
How to get away with Murder: Recensione dell’Episodio 1.13 – Mama’s here now
La cara Mother Gothel di Rapunzel cantava ‘Mama knows best’, ricordando ad un’ingenua Rapunzel che una mamma, non importa quanto discutibile e malvagia, saprà sempre cosa è meglio per i propri figli. Nella speranza che questo sia vero, Annalise – che scopriamo chiamarsi in realtà Anna Mae – chiama sua madre, disperata ed in lacrime, poiché non ha più a chi rivolgersi. Vorrei ben vedere: ha coperto l’omicidio di suo marito e ha incastrato il suo amante per proteggere i suoi studenti! Di questo passo non le resteranno che i sassi con cui confidarsi!
L’arrivo di mamma Ophelia è qualcosa di inaspettato, che isola volutamente Annalise dal resto della trama dell’episodio e dagli altri personaggi, dandoci un piccolo spiraglio di passato e facendoci capire molte cose dell’infanzia di questa donna che abbiamo imparato a conoscere come forte e determinata e raramente debole e impreparata. Annalise è stata una bambina cresciuta nelle difficoltà, vestita con gli abiti smessi della parrocchia, maltrattata sessualmente da uno zio violento e, in tutto questo, resa forte da una madre ancora più forte di lei. Per me è inconcepibile il modo in cui Ophelia abbia ignorato i problemi di sua figlia, in cui l’abbia resa forte ripetendole che gli uomini possono e prenderanno sempre quello che vogliono dalle donne. Non riesco a capire, anche se da un lato è proprio questo che ha reso Annalise la donna che è, come possa un genitore trascurare una violenza, giustificarla con il ‘così vanno le cose’ e quindi liquidare il tutto. Il cofronto tra le donne è stato titanico, perché Ophelia è forse l’unica che sua figlia non è in grado di intimidire. Perché non importa quali siano le loro differenze e i rancori del passato, Annalise, agli occhi di sua madre, sarà sempre la bambina ai piedi del letto mentre si fa pettinare i capelli. Penso che la scena sia stata tra le più autentiche, non solo
dell’episodio, ma anche dell’intera serie.
Se da una parte abbiamo potuto vedere Annalise in panni non del tutto congeniali alla sua persona, lo stesso si può dire di Bonnie, incaricata di portare avanti un processo al posto del suo capo. Il perché non sia stato scelto Frank io non me lo so spiegare ma, dato che le decisioni del grande capo non si discutono, eccoci qui. Bonnie fa una figura pietosa in aula, e lo notano tutti, lei inclusa. La ripresa finale, in cui riesce a mettere insieme i pezzi di tutto, scoprendo quindi che il suo cliente e l’avversario sono in realtà amanti, mi sembra troppo semplicistico e, se vogliamo, pare il contentino che tutti desideravano. Bonnie è e resta un personaggio debole, per i miei gusti, totalmente incapace di prendere qualsivoglia decisione non riguardi il suo rossetto, figurarsi portare avanti una causa. E’ una donna acerba, come probabilmente direbbe qualcuno, che ha ancora bisogno di maturare molto.
Se da un lato si concentra tutto sul processo, non mancano anche i piccoli spezzoni dedicati ai diversi ragazzi, ciascuno
Tra tutti i cinque studenti sotto l’ala della Keating, pochi possono essere definiti amici e, in qualche modo, questo episodio ci prova che anche questo dettaglio si sta evolvendo e sta cambiando. Laurel e Wes sono stati sempre più vicini degli altri (fin dal primo episodio, in cui sono stati catalogati come silenziosi e pericolosi da Annalise) e ora questa amicizia sta ripagando, mostrandoci come siano pronti ad imbarcarsi insieme nelle missioni alla ‘Bonnie and Clyde’. Anche Connor fa dei passi in avanti, presentando ai suoi ‘compagni di omicidi’ Oliver, il quale era tanto smanioso di poter incontrare le persone con cui passa gran parte delle sue giornate il giovane Walsh. La scena non avrebbe potuto essere più divertente, e probabilmente sarebbe stata il top, se non fosse stata seguita da Connor che rifiuta di andare a letto con Oliver perché lo vuole ‘sobrio’ prima di poter stare di nuovo insieme. Insomma, che dire? Il giovane Connor ha un’umanità latente e sta iniziando a mostrarsi, facendoci letteralmente venire gli occhi a cuoricino.
Un episodio interessante e dinamico, molto ritmato, con tanti spunti proposti e tante novità. Il passato di Annalise è stato fondamentale per farci capire molto del suo comportamento e anche del modo in cui ha gestito le cose con l’omicidio di Sam. Bonnie, che forse avrebbe potuto guadagnare un pizzico di simpatia con questo episodio (l’intento era quello), resta l’antipatica che è sempre stata e Rebecca… ah, guai in arrivo! Un episodio decisamente sopra lo standard di quelli dopo la pausa invernale e dopo l’omicidio, che spera di far risalire il livello – abbassatosi senz’altro – del drama più seguito degli ultimi mesi.
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1.13 - Mama's here now
Sopra le aspettative
Valutazione globale
E’ stata scelta Bonnie per il processo e non Frank, poichè quest’ultimo non è un avvocato, bensì solo colui che fa il lavoro sporco.
“che spera di far risalire il livello – abbassatosi senz’altro”?! in base a quale fonte fai una considerazione del genere.
Gli ascolti se mai sono aumentati, la storia cerca sempre di seguire un suo corso senza mai essere banale e scontata.
Sono consapevole che ci troviamo nell’era dell’ Open Diary e che tutti si sentono troppo critici di professione quindi mi limito a commentare per primo.
Ti assicuro, Michele, che non mi sento ‘critica di professione’ e, anche se lo fossi, perchè dovrei scrivere qualcosa di diverso dalla mia opinione? Perchè una recensione fa questo, dare un’opinione dell’episodio in questione e, guardando quello che la storia ha portato dopo la pausa invernale, per me ci sono stati più bassi che alti da registrare, mentre questo episodio è stato molto emotivo ed intenso, per cui mi è piaciuto tanto. Se me lo aspettassi? No, come ho detto. Se mi fa piacere? Naturalmente.
HTGAWM fa della suspance il suo pane quotidiano e quando ci buttano di mezzo anche l’emotività (con l’ottima recitazione di Viola Davis hanno gioco facile) credo che l’episodio diventi più interessante.
Sarà un’opinione che non condividi ma è quello che penso.
Ragazzi le recensioni servono per far porre interrogativi a chi le legge in merito all’episodio. Nessuno è critico di professione ( e la critica non è una professione) condividiamo con voi lettori il nostro punto di vista, cercando di utilizzare un italiano corretto e dei contenuti non banali. Per piacere se la critica costruttiva deve essere fatta, fatela su i contenuti…grazie.