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House of Cards Trilogy: la recensione della serie tv che ha ispirato HOC

Michael Dobbs, Baron Dobbs (born 14 November 1948) is a British Conservative politician and best-selling author. ENGLAND Michael Dobbs, Author to "House of Cards" Lord Dobbs of Wylye - Deputy Chairman of the Conservative Party - House of LordsTutto ebbe inizio con House of Cards, romanzo scritto da Michael Dobbs e pubblicato in Gran Bretagna nel 1989. L’opera di Dobbs, consigliere di Margaret Tatcher e capo dello staff del Partito Conservatore e più tardi vicepresidente dello stesso, descrive da vicino i giochi di potere e le intricate vicende degli animali politici che occupano le comode poltrone del Parlamento inglese nei primi anni 90. House of Cards e i successivi To Play the King e The Final Cut rappresentano i tre atti di quella che sarà poi conosciuta come la trilogia di House of Cards.
L’opera di Dobbs è stata fonte di ispirazione di due serie tv, una prodotta nel 1990 dalla BBC e un’altra nel 2013 da Netflix. Quest’ultima, di certo più famosa della prima,  ha messo d’accordo il pubblico e la critica,  non solo per l’attualità dei temi trattati ma anche per la bravura di un cast in cui spiccano le interpretazioni dell’immenso Kevin Spacey e dell’affascinante Robin Wright.
Eppure l’adattamento più recente dell’opera di Dobbs per certi versi è stato snaturato rispetto alla sua versione inglese. Le due serie offrono due scenari diversi, che si sviluppano comunque lungo un tessuto narrativo comune.

House of Cards Trilogy – questo è il titolo dello show inglese, in onda sulla BBC fino al 1995 – offre una visione chiara, esplicita e teatrale della politica d’oltremanica post-Tatcher, quella dei salotti dei Lords e della City dei primi anni ’90.
Francis Urqhuart è l’archetipo del tirannico Francis Underwood. Il protagonista è il leader dell’ala conservatrice del parlamento inglese, giunto alla fase finale di una carriera politica dignitosa, e combatte con tutte le sue forze contro la stampa e contro ogni forma di lecita opposizione per raggiungere un obiettivo: lasciare il segno nella storia della politica del Regno Unito e delle relazioni internazionali.

house cardsSe Francis Underwood vi ha sconvolto per l’esacerbata smania di potere,  l’arcano FU è capace di fare molto di più. La stessa fisicità di Ian Richardson, interprete di Mr Urquhart, rende ancora più viscido e subdolo il ruolo del personaggio principale, quello di burattinaio crudele, tiranno feroce, amante segreto, guerrafondaio e nemico dei diplomatici. La stampa e i rivali politici cercheranno di interferire con le sue strategie e le sue aspirazioni. Bazzecole per Mr Urquhart, problem solver aristocratico dalla presenza tentacolare.
A differenza di Underwood, Urquhart non fa nulla per nascondere agli occhi degli altri la  crudeltà che alberga dentro di sè. Tutti, eccetto uno sparuto gruppo di impavidi, si prostrano ai suoi piedi come affetti da una forma di servilismo indomito.
Nella seconda stagione della trilogia To Play The King, il cast si allarga con un’ospite d’eccezione, il Re d’Inghilterra. È un monarca illuminato e vicino alle esigenze del popolo, costretto poi a cedere soggiogato dalle strategie ardite dal Mr Urqhuart, definito dallo stesso Re come uomo senza un briciolo di dignità e integrità morale.

Anche in House of Cards Trilogy, le donne rivestono  un ruolo fondamentale per gli sviluppi della trama. Ammaliatrici, autoritarie e servili al tempo stesso, veicolano i flussi di potere nei luoghi e nei momenti che desiderano, non sempre con ottimi risultati.
Elizabeth, moglie di FU, è la versione  formale e aristocratica della intraprendente e capace Clair Underwood. A differenza di quest’ultima, però, non ha grandi ambizioni di potere. Il suo unico scopo e quello di far sì che le cose vadano bene al marito, così che anche lei possa sguazzare tra le macerie di una nobiltà ovattata, classista, completamente slegata con la società vera.
Elizabeth è una geisha dai capelli cotonati, che ama i party, le serate di gala, la campagna e gli uomini del presidente. Il personaggio interpretato da Diane Fletcher va tenuto d’occhio fino alla fine della trilogia, momento in cui dimostrerà la sua vera indole. Come la coppia americana, anche i due coniugi inglese hanno un rapporto di coppia aperto, scevro di limitazioni.

house of cardsE questa non è che una delle analogie che si possono individuare fra i due adattamenti dei romanzi di Dobbs. Ad esempio Tim Stamper, capogruppo del Governo Urquhart scaltro, sorridente e arguto,  è il contraltare di  Doug Stamper, factotum impassibile e glaciale di Underwood.
Un’altra analogia è quella che riguarda la reporter Mattie Storin e Zoe Barnes, la giornalista che ricopre un ruolo fondamentale della prima stagione della serie prodotta da Netflix.
E vi ricordate di Peter Russo, l’homo novus del team di Underwood che avrebbe scalato le gerarchie della politica americana nel giro di due primarie per poi venire barbaramente fatto fuori da Francis? Bene, in House of Cards Trilogy c’è un personaggio che lo ricorda molto ed è Roger O’Neil. Anche lui verrà epurato dallo stesso Urquhart, in quanto incapace di gestire una vite privata rischiosa, ai limiti della legalità.
Se Underwood poteva contare sulla fedeltà e sulla protezione di Meechum, la scorta del presidente, Mr Urquhar ha la spalle protette da Coroder, un personaggio che ricoprirà un ruolo di primaria importanza negli atti finali della terza stagione coadiuvato da Mrs Urquhart.
Come detto precedentemente, le donne saranno decisive per le sorti del Presidente. Claire Carlsen, segretaria e braccio destro del presidente nell’ultima stagione, è una di queste, così come lo è Jackie Sharp nella versione americana. Due donne di potere accomunate da una vita sentimentale basata sul conflitto di interesse. La loro sfortuna? Andare a letto con il nemico di un Presidente onnisciente e onnipresente pronto a ricattarle e a danneggiarle in qualsiasi momento.

La trama è pressoché la stessa in entrambi gli adattamenti, tuttavia gli scenari sono imparagonabili. Non fatevi intimidire dalle ambientazioni demodè e dai dialoghi in politichese, House of Cards Trilogy è molto di più di una serie tv. L’opera diretta da Paul Seed è un prodotto televisivo che ci offre una visione a 360° di un’epoca difficile, che  ha determinato i presupposti della situazione geopolitica odierna.

Solenne, caravaggesca, appassionante, coinvolgente, consiglio vivamente la visione agli amanti del genere political drama e non solo, perché alla base di House of Cards Trilogy vi è una commistione calibrata di generi che non vi deluderà.

Salvatore Giannavola

Esemplare ghiotto di notizie, onnivoro di contenuti con un occhio di riguardo per il cinema in tutte le sue forme.

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