
How to Get Away with Murder: recensione dell’episodio 1.02 – It’s All Her Fault
Quando si guarda un episodio che si sa si dovrà poi recensire i sensi diventano più reattivi, si colgono particolari diversi e l’attenzione è sempre al massimo. Durante la visione di questo secondo episodio, grazie ad un pilot decisamente di livello basso, mi sono ripetuta più volte “ora lo stronco”. Ora non voglio dire che a fine episodio ho completamente cambiato idea, ci sono ancora una serie di cose che non funzionano e di cui parlerò in seguito ma non posso coscientemente dare un giudizio completamente negativo.
I lati negativi, già affrontati anche da Caterina nella recensione del primo episodio, sono molteplici ma a mio avviso due sono i principali:
– la protagonista. Viola Davis sarebbe anche una bella donna (cercate delle sue foto su Internet e ve ne renderete conto) ma per questa parte hanno deciso di imbruttirla all’inverosimile. I capelli e il trucco non solo non la valorizzano ma la rendono più vecchia di quanto non sia e soprattutto più fredda. Capisco che il personaggio dovrebbe in qualche modo essere quello di una donna forte e autoritaria ma credo che il lavoro fatto dai make up artists sia pessimo. A loro discapito c’è da dire che la recitazione della signora Davis è talmente pessima che anche un ottimo trucco non avrebbe aiutato poi molto.
– i salti temporali sono gestiti malissimo. Il pilot mi aveva lasciata talmente rintontita dai continui salti nel tempo da aver reso terribile la visione nel suo insieme. Se in questo secondo episodio (consci anche del fatto che sappiamo che le linee temporali sono molto separate tra loro nel tempo) la cosa risulta meno forte continuano a non convincermi le modalità usate. Mi riferisco alla velocità raddoppiata di alcune scene e al colore decisamente tendente al blu/verde.
Cosa invece finalmente inizia a funzionare allora? La trama orizzontale. Scartata Annalise come possibile colpevole (troppo ovvio) avevo puntato tutte le mie carte sulla non più giovane Paris Gellar (ops volevo dire Bonnie). E’ chiaro infatti che prova qualcosa di particolare nei confronti del marito del suo capo e, si sa, la gelosia può portare a compiere atti terribili. E invece sorprende scoprire che Wes lavora, dietro le quinte, per la sua vicina di casa, la giovane Rebecca (Ciao Rosie Larsen!), una ex trafficante di droga a quanto pare. Personalmente sono rimasta spiazzata da questa svolta finale e decisamente incuriosita.
Un ultimo appunto sulla trama verticale di questo episodio. Già visto. Mr Sweeney di The Good Wife è praticamente lo stesso personaggio ma con una profondità maggiore e una recitazione, anche in questo caso, migliore. Come nello scorso episodio alcuni fatti legati all’azione legale risultano quantomeno strambi (anche ad un occhio non professionale come il mio): uno su tutti il modus operandi di Annalise che permette al suo assistito di rimettere in atto la scena del presunto omicidio della sua seconda moglie.
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1.02 - It's All Her Fault
Una luce in fondo al tunnel?
Valutazione globale
La questione è questa: Se dopo 11 anni non vi siete stancati di Shonda e dei suoi ripetitivi prodotti allora avrete sicuramente un posto nel paradiso degli “addicted” telefilmici, perché io vi giuro che non so come sia possibile.
