava a decollare e un po’ statica e a tratti un po’ ingenua, per fortuna però, con il sesto episodio la storia sembra aprirsi un po’.
Il pregio, infatti, di questo sesto episodio è l’inserimento di un elemento più emotivo nella narrazione che era apparsa inizialmente un po’, fredda; grazie alla bravura degli attori coinvolti, su tutti brilla Gemma Chan e neanche a dirlo William Hurt, senza quasi aspettarcelo, ci ritroviamo immersi nella storia di Mia e commossi quando finalmente Anita viene messa da parte e i fratelli possono riabbracciarsi.
L’episodio colpisce anche per le questioni più profonde sul tema della maternità che appare un file rouge dell’episodio e della serie stessa.
Laura sente di aver ereditato il gene dell’anafettività, crede di non essere in grado di crescere i suoi figli come sua madre prima di lei le ha fatto credere, in questo contesto sembra ora più chiaro il rifiuto della donna ad accettare che una synth si prenda cura dei suoi figli.
Il tema della maternità ritorna quando finalmente ci viene raccontato il passato di Leo, Mia & Co. Mia non è, come ci avevano fatto credere, la compagna di Leo bensì sua “madre”, colei che l’ha cresciuto fin da piccolo. Leo è morto e presumibilmente tenuto in coma dal padre nel tentativo di preservare gli organi mentre gli venivano sostituite le parti danneggiate con elementi sintetici, praticamente Leo rappresenta l’origine dei synth.
L’episodio ci mostra, inoltre, come siano possibile i legami affettivi tra synth ed essere umani e lo fa anche sottolineando il rapporto che pian piano si sta costruendo tra George e Niska che rivela una sofferenza profonda dovuta non solo all’esperienza di prostituzione ma a un passato più ambiguo che la legava al padre di Leo.
Quindi, come dicevo, finalmente qualcosa di muove; giunti al sesto episodio sembra che la storia prenda mordente e ritmo, il problema è che probabilmente è un po’ tardi. Non nei tempi, ma nel modo in cui c’è stata raccontata la storia fino a esso. Nulla di quello che abbiamo visto e che ci è stato rivelato in questo episodio è stato un colpo di scena; lo spettatore è arrivato prima degli snodi di trama, certe volte questo modo di narrare è interessante ma in questo caso i twist narrativi appaiono piatti e poco incisivi. Anche la verità su Karen, che era stata un colpo di scena nell’altro episodio, ora perde d’incisività quando viene riferita a Peter.
Ora non ci resta che capire quali sono le conseguenze che Fred ha riportato dalla prigionia. E’ sincero? A me, è sembrato un po’ inquinante durante la telefonata a Leo. In conclusione, Humans resta una serie con grandissime potenzialità; soprattutto a livello concettuale, il voler raccontare una forma di schiavitù moderna l’ho trovato sin dall’inizio veramente arguto ma mal sfruttato, almeno fino a qui.
Visitor Rating: 4 Stars
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