
How to get Away with Murder: Recensione dell’episodio 1.07 – He Deserved to Die
Avete presente le palle di fieno, quelle che rotolano indisturbate nel deserto? Bene. Ora figuratevi una palla della stessa dimensione, però di metallo, che rotola già da una montagna ipoteticamente infinita. Avete presente nella vostra mente la palla? Non credo di riuscire a trovare un paragone più calzante per descrivere questo telefilm: non guarda in faccia alle aspettative di nessuno, non si preoccupa chi travolge sul proprio cammino o se stravolge una povera piantina, cresciuta solo la notte scorsa. Rotola e basta. Lo dico perché, a distanza di un episodio, si sono sconvolti tutti gli equilibri che HTGAWM sembrava aver impostato come punti fermi. Ciò che avevo dimenticato solo per qualche istante è che – come tre stagioni di Scandal e dieci di Grey’s Anatomy ci hanno già insegnato – ‘punti fermi’ è un concetto che non va molto d’accordo con Shonda, che invece rende scopo primario della sua esistenza sconvolgere qualsiasi equilibrio e gettare nello scompiglio noi, poveri spettatori innocenti.
Dopo averci girato intorno per troppo tempo, siamo finalmente alle prese con il processo a Rebecca, nonché all’ex di Lila, Griffin, entrambi in corsa per il premio ‘Ergastolo’. La facilità ma anche la maestria con cui Annalise gestisce il processo è magistrale ma al tempo stesso inquietante. La donna, convinta dell’innocenza del marito (ne è davvero convinta?), difende Rebecca ma non in maniera disinteressata, poiché dietro alla difesa della ragazza che è più vicina ad essere giudicata colpevole c’è in realtà il desiderio di difendere il marito, che altrimenti verrebbe esposto come sospettato numero uno – Wes si è assicurato che la donna lo sapesse, questo, quando è entrato a casa sua. Un po’ come siamo già abituati a vedere in The Good Wife ma anche in Suits, il procuratore distrettuale – che non ha la metà della bravura o della ‘badass-ness’ della Keating – cerca un accordo con una delle due parti, ovvero Griffin, ma l’intervento di Mr.Darcy calma le acque, almeno per poco. Quello che tuttavia l’accordo (ormai annullato) tra il procuratore e una delle due parti mette sul tavolo – letteralmente, sul tavolo dell’obitorio – è il corpo riesumato di Lila, che viene sottoposto ad una seconda autopsia. Giuro che non appena hanno tirato fuori l’idea di riesumarla avevo già capito che il tutto sarebbe andato a finire così: l’unica cosa che mancava al felice quadretto della famiglia Keating era che la studentessa con cui se la faceva il marito fosse incinta. Indovina indovinello? Lo era per davvero! Sarà ancora disposta Annalise a credere al caro maritino, ora che è entrata in gioco questa variabile? Proprio lei, che scopriamo aver avuto degli aborti spontanei: c’è da dirlo, la donna è sfigata forte, e probabilmente è un eufemismo.
Il resto del team, invece, se la gioca molto meglio. Ancora una volta, tra tutti spicca Connor che, anche quando non ricorda il nome dell’ennesimo tipo che si è portato a letto, è comunque irresistibile. Lo credo bene! Il suo personaggio è costruito proprio intorno alla sua forza, quella dell’usare il sesso come arma (tenete d’occhio le news: la settimana prossima parleremo proprio di lui!). Un’arma a doppio taglio, naturalmente, dato che Oliver è ben lontano dall’essere dimenticato: anche quando Annalise lo manda alla ricerca di informazioni, lui non può fare altro che bere e pensare a come rimediare a ciò che ha fatto a quello che, l’ha sottolineato lui stesso, ‘non era il suo ragazzo’. Proprio come Lauren si era premurata di sbattere in faccia a Frank di averne uno. Dopo averlo baciato come se non ci fosse un domani e come se fossero gli ultimi esseri umani su questa terra, gli aveva cordialmente detto di andare al diavolo. Quando lui, da galantuomo e persona coerente, lo ha fatto, lei ha deciso che non le andava più bene. Lauren non mi sta antipatica, chiariamolo, poiché la reputo un personaggio quantomeno interessante, ma il suo comportamento è il tipico della ragazzina che non sa che cosa vuole. A dimostrazione di questo fatto, si ritrova ad amoreggiare in pubblico con Frank prima della fine dell’episodio. Ha dimenticato di avere un fidanzato, che per altro le ha offerto un lavoro? Probabilmente cerca di non pensarci, nella speranza che, un giorno, non le presenti un accordo prematrimoniale, com’é accaduto a Michaela che, cornuta e mazziata, si ritrova tra le mani l’ennesima gatta da pelare: non gliene va mai una giusta, non è vero?
Si riscattano in questo episodio Wes e Asher. Il primo, finalmente, dopo aver cercato di dire a Rebecca in ogni maniera possibile che lei gli piace – mancavano solo gli striscioni fuori casa e poi avevamo visto di tutto! – fa la prima mossa, cercando di baciarla durante un confronto sul suo processo, ma la ragazza si ritrae… solo per tornare alla carica prima della fine dell’episodio, abbandonando completamente i vestiti da santa ‘figa di legno’ e mettendo quelli più adatti a lei di ‘ragazza facile’. Nessuna sorpresa qui: fin da quando Wes ha iniziato la sua crociata per salvare Rebecca, era ovvio che l’esito sarebbe stato questo. Anche la confessione post coito non poteva essere più adatta, poiché fa
Cosa sappiamo dunque? Un flash-foward ci fa presupporre (erroneamente?) che Rebecca abbia davvero ucciso Sam e che Wes e gli altri siano sul punto di insabbiare la cosa. Mancano solo due settimana al ‘fattaccio’, come ci mostra la scritta a inizio episodio, quindi la resa dei conti si avvicina. Pronti a scoprire chi ha ucciso Sam? Su una cosa non c’è dubbio: saremo travolti, come ogni settimana del resto, da una valanga di sorprese e false sicurezze che sono il marchio di fabbrica di Shoda. Vedere per credere.
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1.07 - He Deserved to Die
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