In questo episodio viene fuori proprio la scarsa cura messa nei particolari del caso e nella narrazione: Scena del crimine invasa da 7 persone sprovviste anche solo di guanti e con le scarpe che vogliono cercare tracce ulteriori, senza rendersi conto che magari se indossi delle protezioni puoi evitare di portare via o far entrare ulteriori tracce biologiche (e già qui il mio spirito critico faceva le capriole); Un avvocato difensore che pensa che la migliore strategia di difesa da una eventuale accusa per il marito sia spifferare tutto all’amante POLIZIOTTO per chiedergli di verificare il suo alibi ( ma usare dei mezzi più originali almeno e non da comune persona presa dal panico);i flashback che ricordano tristemente PLL e che fanno vedere che sono successe più cose in quelle 2 ore che in tutto l’episodio ( mostrandoci non solo già il morto ma anche che la relazione tra wess e la vicina diventerà seria… a questo punto manca solo sapere chi è il killer e siamo a cavallo); e infine i 5 ragazzi vengono mostrati ancora più stereotipati del pilot, l’omosessuale è quello che pensa solo al sesso, il povero ragazzo di colore è l’unico gentile, la prima della classe è la stronza, e la meredith di turno quando vuole ha le solite idee brillanti. Ditemi come non si fa a bocciare una serie che viene prodotta da chi racconta la stessa storia per la quarta volta, con le stesse modalità e con gli stessi personaggi, avendo budget miliardari e ispirazioni in ogni canale televisivo. Dove sta il talento della Rhimes? E non quello di produrre soldi, ma quello narrativo, dove sta la sua capacità di intrecciare trama e sentimenti che ci hanno legato a doppio filo a GA le prime stagioni? è morto, più morto del marito della Keating.
A me da fastidio, e questo è il motivo dietro la bocciatura del pilot, che con tante serie tv originali brillati e esteticamente belle che hanno rischiato di chiudere quest’anno (Hannibal resisti) questa produca ancora prodotti scarsi, a livello di Teen drama da quattro soldi.
Ultimo appunto sulla Davis: in questo episodio piange e per davvero non ci sono dubbi che stia fingendo, ditemi se non ha espressività facciale? Casting sbagliato alla grandissima…
Dopo queste mille-mila righe, ti faccio i complimenti Micra perché sai rimanere calma su temi che a me personalmente fanno inalberare…buona analisi.!
@Caterina concordo su quelli che sono i punti negativi che tu hai segnalato nel commento ma soprattutto sulla Davis come punto debolissimo della serie.
personalmente non ho mai visto PLL quindi forse alcune dinamiche prese da li per me sono “nuove”. Resta il atto che confermo il mio giudizio. La serie delude ma rispetto al pilot ho visto un leggero miglioramento. Sta ora alla Rhimes confermare questo andamento o deluderci definitivamente.
Io questa serie non dovevo proprio iniziare a vederla, non stava neanche nella lista dei miei pilot, perché io non sopporto la Rhimes. Non la sopporto soprattutto quando si occupa della sceneggiatura e scrive quindi i dialoghi, il più delle volte sono finti, infarciti di cliché e modi di dire, monologhi fiume tutt’altro che realistici. L’ho abbandonata quando in Grey’s Anatomy, Izzie inizia ad avere le visioni, mi sono riaccostata alla Rhimes con Scandal, riabbandonandola quando ha trasformato gente insospettabile in serial killer. Non è il mio genere e neanche How to Get Away with Murder lo è, ma nonostante la faciloneria con cui vengono risolti i casi, i flashback schizofrenici e i capelli della Davis, che io non giudico(LA DAVIS NON I CAPELLI :d) così negativamente come voi, ho deciso di dare una chance in più, perché c’è qualcosa nel complesso che trovo rinfrescante, rispetto ai brutti prodotti del broadcast americano. Poi certo Caterina, se ci dobbiamo chiedere come mai certe serie mediocri vanno più di altre, la lista delle incongruenze sarebbe molto, molto lunga!!
p.s comunque, per chiarezza, il creatore della serie è Nowalk e non la Rhimes che invece produce insieme a ABC. Infatti, nessuno dei protagonisti dice : ” sei la mia persona” o cose del genere…
@Maura haha la tua frase finale mi ha fatto morire.
Vero che la serie non è direttamente figlia della Rhimes ma è così che il network ce la propone e questo comporta delle aspettative (positive o negative dipende dai casi).
@Micra XD Odio quelle frasette fatte che mette in bocca ai suoi personaggi!
Comunque sì, è vero che ABC la vende così, ma io da spettatrice che poco sopporta la scrittura della Rhimes, vedo delle differenze rispetto ai suoi soliti prodotti. Fermo restando i difetti che hai messo giustamente in luce con il quale sono d’accordo.