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Homeland: La quinta stagione potrebbe abbandonare la lotta al terrorismo islamico

Quando il terrorismo è al centro del tuo lavoro, soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo oggi, è quasi impossibile non attrarre critiche dalle diverse parti e Homeland ne è la conferma. Soprattutto la quarta stagione della serie targata Showtime ha scatenato l’ira e le polemiche dei Pakistani dell’ambasciata e dell’intelligence pakistana per il modo in cui se ne è parlato, dopo anni di collaborazione con gli Stati Uniti. Il presidente del network, David Nevins, ha commentato la cosa così: “Credo che l’ambasciata pakistana ha gestito il tutto come avrebbe dovuto. Ha presentato un comunicato stampa che esponesse il loro punto di vista, che da quanto ho capito si basa sul fatto che il Pakistan e gli Stati Uniti sono in ottime relazioni e collaborano nella battaglia al Showtime Executive Panel Presentation and Q&Aterrorismo ed è tutto vero, ma credo che ci sia del vero anche in quello che noi abbiamo raccontato“.

Non è questo il motivo, almeno ufficialmente, per cui la prossima stagione potrebbe cambiare antagonista, abbandonando la lotta al terrorismo islamico che aveva tenuto Carrie impegnata negli ultimi quattro anni: “Dove andremo con la prossima stagione non è ancora deciso– ha detto Nevins- Non è certo che la serie si concentri sul mondo musulmano. La serie parla della politica estera statunitense e del lavoro dell’intelligence nel 21° secolo, in un periodo molto difficile. Stiamo valutando diverse possibilità. Il vero marchio di Homeland è il tentativo di spiegare come è difficile essere l’America nel 21° secolo, come è difficile prendere decisioni. Potrebbe essere l’Africa, l’Europa, o un altro paese del Medio Oriente. Non mi aspetto che lo show si trasformi in una formula, riesco a vederlo di ritorno negli Stati Uniti ad un certo punto“.

Non c’è niente di definito ancora, ma alla fine di questo mese il creatore della serie Alex Gansa avrà i suoi soliti incontri a Washington con degli insider della CIA per fare ricerca utile per il processo di scrittura e non solo: “E’ una serie frutto di una ricerca approfondita. L’anno scorso abbiamo trascorso molto tempo a Washington e ci ritorneremo a gennaio. Detto questo, si tratta comunque di finzione e io mi schiero sempre in difesa del diritto degli autori di raccontare le loro storie“- ha detto Nevins.

 

 

Bibiana

"Shakespeare once wrote that life is about a dream, and that's exactly how i live my life. From one dream to the next."

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