
Helix: recensione dell’episodio 1.08 – Bloodline
Non dico che ormai Helix si sia trasformato in un guilty pleasure, ma ci stiamo andando parecchio vicini. Certo, la serie era partita con tutt’altre ambizioni e aspettative, non dico aspettarsi un nuovo Battlestar Galactica, ma almeno avvicinarsi ad una serie profonda e carica di significati, oltre che di tensione e ritmo.
Quello che ormai, dopo otto episodi è chiaro, ci troviamo davanti è una serie “entertainment” che fa della leggerezza narrativa e del ritmo i suoi punti forti. Potremmo azzardare il paragone con un Revenge dei ghiacci, considerando la moltitudine di colpi di scena e la velocità di inserimento e risoluzione di ogni storyline, o forse un The Event, ma con attori meno cani (in The Event si salvava giusto il buon Ivanek) e con un tasso di vaccata notevolmente ridotto (non azzerato, ma almeno un po’ ridimensionato).
Questo episodio non fa eccezione e riprendendo la narrazione dai mille colpi di scena finali della scorsa puntata, con velocità altissima li risolve e chiude quasi tutti, aprendone a random di nuovi o lasciando, in alcuni casi, dei vistosi puntini di sospensione e un senso di irrisolto condito di domande che girano nella testa degli spettatori (e mi sa pure degli autori) su come diavolo andranno avanti le cose ora. I siparietti comici come ad esempio quello della Dottoressa Walker che finge crisi convulsive o scene assurde come l’esplosione in laboratorio ci confermano che lo squalo lo abbiamo saltato, andata e ritorno.
Certo, tanta carne al fuoco, pure troppa mi verrebbe da dire, tanto che i vari spezzoni non vengono nemmeno approfonditi ma lasciati lì come scie che a volte di incrociano o altre non se ne percepisce l’utilità, tant’è, ormai abbiamo abbandonato ogni speranza di avere una traiettoria netta. Era una serie tendenzialmente horror/morale? S’è trasformato in un complottone più o meno testo con l’inserimento di corporazioni, diventare padroni del mondo, presumibili genocidi (qualcuno ha detto alieni??) e chi più ne ha più ne metta.
Gli stessi interpreti, con l’eccezione dei nostri bravi medici del CDC, che in questo quadro sono gli “utili idioti narrativi”, cambiano continuamente lato, tant’è che passiamo dal percepirli come cattivi a a vederli come buoni, poi forse di nuovo cattivi e chissà cosa tra un po’.
Sulla scrittura dei personaggi, comunque, concordo con quanto detto da Maura e Jessica nelle recensioni degli altri episodi, sono tagliati con l’accetta e presentati sullo schermo un tanto al chilo. Brutti, ma in fondo allineati con uno script che da maggior risalto all’esplosione narrativa che non alla cura del dettaglio.
In fondo, comunque, a mio giudizio, rimane un intrattenimento leggero da fine settimana invernale, senza pretese e grossi obiettivi, ma che si fa guardare con spensieratezza e divertimento.
1.08 - Bloodline
Quite a Guilty
Valutazione globale
Quando uno vede i primi episodi di una serie, si fa in mente un certo percorso narrativo immaginando che verranno trattati determinati argomenti e approfonditi alcuni personaggi. Dopo qualche altro episodio subentra la delusione se le cose sono andate in maniera nettamente diversa da quello che pensavi. Poi dopo ti abitui ai difetti e accetti che quello che vedi è tutt’ altro da quello che avresti voluto, ma alla fine qualche motivo per rendere interessante la serie ancora c’ è. Ecco, Helix ha subito questo percorso.
Ci si era immaginati una serie sci – fi con personaggi alle prese con dilemmi morali sui limiti della scienza e ci siamo trovati con uno sci – fi simil horror ma non troppo che si appella principalmente alla sospensione della credulità (e spesso della ragionevolezza) in nome di azione e colpi di scena. Saranno appunto poco credibili, ma alla fine ti lasciano la curiosità di vedere cosa si inventeranno dopo. Insomma, oh, uno non può sempre leggere Beckett e Proust ! 😉