
How to Get Away With Murder: Recensione dell’episodio 1.05 – We’re Not Friends
Il quinto episodio di How to Get Away With Murder potrebbe essere definito Laurel centrico, sia il caso della settimana sia i flashback, infatti, riguardano proprio la tirocinante meno approfondita fino ad ora. Laurel a differenza degli altri protagonisti, è un personaggi tratteggiato in modo più sfumato ed è forse per questo che è interessante vedere il suo punto di vista sulla fatidica notte in cui il gruppo di studenti universitari ha partecipato – non sappiamo in quale misura – all’omicidio del marito di Annalise.
How to Get Away With Murder ha dalla sua alcuni aspetti interessanti:
1. il cast multietnico prerogativa di tutte le produzione della Rhimes che fa apparire realistica l’ambientazione.
2. l’originalità della trattazione della trama e il mistero, abbastanza interessante, che fa da file rouge ai vari episodi.
Purtroppo però, questi aspetti piacevoli vengono affossati, da casi verticali veramente noiosi, scontati e per nulla strutturati! E’ difficile, scrivere un legal senza cadere nel paragone con The Good Wife purtroppo e qui How to Get Away With Murder perde su tutta la linea.
E’ vero che in questo caso sono un mero contorno della trama orizzontale, come accade in questo quinto episodio in cui Annalise difende un adolescente dall’accusa di omicidio del padre poliziotto.
Il ragazzo ha difeso la madre da anni di abusi. Tralasciando la morale americana dove tutti fanno il tifo perché il ragazzo venga giudicato innocente quando in realtà, per dirla proprio tutta, è un’omicida che ha sparato non per legittima difesa, il caso serve per mettere il luce Laurel e a riempire i buchi tra i flashback e i dilemmi morali di Annalise.
Mentre Laurel agisce illegalmente facendo annullare il processo, preoccupata che il ragazzo finisca in prigione, Annalise è angosciata dalla sua situazione matrimoniale.
Due indizi mettono Sam che la sua amante chiamava Mr.Darcy, in una situazione scomoda:
1. aveva una relazione con Lila
2. ha mentito sulla relazione e sul luogo in cui si trovava.
Annalise decide, però, di proteggerlo, mettendo in scena una valutazione psichiatrica per la difesa di Rebecca che però mangia la foglia e se la dà a gambe levate.
In questo episodio si segna anche l’avvio della relazione tra Laurel e Frank che a giudicare dai flashback avrà degli sviluppi interessanti; Laurel si fa volontaria per riportare indietro l’arma del delitto ma prima va da Frank a confidarsi.
L’episodio scorre via, le parti dedicate al nostro caso principale sono interessanti anche se c’è un uso eccessivo dei flashback che vengono in parte anche ripetuti, mentre, come dicevo sopra il caso, della settimana invece è inutile e solo accennato, trattato, oltretutto, in modo oltremodo banale. Questo, purtroppo, fa sì che la serie non venga presa troppo sul serio dallo stesso spettatore. Considerata quindi l’importanza centrale del caso orizzontale, il giudizio su questa serie sarà chiaro solo alla fine, se lo sceneggiatore sarà in grado di stupirci allora forse How to Get Away With Murder potrebbe entrare nel novero delle serie, senza pretese, piacevoli e da recuperare in estate.
E’ quasi ovvio che Sam non ha ucciso Lila e se dobbiamo seguire l’indizio del nome della serie, qualcuno la sta facendo o vuole farla franca con questo omicidio. Bonnie è finora il personaggio più enigmatico, sembra ossessionata da Sam e potrebbe aver ucciso Lila per gelosia! Ma io mi aspetto di più, un colpo di scena bello grosso e originale che mi faccia dimenticare questi filler noiosi e già visti!!
Considerazione sparse:
Viola Davis in questo episodio e nel precedente è stata sublime; paga una direzione mediocre e dialoghi banalotti ma nonostante ciò è riuscita a dare una caratterizzazione di Annalise calzante. Promossa a pieni voti!!
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1.05 - We're Not Friends
meh
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