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How to get Away With Murder: Troppi “delitti perfetti” stufano. Recensione quinta stagione

Alla fine della quinta stagione di How to get Away With Murder la domanda che nasce spontanea è una sola: quanti omicidi è umanamente possibile nascondere sotto il tappeto? Quale numero è accettabile e dopo quale morto sfortunato la cui dipartita non è stata ricollegata a cinque (ora quattro) studenti di legge, nonché la loro insegnante, si può arrivare a parlare di fantascienza?

Con la quinta stagione di HTGAWM si abbandona definitivamente l’appassionante iter delle primissime stagioni per dare evidenza alla dura verità: non importa quanto possa durare la serie tv di Shonda Rhimes, ogni stagione avrà un morto al centro della narrazione e ogni volta perderemo un pezzo di realismo, sacrificandolo per una trama inverosimile.

Trama della quinta stagione di HTGAWM

quinta stagione htgawm recensione
Credits: ABC

La quinta stagione di HTGAWM riporta in scena il fantasma di Sam attraverso il personaggio di Gabriel Maddox (Rome Flynn). Un ragazzo che dal padre ha ereditato senz’altro la capacità di mentire e un innato talento per il doppiogiochismo. In un tira e molla durato 15 episodi, Gabriel è ora amico ora nemico dei Keating 5 (Oliver per me ormai è parte integrante del gruppo a tutti gli effetti).

Mentre Annalise (Viola Davis) deve vedersela con il passato, cercando di proteggere i ragazzi e tornando ancora una volta con il ricordo al povero Wes, la vera storyline della stagione è quella che coinvolge Bonnie (Liza Weil), Nate (Billy Brown) ed il DA Ron Miller (John Hensley), ucciso per un incomprensione al matrimonio dei Coliver.

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La morte di Ron Miller poteva essere evitata?

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Credits: ABC

A differenza di tante morti nella storia della serie tv, questa particolare non soltanto avrebbe potuto essere evitata ma, paradossalmente, non aveva alcuna motivazione. Come si scopre in seguito, Ron non era responsabile dell’omicidio di Nate senior ed il fatto che la scoperta sia avvenuta dopo la sua morte e non con un’accurata indagine prima la dice lunga.

Perché non verificare che fosse stato lui, prima di ucciderlo? Non hanno ancora imparato nulla sulle prove circostanziali dopo tutto questo tempo? Seriamente?

Ma è bene tutto quel che finisce bene, no? Bonnie ha ucciso il suo fidanzato-to-be, Nate pensa che l’assassino di suo padre sia stato punito e – ciliegina sulla torta – Annalise e Frank (Charlie Weber) hanno insabbiato tutto per non far pesare la verità su Bonnie. Si accettano scommesse sul tempo che impiegherà tutto questo sotterfugio a scoppiargli in faccia.

Keating 5: pagella dei personaggi nella quinta stagione

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Credits: ABC

L’unico, vero highlight della stagione per i ragazzi è stato il matrimonio di Oliver (Conrad Ricamora) e Connor (Jack Falahee). Oltre a girare con inquietudine nella loro casa-che-era-una-confraternita non fanno molto altro. Asher (Matt McGorry) è praticamente una macchietta, un personaggio svuotato di qualsiasi significato da quando non è l’ex sia di Bonnie che di Michaela (Aja Naomi King).

Al contrario Michaela affonda fino al collo nelle sabbie mobili dell’indecenza, anche lei priva di qualsiasi caratterizzazione o sfumatura interessante.

La triste verità che sembra emergere da questa quinta stagione di HTGAWM è una stanchezza nella scrittura e nella novità. I personaggi con cui abbiamo sofferto, che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare (o odiare, in alcuni casi) non sono altro che delle sagome.

Parlano, agiscono, ma nulla delle loro parole o azioni suggerisce un qualche cambiamento o crescita. Anche in negativo – non pretendiamo mica che diventino tutti responsabili o sviluppino una coscienza alla Oliver in due giorni!

