
How To Get Away With Murder: Recensione dell’episodio 3.11 – Not everything’s about Annalise
Per quanto Wes sia ormai morto già da 2 episodi, merita comunque l’immagine di copertina, poiché abbiamo ben capito che il leading-case di questo secondo capitolo della terza stagione di How To Get Away With A Murder sarà scoprire chi c’è dietro l’omicidio di Wes. Noi, da questo lato dello schermo, stiamo ancora cercando di capire se davvero ci piace la strada tortuosa e piena di ostacoli scelta da Shonda: certo, la curiosità di sapere chi è responsabile della morte di Wes ci divora lentamente dall’interno, ma quando avremo finalmente scoperto la verità, dovremo semplicemente accettare la perdita ed andare oltre. E non so sinceramente quanto pronti saremo, siamo sempre reticenti ai cambiamenti di rotta, specialmente quando al timone c’è lei.
Frank è andato a costituirsi alla polizia. Tuttavia molti sono gli indizi che farebbero presupporre che lui c’entri davvero ben poco, nonostante avesse una black list piuttosto lunga di corpose motivazioni per porre fine alla vita di Wes, innanzitutto la sua relazione con Laurel. Ma tra la chiacchierata in macchina con Wes e l’incendio a casa di Annalise c’è un vuoto di ben 2 ore che lascia immaginare la possibilità che Wes, nel frattempo, abbia visto qualcun altro. Inoltre il senso di colpa che attanaglia Frank ormai dal season finale della scorsa stagione lo porta ad immolarsi come agnello sacrificale, ad ogni occasione possibile, per difendere a spada tratta Annalise e la sua causa, quasi questo potesse in un certo qual senso farlo redimere e fargli conquistare l’agognato perdono di Annalise, ed anche questo pianta il famigerato seme del dubbio riguardo la sua colpevolezza. Se poi aggiungiamo che, benché manchino solo 4 episodi al finale di stagione, è davvero troppo presto per aver già trovato il vero colpevole (e con Shonda quello che vediamo non è mai quello che realmente è), tutto fa pensare che l’auto-confessione di Frank sia solo un depistaggio dei piani alti, niente di più.
Nel frattempo i 5K (oh no… da ora saranno i 4K) respirano a fatica, cercando di non annegare nel mare di emotività che la morte di Wes ha causato, nonostante essa sia stato veicolo per rendere il loro rapporto ancora più inscindibilmente profondo. Ognuno lavora sui propri limiti e le proprie debolezze, facendosi, tuttavia, forza a vicenda; ma la questione più pressante risulta essere l’imperativa necessità di convincere Oliver a non sporgere denuncia contro di loro dopo aver scoperto dell’assassinio di Sam. Scappa in un discorso un velato “se lo meritava”, ma niente di più. Magari in un episodio non Annalisecentrico, come lo stesso titolo suggerisce, mi sarei aspettata un po’ più (di quanta non ce ne sia già a bizzeffe, comunque) di introspezione, specialmente per quanto riguarda la scelta di Oliver. Ma non è stato detto o fatto più del necessario, tranne mostrarci una coppia profondamente legata ed innamorata e niente di più.
Nell’episodio viene comunque lasciato un blando spazio da cui spiare l’attuale vita di Annalise, dalle stelle…alle stalle. La vita di prigione è dura, marcia, malvagia, (emotivamente e letteralmente) sporca, una giungla in cui c’è bisogno di creare alleanze per sconfiggere chi, anche senza un motivo preciso, è pronto a prenderla di mira. Minuti e silenziosi spazi che ci dicono poco quanto niente, nei quali la vita di prigione è forzatamente calcata per darci un’idea dell’inferno dantesco nel quale un’Annalise ormai stanca e priva di speranza non vive, ma sopravvive semplicemente. Ciò che la turba è solo la vista del volto ustionato di Wes, sdraiato in una cella d’obitorio; nemmeno sapere che la confessione di Frank a poco è servita, poiché è stato accusato semplicemente di essere suo complice, la smuove più di tanto, al contrario di una Bonnie vogliosa di restituire ad Annalise cento volte quello che lei le ha dato nel corso degli anni, incapace tuttavia di reggere responsabilità e pesi come solo una vera Keating sa fare.
La morte di Wes è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso: la polizia non si fermerà. Oltre ad essere genuinamente curiosi di sapere chi c’è dietro la morte di Wes, siamo anche interessati a dare risposta ad un altro interrogativo…anche questa volta Annalise la scamperà?
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