
House of Cards: Recensione episodio 3.02 – Chapter 28.
I said, that’s life, and as funny as it may seem.Some people get their kicks, stompin’ on a dream But I don’t let it, let it get me down,
‘Cause this fine old world it keeps spinnin’ around.- Frank Sinatra
Cadere e rialzarsi, così è la vita. Imparare a leccarsi le ferite e tornare nella mischia il prima possibile, prima che i tuoi avversari ti credano morto. Abbiamo sperimentato tutti cosa voglia dire passare dei momenti in cui l’intero mondo sembra essersi coalizzato contro di noi. Quelle giornate “uggiose” in cui un amico ci abbandona, la persona che amiamo sembra non guardarci più nello stesso modo, il lavoro non riesce come speravamo, gli esami all’università sono stati un disastro, qualcuno ci ha tamponato su i viali di circonvallazione. L’importante non è quante sono le giornate o i periodi così, quello che conta è il modo in cui ne usciamo.
Certo se sei il Presidente degli Stati Uniti, non eletto dal popolo, e per giunta fai Underwood di cognome tutto si ingigantisce. Gli amici che voltano le spalle sono i membri del tuo partito, tua moglie ti fa la guerra perché vuole quella carica per cui ti ha sposato, il lavoro riesce male perché basta un piccolo membro dello staff a spifferare dettagli privati ai giornali, e il tamponamento si trasmuta nella totale assenza di alleati per una possibile campagna presidenziale. L’istinto è quello di rannicchiarsi in un angolo della Casa Bianca e aspettare che tutto passi.
Robin Wright è di una bravura tremenda nell’interpretare le mille sfaccettature del suo personaggio. Deve apparire forte e serena quando dentro a
Frank decide di non candidarsi alle presidenziali, o meglio finge di non farlo. Quale sarà il suo piano per farsi rieleggere, il ruolo di Doug in tutto questo e cosa vedremo nei prossimi episodi mi fa tremare di gioia.
Gli Underwood sono tornati, sono soli, sono pronti alla battaglia…e voi da che parte state?
Good Luck!
Note:
Il discorso di Underwood alla nazione è uno dei momenti più vicini alla realtà della serie in tre stagioni.
3.02 - Chapter 28.
DONNA
Valutazione Globale
Io invece non ho mai detestato Claire tanto come in questa puntata. Irresponsabile, cocciuta e arrivista. Già pretendere, da First Lady in carica (non ex come Eleanor Roosvelt o Hillary Clinton, ma in carica) una nomina governativa, è qualcosa di inaudito negli USA, ma addirittura chiedere al marito di reiterare la nomina anche quando questa è stata respinta dal Senato, dopo una clamorosa figuraccia all’audizione in commissione esteri, è da semplicissima irresponsabile. Se proprio ci teneva alla poltrona, almeno poteva candidarsi nel vecchio collegio del marito. Avrebbe dimostrato sul campo il proprio valore senza attirare le ire della stampa e del partito. In questo avvio di stagione Claire sembra quasi una versione cattiva e maldestra (molto cattiva e molto maldestra) di Evita Peron
Io invece credo che il personaggio di Claire fosse come una sorta di tappo di spumante che aveva solo bisogno di essere svitato per esplodere. Ha atteso così tanto dietro le quinte che voler avere un minimo di riconoscimento che questa sua volontà di avere di più è giustificabile. Lei è fondamentale per Frank e bisogna che questo lui lo ammetta…