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Laurel è l’eccezione che conferma la regola

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Credits: ABC

Pradossalmente uno dei pochi personaggi che è possibile apprezzare in questa stagione è Laurel (Karla Souza). Mentre gli altri si affannano a trovare una via d’uscita che non li faccia finire il prigione per uno dei centomila crimini commessi da quando sono entrati alla facoltà di legge, Laurel comincia a guardare il mondo da un nuovo punto di vista. È una mamma e questo significa che Christopher è al primo posto, come è giusto che sia.

Quando è sul punto di fare un accordo con Telesco (ma quanto l’avremmo riempita di schiaffi, quella?) tutti la accusano di non giocare più per una squadra. Al contrario: Laurel gioca per una nuova squadra che, purtroppo, non prevede più proteggere prima di tutto i suoi amici ma suo figlio.

Tralasciando tutti gli insulti, è ridicolo che gli altri non l’abbiano capito. Quale madre responsabile non si sarebbe comportata allo stesso modo? Quale non avrebbe messo il benessere di suo figlio al primo post?

La scomparsa di Laurel e Christopher nei minuti finali è una porta importante per la prossima stagione. Sebbene ci sia una possibilità che entrambi siano stati presi in ostaggio dal fratello di lei, non dimentichiamo che Laurel è stata cresciuta da criminali e, come tale, non è estranea ai metodi migliori per scomparire. Che sia stata tutta una messa in scena, messa in piedi proprio da lei, per cercare di proteggere se stessa e suo figlio?

Bonnie centrale nella trama (anche se comunque #maiunagioia)

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Credits: ABC

Forse più che di Laurel, questa stagione è stata di Bonnie.

Ci sono già state storyline in passato che l’hanno vista protagonista ma mai qualcosa di così drastico e terribile, che la costringesse a scendere a compromessi non soltanto con chi è ma anche con quello che è la sua vita.

Uccidere Ron, un uomo che amava e crede responsabile dell’omicidio di Nate senior, è stato un gesto estremo. Uno che ha inevitabilmente chiarito a chi va la sua lealtà. Bonnie sacrifica il proprio futuro mettendo al primo posto Nate e Annalise, mettendo su un piedistallo il bene degli altri e gettando tra i rifiuti il proprio.

Sebbene non sappia ancora che Miller fosse innocente, grazie alla mossa in extremis di Annalise e Frank per risparmiarle anche questo dolore, non dimentichiamoci che lo è, a tutti gli effetti. Il padre del figlio che porta in grembo non solo l’amava e voleva sposarla ma era anche innocente. E lei l’ha ucciso.

Non è chiaro come questo si ripercuoterà su Bonnie nella prossima stagione. È tuttavia certo che la scoperta dell’innocenza di Miller, che arriverà senz’altro, sarà un colpo durissimo per lei.

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Una quinta stagione coinvolgente ma senza novità

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Credits: ABC

È inevitabile puntare il dito contro le mancanze di questa quinta stagione di How to get away with Murder perché sono impossibili da non notare. Manca una scrittura originale, manca l’evoluzione di gran parte dei personaggi. Manca una storyline che non sia un semplice copia e incolla dei vecchi schemi ma che aggiunga alla posta in gioco qualche novità.

Ma nonostante i suoi difetti, HTGAWM resta una serie tv che si guarda con piacere, tralasciando i suoi difetti e le sue mancanze. In primis per un cast straordinario, ma anche per una sequenza di eventi coinvolgente, il cui climax finale di ciascun episodio non può che costringere il pubblico, ormai assuefatto dalla serie tv, di tornare, settimana dopo settimana.

È presto per parlare della sesta stagione ma la speranza è che riesca a regalare qualcosa in più rispetto alla quinta. Chissà, magari è la volta buona che riportano in vita Wes!

Kat

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

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