
Homeland- 2.08 I’ll Fly Away
Possiamo dire con assoluta certezza che la seconda stagione di Homeland è stata, finora, sorprendente e ricca di colpi di scena, così come la prima, premiata con l’Emmy. Spesso quando la stagione di apertura di una serie fa così bene, come quella di Homeland, e non sono molte, ci si chiede se sia possibile che si possa tenere il livello o superarlo. Abbiamo decisamente la conferma che non solo è possibile mantenere un livello così alto, ma è possibile superarlo. Personalmente trovo che questa stagione abbia mostrato diversi spunti che hanno alzato non di poco il livello e trovo che in generale questa serie, e qui incide anche il gusto personale, sia una delle cose, se non “la” cosa, migliore trasmessa al momento nelle televisioni americane. Ma passiamo all’episodio in questione.
Uno dei principali temi dell’episodio, un po’ più “psicologico” se mi consentite, è il crollo di Brody, che è instabile, sembra aver perso il controllo della proprie vita, sotto le continue pressioni di Raya da un lato e di Carrie dall’altro, a cui si aggiungono le pressioni provenienti dalla sua famiglia, dopo che lo avevamo lasciato nello scorso episodio colpito dalla delusione della figlia Dana. Si ritrova nella situazione per cui nella sua mente l’accordo preso con Carrie, per difendere la sua immagine agli occhi dei suoi figli soprattutto, e per proteggere gli stessi figli dall’opinione pubblica, nel caso si venisse a sapere il suo recente passato da “terrorista”, sembra non avere più senso: sembra aver perso la stima di Dana, con la moglie è già alle strette. Brody non vede altra via d’uscita e decide di mollare, ma è ancora una volta Carrie a convincerlo. Sembra che la bionda abbia un potere su di lui, che è più che altro dovuto al fatto che lei è la prima che abbia davvero dimostrato di capirlo, di capire il disastro che quegli otto anni di prigionia hanno creato nella sua mente e nella sua anima. Adesso però per quanto mi riguarda bisogna alzarsi in piedi a fare una standing ovation a questi due straordinari attori, Claire Danes (Carrie) e Damian Lewis (Brody). Questi due sono straordinari ed in particolare io trovo la Danes un portento, cosa che credo abbia in questo anno riconosciuto anche la critica, è innegabile il talento di questa donna.
Dopo che Carrie riesce a convincere Brody a non mollare la missione e l’accordo e si potrebbe pensare che sia tutto apposto, l’ennesimo colpo di scena di questa stagione ricca di sorprese. Brody incontra Raya e si chiama fuori dal piano di Abu Nazir, visibilmente agitato e stressato. Stanco di mentire a tutti, stanco di essere sottoposto a tali pressioni, sembra stanco di vivere. Gli autori sono stati magistrali a mio parere nella rappresentazione del personaggio e dei suoi conflitti interiori: c’è del materiale interessante per psicoterapisti e compagnia! Anche in questo caso è Carrie, unica che riesce a capire il sergente completamente, anche spinta da un sentimento che va ben oltre il rapporto lavorativo, che mette apposto le cose, mettendo a rischio la propria carriera e la propria libertà, perché potrebbe tranquillamente finire dietro le sbarre! Infatti decide di oscurare la reperibilità del cellulare di Brody e del suo e decide di gestire l’uomo da sola. I due vanno in un motel, dove Carrie sapeva che Saul avrebbe potuto condurre le squadre della CIA. Ancora una volta è evidente l’effetto che la donna ha su Brody, lei fa leva su sentimento che entrambi condividono. I due finiscono col fare sesso, sotto le orecchie degli uomini della CIA, con Quinn ed Estes decisamente adirati. Ma mi chiedo ancora non hanno imparato che dovrebbero fidarsi di più di Carrie? Quella donna ha un istinto fenomenale e poi è l’unica che conosce bene Brody, lo capisce, sa come agisce e perché lo fa. Date retta a Saul, fidatevi! Infatti la tattica, se pur piacevole anche per lei sia chiaro, funziona: Brody chiama Raya per chiedere di poter tornare in gioco.
Ancora una volta succede qualcosa che non si aspettava. Questa stagione ci ha regalato fino ad ora una trama ben sviluppata ed allo stesso tempo ricca di pathos e colpi di scena. Gli autori stanno facendo un lavoro straordinario catturando di volta in volta l’interesse e l’attenzione dello spettatore e spingendolo a volerne sempre di più. Almeno io mi ritrovo alla fine di ogni episodio a chiedermi “Perché è finito?? Io non voglio che finisca, voglio sapere cosa succede?”. Il tutto è contornato da un cast d’eccezione, che innalza di gran lunga il livello.